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Fango, l’accoglienza a Mattarella: «Non lasciateci soli»

È la paura più grande dopo quella del terremoto di una settimana fa. «Non lasciateci soli, Presidente», è il grido che rompe l’aria, quello che si leva dalla folla radunata al Fango. Lo scenario è quello spettrale dalle lunghe ferite lasciate dal sisma sulle abitazioni sfregiate dalle crepe. Qui la gente ha coraggio e dignità da vendere. Nessun frastuono, nessuna presenza chiassosa. Qui gli occhi parlano mille storie, raccontano tanto dolore, disperazione che s’intreccia con uno smarrimento che batte ad ogni istante. C’è una composta adunata di abitanti che sono stati travolti dagli effetti devastanti del sisma. Tutti attendono speranzosi l’arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sfidano il sole, il disagio accumulato da giorni in quelle menti avvolti da mille timori che faticano a districarsi nelle nebbie di un’emergenza infinita. Non c’è spazio per i curiosi, qui tutti attendono una parola del Presidente, una mano speranzosa, un sorriso rassicurante.

Il corteo che accompagna il Presidente Mattarella spunta intorno alle 17.30 dalla strettoia che dalla Borbonica conduce alla rotonda del Fango. E’ come una nuvola colorata dai caschi che si avvicina attraversando la zona rossa tra le cornici delle abitazioni lesionate, mentre i Vigili del Fuoco stanno lavorando senza sosta per mettere in sicurezza le parti pericolanti. Il Sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, è alla destra del Presidente e descrive l’area interessata dalla scossa, poi il Presidente della Regione Vincenzo De Luca e la scorta composta da personale di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Il passaggio è fugace, la gente aspetta invano un incontro, una parola di speranza. Attende risposte e teme l’oblio. C’è delusione per la mancata sosta di Mattarella. Una parola avrebbe alleviato un po’ la sofferenza. Il Capo dello Stato saluta con la mano e scompare nell’Audi presidenziale. Il corteo corre via veloce verso Ischia. Qui, invece, resta la paura. Quella di restare soli.

Luigi Balestriere

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