LE OPINIONI

«Caffè scorretto» «Ischia, un’isola di politici (che aspettano la campagna elettorale)» 

“Luchino Visconti, chi?”. La storia della Colombaia, la “villa di Luchino”, il regista per intenderci, potrebbe sintetizzarsi con questa semplice domanda. Il fatto che sia chiusa da anni, che il Comune non abbia prodotto alcuna risposta dopo aver ricevuto – nel 2018 – una richiesta e varie sollecitazioni per la gestione della Villa da parte del produttore cinematografico Oscar Generale, attraverso la “Oscar Generale Productions Inc” di Los Angeles rappresentata dall’irriducibile avvocato Benedetto Migliaccio, per trasformarla in un luogo di promozione cinematografica internazionale, musica e arte, dopo averla ristrutturata a costo zero per il Comune di Forio per il cui progetto di restauro fu incaricato l’architetto Livia Napolitano; che la Colombaia stia cadendo nei ritagli di attenzione e perdendo pezzi di memoria nella distrazione sotto il peso – o la sospensione – della politica è un fatto abbastanza chiaro.

La storia della Colombaia, la “villa di Luchino”, il regista per intenderci, potrebbe sintetizzarsi con questa semplice domanda. Il fatto che sia chiusa da anni, che il Comune non abbia prodotto alcuna risposta dopo aver ricevuto – nel 2018 – una richiesta e varie sollecitazioni per la gestione della Villa da parte del produttore cinematografico Oscar Generale, attraverso la “Oscar Generale Productions Inc” di Los Angeles rappresentata dall’irriducibile avvocato Benedetto Migliaccio, per trasformarla in un luogo di promozione cinematografica internazionale, musica e arte, dopo averla ristrutturata a costo zero per il Comune di Forio per il cui progetto di restauro fu incaricato l’architetto Livia Napolitano; che la Colombaia stia cadendo nei ritagli di attenzione e perdendo pezzi di memoria nella distrazione sotto il peso – o la sospensione – della politica è un fatto abbastanza chiaro 

Allo stesso modo lo è pure che in prossimità della campagna elettorale l’argomento sia tornato di moda oltre a ripresentarsi luogo pronto ad accogliere manifestazioni di protesta contro una specie di regime che in questi ultimi vent’anni si è fatto rappresentare da un potere quasi sovrano, in grado di decidere in tutti gli ambiti.

Pure in quello del pensiero e perciò della Cultura per il rapporto che si viene a creare con chi la manifesta il quale, a sua volta, se è più “vicino” al governo tanto più avrà maggiori occasioni per mostrarla. Niente discorsi utopici, meglio tralasciarli. Non ci vuole però un’attenta analisi per affermare l’idea che sarebbe indispensabile riaprirla. Prima di giungere a quale sia il modo migliore per farlo, e la “Oscar Generale Productions Inc” sembra averlo presentato con limpida visione, altrettanto indispensabile sarebbe smetterla di dedicarsi alla guerriglia di uomini contro altri, nel fanatismo elitario che mostra chi pensa di essere il detentore della Cultura, attribuendo a se stesso il diritto di poterne parlare e manifestare il dissenso giusto in prossimità delle elezioni di maggio, e quello altrettanto esclusivo di chi per mezzo di un certo modo di fare “politica” ha provocato la separazione tra chi la esercita e chi la subisce trasformando in varie occasioni la “costrizione” in limite e questo in oppressione.

Quest’anno la campagna elettorale di Forio, come quella che interesserà Casamicciola, potrebbe tramutarsi in una specie di concorso d’idee in cui la produzione di quella migliore, si spera, da calare in un programma analitico con l’indicazione di che cosa, quanto tempo e come si vuole raggiungere quell’obiettivo, potrebbe esserne il naturale corollario e da ciò una Colombaia a trazione “internazionale” con la partecipazione condivisa di associazioni e Pro Loco, potrebbe addirittura rappresentare la misura autentica di un eventuale cambiamento 

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Quest’anno la campagna elettorale di Forio, come quella che interesserà Casamicciola, potrebbe tramutarsi in una specie di concorso d’idee in cui la produzione di quella migliore, si spera, da calare in un programma analitico con l’indicazione di che cosa, quanto tempo e come si vuole raggiungere quell’obiettivo, potrebbe esserne il naturale corollario e da ciò una Colombaia a trazione “internazionale” con la partecipazione condivisa di associazioni e Pro Loco, potrebbe addirittura rappresentare la misura autentica di un eventuale cambiamento (e, anche se la situazione è più complessa, per Casamicciola potrebbe esserlo il Pio Monte della Misericordia).

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Sta di fatto che Villa Visconti, nel voler ripercorrere l’ultima opera di “Ischia Street Art” con l’installazione di Salvatore Iacono, è una tomba – della politica – a cielo aperto, un giardino velenoso di immobilismo capace di ospitare insospettabili piante tossiche che crescono tranquillamente nel prato di casa, in grado di presentarsi come un’attrazione per turisti, e non, ai quali non farebbe differenza trovarsi di fronte una villa aperta o una casa chiusa, nel contrasto inequivocabile tra ciò che c’è – o non c’è – e quello di cui avremmo bisogno seguendo il buon senso, emblema di ciò che ci serve per risollevare le sorti di un’isola chiusa e dimenticata dai suoi stessi indigeni incapaci di imparare una lezione fondamentale. Che cioè dedicarsi all’amministrazione del proprio Comune non può limitarsi a interviste sui giornali e televisive, selfie e post su facebook, ma deve calarsi nel terreno concreto della visione dopo averne costruita una in modo serio.

Sta di fatto che Villa Visconti, nel voler ripercorrere l’ultima opera di “Ischia Street Art” con l’installazione di Salvatore Iacono, è una tomba – della politica – a cielo aperto, un giardino velenoso di immobilismo capace di ospitare insospettabili piante tossiche che crescono tranquillamente nel prato di casa, in grado di presentarsi come un’attrazione per turisti, e non, ai quali non farebbe differenza trovarsi di fronte una villa aperta o una casa chiusa, nel contrasto inequivocabile tra ciò che c’è – o non c’è – e quello di cui avremmo bisogno seguendo il buon senso, emblema di ciò che ci serve per risollevare le sorti di un’isola chiusa e dimenticata dai suoi stessi indigeni 

Che le mistificazioni dovrebbero avere un termine come l’attesa del miracolo a tutti i livelli; che si dovrebbe finirla di essere – per dirla alla Flaiano – un’isola di bagnini in attesa dell’estate, con tutto il rispetto per questa importante professione. Che, infine, l’unica responsabilità non è della politica – che manca a tutti i livelli – ma, parafrasando nuovamente Flaiano, di un Teseo/cittadino che non sa di essere al tempo stesso Minotauro e trovandosi nel labirinto della scelta, dopo aver visto Arianna/politica, le chiede aiuto accorgendosi soltanto dopo che la donna ha in una mano il filo che potrebbe servire per condurlo fuori mentre nell’altra impugna la spada per ucciderlo cosa che il Teseo/Minotauro può evitare non mettendosi da parte ma, al contrario, pretendendo di uscirne prestando più attenzione. Anche perché, per tornare a Visconti la cui tomba è nel pezzo di bosco poco fuori la Villa, una volta morti è quello il momento in cui non ci si aspetta più nulla.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci 

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