CRONACA

Procida, quest’anno niente Processione di Venerdì Santo

A tutti noi mancherà questo tradizionale appuntamento

Già da parecchi giorni girava per le vie di Procida la notizia che la Processione di Venerdì Santo a causa del Coronavirus non si sarebbe tenuta. Quasi nessuno ci credeva: “non è possibile!” diceva qualcuno. Qualche altro aggiungeva:”Sono 400 anni che si fa la Processione. Speriamo che l’epidemia finisca.” Ma la verità è che Procida, senza colpa di nessuno, sembra in apnea pre-mortuaria. La gente chiusa in casa, negozi chiusi, carabinieri che controllano. Un’atmosfera da tempo di guerra. Ma la faccenda è seria, molto seria!..

Voi vi immaginate l’afflusso di persone del Venerdì Santo? Migliaia di persone sbarcano per poi riempire i vari ristoranti e le varie pizzerie dell’isola. Molti si accalcavano anche sulle spiagge e davano inizio alla stagione balneare. Sembra sia passato un secolo ma appena un anno fa a Procida era così. Ma per chi è abituato a vedere il Venerdì Santo in una visione più spirituale e meno vacanziera,l’attuale mancanza di Processione dà un colpo micidiale ad un evento che ha 400 anni di vita, rappresenta l’anima di Procida, entrando profondamente nell’intimo del procidano, a cui puoi parlare male di tutto, ma tranne della Processione di Venerdì Santo. Essa è talmente radicata nell’animo del procidano che non accetta alcuna interferenza di alcun tipo. Non è solamente la Processione del Venerdì Santo, ma è tutta la Settimana Santa e la Quaresima che a Procida hanno un valore particolare.

Il corteo dei 12 Apostoli dopo la cena pubblica e la “Missa in coena domini” e il canto accorato e pieno di mestizia presso il Crocefisso del porto alla sera, è di una suggestione infinita. Così come le cerimonie della Congrega dei Turchini, con il canto del Miserere, che affollava la chiesa il Venerdì Santo, mancherà molto ai Procidani e ai procidanizzati. Così come mancherà molto ai procidani e ai procidanizzati il suono lacerante della tromba, che si aggira per le strade di Procida durante la Quaresima, suonata dai giovanotti dell’isola per esercitarsi. Il suono di questa tromba è così radicato nell’animo dei procidani, che molti giovanotti imbarcati, se la portavano a bordo (Procida è un paese di naviganti) per esercitarsi anche in mezzo al mare e lontani dalle rive dell’isola. Così come di una suggestione infinita è l’immagine del Cristo Morto, trionfo del barocco napoletano, opera di Carmine Lantriceni.

Quest’atmosfera mistica che viene a mancare produce un grosso “vulnus” nella coscienza e nella religiosità dei procidani. Mancherà il canto del Miserere, fatto dai Confratelli dei Turchini, le cui voci maschie e grezze, davano la misura della preghiera espressa dal popolo nell’entrare in via Marcello Scotti, sede della Congrega, che con la sua ampia navata e le sue agili colonne romaniche davano alla chiesa un senso fortemente mistico. La musica che in essa si suonava, la metteva sullo stesso piano di Bach e di Pergolesi. Musiche senza tempo,oggi con la chiesa chiusa e le varie cerimonie sospese per motivi igienici, è come se avessimo fatto un torto a questi due grandi. Lo so che è difficile, ma voi che state al comando della politica e della sanità, vi prego, cercate di risolvere subito il problema. Ne abbiamo bisogno, anche per continuare la storia e le nostre tradizioni. Grazie.

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