Il piano di Leonessa per il rilancio dell’isola
Di Francesco Ferrandino
Un’altra stagione è volata via; è vero che il turismo ischitano ha fatto registrare segnali di ripresa, e in che misura?
«Direi che la ripresa è quantificabile in un 10%, ma molto è dovuto alla situazione internazionale. Gli italiani in gran parte hanno preferito rimanere nei confini nazionali: la Tunisia, l’Egitto e la Turchia, ma anche la Francia, stanno vivendo momenti delicati che hanno deviato in maniera rilevante i flussi turistici verso le nostre località, che ne hanno beneficiato insieme alla Spagna, ma più che merito nostro si tratta appunto di una favorevole congiuntura complessiva».
Ci sono nuovi mercati che iniziano ad affezionarsi a Ischia o qualche presenza diversa dal solito è da attribuire soltanto alle congiunture negative dettate dagli eventi in altre realtà?
«Tutto dipende da noi: se sappiamo approfittare dell’occasione che ci è capitata, potremo allora consolidare il brand Ischia su nuovi mercati. Molti di questi turisti, magari giunti qui proprio a causa dei noti eventi internazionali, dovrebbero trovare la giusta accoglienza, fattore indispensabile per fidelizzare gli ospiti. E per accoglienza non parlo solo quella delle strutture alberghiere, ma anche quella di tutti i normali cittadini sotto ogni aspetto. In definitiva sono i turisti che muovono la grandissima parte della nostra economia, e tocca a ciascuno di noi accoglierli adeguatamente. Basterebbe anche solo il rispetto delle semplici regole di convivenza civile: conferire i rifiuti nei luoghi e negli orari prescritti, rispettare il codice della strada. Tutte condizioni facilmente realizzabili, che in paese normale sarebbero tranquillamente rispettate. È nell’interesse di tutti, ma sul senso civico dobbiamo ancora lavorarci».
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