LE OPINIONI

IL COMMENTO Il “domani” della nostra isola

Ora che il coronavirus sta incominciando a regredire immagino che le amministrazioni comunali, le organizzazioni di categorie e i sindacati dei lavoratori siano sul piede di guerra per affrontare la seconda guerra dopo la sopravvivenza fisica. La guerra da affrontare è quella della sopravvivenza economica. In tutto il mondo gli economisti sono preoccupati.

In Argentina il Governo stanzia 147 euro per 3.600.000 lavoratori che non hanno da mangiare, negli Stati Uniti Trump darà 2400 dollari a famiglia più 500 dollari per ogni figlio, in Italia abbiamo a disposizione i 27 miliardi del decreto legge emesso dal Governo per l’immediato e le centinaia di miliardi di euro dell’Europa e dei prestiti bancari ad interessi minimi. Ma come facilmente si evince le nostre manovre si dividono in aiuto immediato ma prevedono anche un futuro da costruire. Bisognerà pertanto pensare alla ripresa del lavoro al più presto possibile.

Cosa si dovrà fare ad Ischia per farsi trovare pronti sperando che la gente oltre la voglia di fare turismo abbia anche le risorse? Credo che niente è facile. Noi possiamo intervenire sull’offerta. Ipotizziamo. Mi dicono che, addirittura, molte aziende dell’isola per mancanza di cassa non avranno più la possibilità di riaprire. Sono quelle aziende già decotte e che sarebbero fallite comunque. Allora per la sopravvivenza dell’isola, le organizzazioni di cui sopra hanno il dovere di pensare ad un tavolo in comune nel quale si devono studiare le possibilità offerte dal Governo per poterle attuare appena usciremo dallo stallo prodotto dal coronavirus. Progetti attuabili immediatamente. Cosa offriamo, come siamo cambiati dopo l’esperienza della pandemia. Come comunicare l’offerta ed il cambiamento di prodotto e mentalità.

C’è gente ad Ischia per poter realizzare queste cose? Forse si, ma sarebbe opportuno che a farlo siano professionisti specializzati nel saperlo fare magari con Invitalia che ad Ischia ha svolto recentemente un convegno moto interessante

L’improvvisazione della seconda Repubblica abbinata alla incapacità delle classi dirigenti dell’isola non ha più spazio nel dopo pandemia. Sarà tutto un altro mondo del quale o si fa parte o si muore.

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