CRONACA

Ieri Casamicciola, oggi le Marche, la strage infinita degli innocenti

Il terribile nubifragio che ha colpito numerosi comuni delle Marche, procurando decine di vittime e danni ingentissimi, ha richiamato le dolorose immagini dell’alluvione di Casamicciola del 2009. Occorre pulire gli alvei periodicamente in attesa delle piogge invernali

Non si sono ancora spente le polemiche nate in seguito all’emissione delle motivazioni della Sentenza emessa dal Presidente del collegio giudicante Alberto Capuano,nel lontano10 maggio 2019, a carico di sindaci e tecnici del comune di Casamicciola Terme, ritenuti responsabili per aver omesso la regolare manutenzione degli alvei alluvionali, malgrado i cospicui finanziamenti ottenuti dalla regione Campania in ben due occasioni, che un’analoga catastrofe naturale –sempre provocata dall’incuria dell’uomo- ha investito le Province di Pesaro, Urbino e Ancona, nelle Marche, provocando decine di vittime e miliardi di danni ancora da quantificare. Stesse modalità, stessi accadimenti, medesime responsabilità da addebitare alla “politica” territoriale per le omesse manutenzioni dei canaloni alluvionali, benchè in presenza di ingenti finanziamenti regionali stanziati a tempo debito per la messa in sicurezza degli alvei torrentizi apportatori di distruzione e di morte!

Anna De Felice, vittima dell’alluvione 2009

Omissioni conclamate, ritardi spaventosi nell’appaltare i lavori di messa in sicurezza del Territorio collinare, distrazione di fondi per eseguire opere diverse da quelle finanziate e addirittura totale inerzia nel governo idrogeologico di Casamicciola sono stati il cavallo di battaglia del Gip e dei PM nel condurre in porto un processo al cui centro s’innalzava l’ombra malefica di un omicidio colposo che si sarebbe potuto evitare a condizione di eseguire per tempo i lavori necessari per la pulizia delle Cave Senigallia, Fasaniello e Puzzillo, tutte in località Bagni del Gurgitello, poste alle falde del Cretaio, della Pera e dell’Ulivo. Quel tragico mattino del 10 novembre 2009, dopo tre giorni di pioggia ininterrotta, un vero e proprio fiume in piena si riversò dalle collinette poste ai piedi del monte Epomeo verso il fondovalle. Saltarono i “tappi” di detriti, immondizie, massi rocciosi, alberature rinsecchite e terreno franoso che, a mò di diga molto precaria, avevano creato dei bacini di acqua piovana pericolosissimi. I tecnici del Comune Silvano Arcamone e Simone Verde, i sindaci Giuseppe Ferrandino e Vincenzo D’Ambrosio, la Giunta Municipale al completo e molti Consiglieri comunali erano al corrente del pericolo, ma avevano sottovalutato la portata del nubifragio che imperversava sull’isola d’Ischia da diversi giorni! Pur tuttavia era stata adottata una Delibera di Giunta Municipale (la n.107 del 5 maggio 2004) cinque anni prima dell’evento, cioè in tempi assolutamente idonei per prevenire eventuali calamità naturali. Ebbene nulla fu fatto per eseguire le pulizie dei canaloni previste nella citata delibera. Anzi si vuole che le somme erogate dalla Regione (oltre 1 milione e 500.000 euro!) furono colpevolmente dirottate nella esecuzione di lavori di arredo urbano a Piazza Bagni, così come venne accertato nelle indagini delle forze dell’ordine.

Mattia, il bimbo disperso nelle Marche

Dicevamo di quel mattino del 10 novembre sottoposto ad una pioggia battente che durava ormai da diversi giorni. In orario scolastico molti genitori accompagnavano in auto i figli a scuola. Il percorso obbligato era quello della via Monte della Misericordia; un’arteria ampia , costruita ai principi degli anni Settanta ricoprendo un antichissimo alveo alluvionale proveniente dalla località dei Bagni di Gurgitello. All’improvviso un rumore assordante, come un boato di ferraglia rotolante fu percepito dagli abitanti del Rione Sanseverino e da quei pochi passanti che transitavano lungo Corso Luigi Manzi, altezza Ancora del Porto Turistico. Poi alcuni automobilisti videro in lontananza un fiume torrentizio di acqua limacciosa, fango ed enormi massi precipitare dai Bagni verso il litorale, investendo con furia devastante tutto ciò che incontrava lungo il percorso. Il professor Giuseppe Amalfitano, investito in pieno dall’acqua, si salvò miracolosamente avvinghiandosi tenacemente ad un albero. Sul Porto le cose andarono diversamente. Un’auto occupata dal signor De Felice, la moglie e la figlia Anna fu investita da una valanga di acqua e fango e trascinata in mare. I genitori della studentessa quindicenne riuscirono a salvarsi, ma la povera Anna sparì fra le onde del mare, malgrado i disperati tentativi del papà di sottrarla ad una morte crudelissima.

Il processo a carico dei presunti responsabili di omissioni gravi, truffa, abuso d’ufficio e omicidio colposo si concluse il 10 maggio 2019 con la condanna dell’ex sindaco Vincenzo D’Ambrosio a quattro anni di reclusione ( il PM aveva chiesto sei anni!) e l’assoluzione per tutti gli altri imputati (il PM aveva chiesto per Giuseppe Ferrandino e i due tecnici comunali 4 anni di reclusione!). Avrà vera Giustizia la piccola Anna De Felice per il suo martirio? Per il momento l’Amministrazione Comunale di Casamicciola le ha intitolato il Piazzale dell’Ancora, ma siamo ancora ben lontani da quella punizione esemplareche il comune senso etico e morale richiede a gran voce.Fino ad oggi nessuno dei responsabili ha pagato ancora il conto con la Società e con la Famiglia De Felice. Una deriva della società moderna che non tiene più conto del valore della vita!

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