CRONACAPRIMO PIANO

Per cortesia, adesso aprite quell’ascensore

L’incredibile storia di Pasquale Sano, residente in via Roma a Procida, raccontata in maniera cruda da Giuseppe Giaquinto: l’ennesimo caso che dimostra come spesso la burocrazia prenda il sopravvento sulla logica

La storia che vogliamo raccontare stasera ci fa capire, ancora una volta, come e quanto sia difficile per i cittadini avere risposte certe ed in tempi umani, quando la “burocrazia” prende il sopravvento su questioni che, viceversa, hanno un valore nella quotidianità delle persone compromettendone la qualità della vita stessa.

La vicenda che vi avevo preannunciato riguarda questo nostro concittadino, Pasquale Sano. Disabile al 100%, abita al civico n. 6 di via Roma. Ha 76 anni, con seri problemi di mobilità, problemi cardio vascolari e polmonari, altre patologie a carico che avrebbero distrutto tutti, ma non lui che circondato dagli affetti dei figli e dei nipoti è riuscito ad andare avanti.

Fino all’anno 2017 per salire e scendere dalla sua abitazione si è avvalso dell’ascensore in dotazione dell’Istituto Superiore Caracciolo. Dopo questa data al sig. Sano ne è stato impedito l’utilizzo per presunta mancanza di titoli ad usufruirne. Le attuali condizioni di salute non permettono al sig. Sano di poter salire e scendere le scale, senza enormi, avvilenti e sporadici aiuti lungo le scale ripide, tanto che lui si sente un recluso in casa e privato delle più elementari libertà personali, finanche della possibilità di recarsi a ricevere cure mediche. Qualche giorno fa, proprio per scendere di casa per una necessità impellente, è precipitato per le scale riportando fratture alle vertebre cervicali. Lo accompagna di questa triste storia la moglie Alderisi Maria, anche lei con seri problemi di salute e di mobilità, anche lei reclusa nella sua abitazione in attesa di “vivere”.

Da quel 2017 un rimbalzo di responsabilità, di silenzi, di mancanza di chiarezza, di ritardi incomprensibili, che hanno visto coinvolti l’Istituto Caracciolo, il Comune di Procida, la Città Metropolitana di Napoli. La verità è che oltre alla necessità di tutelare gli interessi primari della persona ed i suoi diritti alla mobilità ed alla salute si trattava di avere buon senso e rispetto per le persone diversamente abili. Negli anni invece, solo carte prodotte e riunioni che non hanno portato a nulla. Ebbene, in assenza di ogni esame di coscienza, l’amico Sano e sua moglie sono stati costretti a rivolgersi alla giustizia per vedere riconosciuto un loro diritto. Alla fine di aprile 2022 si è pronunciato un giudice del Tribunale di Napoli sulla loro paradossale situazione. Noi speravamo che fossero state altre le persone sensibili chiamate a porre fine ad una vicenda assurda e vergognosa. Ma sappiamo bene, e lo abbiamo sperimentato con gli ascensori sui vettori marittimi, che se non si passa attraverso le denunce giudiziarie, non si ricava nulla e non si smuovono coloro che dovrebbero assicurare una vita dignitosa alle persone sfortunate e prive di mobilità autonoma.

Ci sono voluti più o meno 5 anni per ottenere “giustizia” per Pasquale Sano e sua moglie Alderisi Maria.

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A darne contezza i familiari e in questi giorni anche l’avvocato Giuseppe Trotta che lo ha difeso e gli è stato vicino umanamente e professionalmente:

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Una Grandissima vittoria al Tribunale di Napoli – VI Sezione Civile – Giudice D.ssa Agnese Margarita degli Avv.ti Giuseppe Antonio Trotta e Pietro Avossa a favore dei coniugi Pasquale Sano e Alderisi Maria. La ordinanza n. rg 6853/2021 del 29.4.2022 in accoglimento totale della domanda cautelare così recita : “Si accoglie il ricorso e, per l’effetto, si ordina al comune di Procida, alla città metropolitana di Napoli ed all’istituto di istruzione secondaria superiore Caracciolo di Procida di rimuovere gli sbarramenti che impediscono l’accesso alle abitazioni dei ricorrenti attraverso i pianerottoli condominiali, di ripristinare le fermate dell’ascensore al secondo e terzo piano e di consegnare loro le chiavi necessarie per l’utilizzo dell’impianto elevatore”.

I coniugi Sano avevano intrapreso questo contenzioso per vedersi riconosciuto il diritto a riutilizzare l’ascensore condominiale atteso che gli è stato impedito di farlo dal mese di maggio 2017, data dalla quale gli stessi sono stati costretti a vivere segregati nella loro abitazione, essendo entrambi gravemente malati, portatori di handicap ed anziani. Ricordiamo che senza possibilità di utilizzo dell’ascensore l’accesso alla loro abitazione è reso possibile solo dall’utilizzo di rampe di scale strette, ripide ed in parte scoperte, situate nel condominio di via Roma n.6. La loro fondatezza di riutilizzare l’impianto sollevatore discende innanzitutto dalla normativa dettata in materia di abbattimento di barriere architettoniche e da un’ordinanza sindacale del 15.2.2012 con cui l’allora sindaco Capezzuto ingiungeva all’istituto superiore di consentire al Sano Pasquale l’utilizzo dell’ascensore, in quanto lo stesso risulta bene condominiale. Un immobile, quello dove risiede la famiglia Sano, che è originariamente appartenuto al comune di Procida, su cui nel 2000 la Provincia di Napoli, in qualità di conduttore di parte dell’immobile, ha costruito, a sue spese, l’ascensore di cui trattasi. Successivamente il comune di Procida ha alienato i primi tre piani del palazzo a terzi proprietari, tra cui la famiglia Sano, che hanno acquistato il loro appartamento dal comune il 14/05/2007, quindi successivamente alla costruzione dell’ascensore da parte della Provincia di Napoli e quindi lo stesso ne risultava bene condominiale all’atto di acquisto dell’immobile.

Il Tribunale di Napoli con l’ordinanza del 29/04/2022 dà ragione alla famiglia Sano e ordina a Comune di Procida, alla Città Metropolitana di Napoli e all’Istituto Nautico di Procida di rimuovere gli sbarramenti che impediscono l’accesso alle abitazioni dei ricorrenti attraverso i pianerottoli condominiali, di ripristinare le fermate dell’ascensore al secondo e terzo piano e di consegnare loro le chiavi necessarie per l’utilizzo dello stesso.

Con nota del 23/5/2002 la dirigente di Istituto Superiore di Procida ha invitato la città metropolitana di Napoli e il sindaco di Procida, ognuno per la propria responsabilità, ad attuare con estrema urgenza quanto disposto dalla citata ordinanza del Tribunale di Napoli, non avendo l’Istituto alcuna possibilità di intervenire sugli immobili e impianti in gestione della Città Metropolitana.

Da parte sua, l’ente della città metropolitana, attraverso il dott. Perillo ha assicurato che l’ente che rappresenta sta già facendo tutto quello che occorre per dare seguito all’ordinanza cautelare.

Intanto a quasi un mese dalla decisione del giudice ancora nulla di concreto è stato attuato per alleviare la vita di Pasquale Sano e di Alderisi Maria e di renderla dignitosa.

Con ulteriore nota nei giorni scorsi i Sano, attraverso il loro legale, hanno sollecitato il Comune di Procida e il servizio di assistenza sociale ad attivarsi per la risoluzione delle problematiche inerenti alla mancata esecuzione dell’ordinanza del giudice. Ma hanno fatto di più. Proprio per sfidare l’inerzia con cui si sta procedendo, hanno denunciato all’autorità di pubblica sicurezza la inosservanza di un provvedimento emesso da un’autorità giudiziaria.

È vero che a giugno dovrà arrivare la decisione di merito da parte del Tribunale. Ma ovviamente per una giustizia che ha dimostrato sensibilità e correttezza nel riconoscere ai Sano un sacrosanto diritto ci auguriamo che siano le istituzioni a dimostrare, ancor prima di un giudice, la loro capacità ad essere dalla parte dei più deboli e ci auguriamo che sia Procida, nell’anno 2022 di capitale italiana della cultura, a dimostrare di essere veramente un’isola accogliente, un’isola dell’inclusione sociale, un’isola attenta ai diritti e non solo alle parate propagandistiche. Mi auguro che nei prossimi giorni Pasquale e Maria possano sentirsi di nuovo cittadini di questa repubblica e di quest’isola e possano riassaporare la possibilità di poter scendere e salire dalla propria abitazione sentendo intorno la capacità della comunità di saper guardare con attenzione agli ultimi.

Noi siamo qui ed attendiamo fiduciosi. Tanti cittadini di Procida sono qui e premono per essere considerati l’isola di tutti e soprattutto una comunità solidale. Abbiamo attivato anche trasmissioni come Le Iene o Striscia la Notizia, ma auspichiamo di non guastare il clima di festa e positivo di questo 2022.

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