CRONACA

Chiudono le scuole, la Barbieri perplessa: «Ischia è un modello»

Ieri è arrivata la prevista ordinanza del governatore De Luca, plessi chiusi fino a tutto il 14 marzo. La Fortini a Il Golfo spiega il “no” a provvedimenti localizzati

Un incremento costante nei casi, che esclude solo la fascia dei bambini tra 0 e 2 anni, a cui va aggiunta la preoccupazione della variante inglese e dei primi casi di quella brasiliana. C’è tutto quello alla base della decisione del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca di chiudere tutte le scuole. È quanto emerge dall’ordinanza numero 6 del 27 febbraio, che era stata già anticipata dal governatore. La chiusura delle scuole è stata fissata fino al 14 marzo (il provvedimento riguarda anche le Università). Dall’atto ufficiale emerge per «la Regione Campania una situazione di seria criticità, attestata tra l’altro dal confronto tra il valore di Rt nazionale, pari 0,99, a fronte del valore di Rt regionale, pari a 1,04 e da un’incidenza nazionale di 145/100.000 a fronte dell’incidenza regionale di 157/100.000». Inoltre «sulla base dei dati esaminati nei giorni 25-26 febbraio 2021 e riportati nella relazione del 26 febbraio 2021, relativi alla situazione epidemiologica rilevata sul territorio regionale nonché a livello locale nelle ultime settimane, l’Unità di crisi regionale ha comunicato, tra l’altro, che «i dati rilevati fanno registrare all’attualità, rispetto alla metà di gennaio, un aumento, costante da tre settimane, dei contagi, dei casi sintomatici e dei decessi. Tranne che nella fascia d’età 0-2 anni, si registra un aumento dei contagi in tutte le fasce di età».  Secondo l’Unità di Crisi «lo scenario epidemiologico risulta significativamente aggravato rispetto a quello rilevato nella settimana scorsa e vede una diffusa esposizione alle varianti – e, in particolare, a quella inglese- nelle aree metropolitane e casi anche nelle aree interne o isolate, sinora non esposte. Sono, tra l’altro, allo studio anche alcuni casi probabilmente riconducibili alla cosiddetta variante brasiliana. I dati riportati ed il trend di aggravamento esponenziale in corso (ed ormai consolidato) trovano spiegazione verosimile nella diffusione sul territorio regionale, ed in particolare in quello della Città di Napoli e di altri Comuni a ridosso delle altre Province, della variante inglese VOC 202012/01, nella popolazione positiva ai tamponi molecolari».

Per questo «il sistema previsionale di alert elaborato e diffuso con il Report del 9 febbraio 2021, che pure ha contribuito a contenere i contagi, non è più sufficiente». Per gli esperti, a cui si è affidato De Luca per chiudere le scuole, «l’indifferibilità ed urgenza di misure risulta peraltro evidente anche in considerazione dell’incremento di intensità di cura registrato negli ultimi giorni, che vede in aumento non solo i ricoveri in regime ordinario ma anche quelli di terapia intensiva e che ha indotto alcune Aziende a riconvertire reparti per assicurare la disponibilità di posti letto Covid. Quale azione necessaria a contenere con efficacia un’ulteriore diffusione del virus riducendone la crescita esponenziale e indispensabile a scongiurare serie criticità del sistema sanitario nelle prossime settimane, i componenti dell’Unità di crisi regionale hanno all’unanimità individuato la temporanea sospensione delle attività didattiche in presenza delle scuole ed Università, in considerazione della diffusione della variante inglese del virus presso le fasce più giovani della popolazione e dei gravissimi rischi di propagazione negli ambienti familiari degli studenti; delle problematiche, a tutt’oggi irrisolte, in ordine alla corretta applicazione delle misure di prevenzione individuate dalla circolare del Ministero della salute n.3787 del 31 gennaio 2021, che attestano la necessità di aumentare lo spazio di distanziamento e di ridurre il tempo medio di permanenza in aula; dell’esigenza di assicurare l’efficacia della campagna vaccinale in corso per il mondo della scuola, salvaguardando il personale docente e non docente dalle infezioni occasionate dalla presenza in classe, per il tempo occorrente ad effettuare la vaccinazione secondo il calendario previsto».

Lucia Fortini: «Mi auguro che tra 15 giorni si possa tornare in presenza almeno per la primaria e le prime classi della secondaria di primo grado. Ma dobbiamo anche ricordare a tutti che bisogna tenere dei comportamenti consoni».

Assunta Barbieri: «Ischia potrebbe diventare un modello da applicare anche sulla terraferma»

«C’è un’ordinanza e torniamo in dad». Esordisce la dirigente scolastica del liceo Ischia. «Sulle isole di Ischia e Procida tutti gli insegnanti, dirigenti scolastici e personale Ata sono vaccinati e la sospensione delle attività didattiche può sembrare una contraddizione. Così, però, non è in quanto il vaccino non è immediatamente efficace». Le scuole isolane avevano quasi tutte già previsto per lunedì lo svolgimento delle lezioni in didattica a distanza «per consentire agli insegnanti che si sono sottoposti al vaccino sabato di affrontare una trasferta semmai con i sintomi post vaccinali», ha spiegato la preside. «La campagna vaccinale – inoltre – per il personale scolastico effettuato negli ultimi due giorni sull’isola potrebbe essere un modello da esportare anche sulla terraferma», ha detto ancora Barbieri. E non solo per il mondo scolastico. «Metto immediatamente la mia scuola a disposizione per far vaccinare gli operatori del turismo e tutta la popolazione isolana. Se ciò che è stato fatto sulle nostre isole per il mondo della scuola venisse replicato anche per altri settori o comunque per tutta la popolazione, si potrebbe rendere Ischia e Procida covid free». Una proposta che è stata già lanciata qualche settimana fa dal presidente della regione Vincenzo De Luca e che, però, non ha ancora avuto un seguito. L’assessore all’Istruzione Lucia Fortini chiude le porte ad eventuali provvedimenti localizzati.

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L’assessore regionale Lucia Fortini dice di no ai provvedimenti localizzati

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«Dall’inizio della pandemia – ha detto – abbiamo sempre cercato di evitare provvedimenti localizzati. Per questo malgrado i docenti, il personale Ata ed i dirigenti isolani siano vaccinati anche loro tornano con la didattica a distanza». «Anche perché – aggiunge – il virus potrebbe aver colpito anche i ragazzi che però potrebbero essere asintomatici». L’assessore della giunta De Luca spiega ancora: «Siamo contrari a provvedimenti specifici, ma quando siamo tornati in presenza abbiamo dato la possibilità ai sindaci di porre in essere ulteriori provvedimenti». Con la pandemia abbiamo imparato che è difficile se non impossibili fare delle previsioni. Per ora quindi resta la dad fino al 14 marzo. «Mi auguro che tra 15 giorni si possa tornare in presenza – aggiunge Lucia Fortini- almeno per la primaria e le prime classi della secondaria di primo grado perché mi rendo conto che la presenza fisica a scuola è quasi necessaria. Ma dobbiamo anche ricordare a tutti che bisogna tenere dei comportamenti consoni». E così aggiunge l’assessore: «Sull’isola c’è un comportamento disciplinato ed anche numerosi controlli. Ma ci sono altri luoghi dove le persone sono assolutamente ingovernabili. C’è chi critica la sospensione della didattica in presenza ma poi semmai non usa la mascherina, esce per passeggiate come se fosse l’ultimo giorno di vita». «Ciascuno di noi – chiosa Lucia Fortini – deve fare attenzione se vuole che i nostri ragazzi non siano penalizzati e che presto possano tornare con la didattica in presenza».

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