LE OPINIONI

«Caffè Scorretto»«La miseria dell’isola d’Ischia»

Bisogna puntare al raggiungimento degliobiettivi e dei target fissati dal PNRR – attraverso le riforme e le azioni programmate – e combattere le incertezze, sia nazionali sia quelle derivanti da scenari politici e di mercato a livello internazionale, che possono minare la nostra crescita. Questo dovrebbe essere il principio generale. Ischia, è bene ripeterlo, non è esclusa da dinamiche delle quali, però, non pare consapevole perché è – ancora – animata dalle sue divisioni interne, dagli scontri tra galli in un pollaio presuntuoso le cui conclusioni non ci porteranno da nessuna parte.

Bisogna puntare al raggiungimento degliobiettivi e dei target fissati dal PNRR – attraverso le riforme e le azioni programmate – e combattere le incertezze, sia nazionali sia quelle derivanti da scenari politici e di mercato a livello internazionale, che possono minare la nostra crescita. Questo dovrebbe essere il principio generale. Ischia, è bene ripeterlo, non è esclusa da dinamiche delle quali, però, non pare consapevole perché è – ancora – animata dalle sue divisioni interne, dagli scontri tra galli in un pollaio presuntuoso le cui conclusioni non ci porteranno da nessuna parte. Mi correggo, da qualche parte andremo a finire. Intanto i Sindaci, rispetto a questi argomenti, dove sono? Restano gli eterni assenti per eccellenza mentre alla maggior parte dell’opinione pubblica pare non interessare nulla o quasi

Mi correggo, da qualche parte andremo a finire. Intanto i Sindaci, rispetto a questi argomenti, dove sono? Restano gli eterni assenti per eccellenza mentre alla maggior parte dell’opinione pubblica pare non interessare nulla o quasi e, al meglio, quando va bene, poche persone ne sono coinvolte e pure marginalmente. Lo abbiamo ripetuto fino alla noia, l’unico modo per muovere e creare occasioni per l’isola – in ogni settore, dal lavoro al sostegno al turismo, dalla mobilità alla creazione di nuove infrastrutture – è rappresentato dal Patto per lo Sviluppo Economico dell’isola d’Ischia che non suscita, invece, come avrebbe dovuto, neppure una curiosità embrionale da parte dei sindaci e dalle amministrazioni che conducono riguardo alle occasioni di sviluppo di un territorio che sembra abbandonato a se stesso.

Se da un lato siamo ricaduti nel loop invernale delle corse marittime a singhiozzo o eliminate di sana pianta da parte di una Compagnia, per condizioni meteo avverse, quando le altre per garantire la continuità territoriale partono “lo stesso” da Napoli e viceversa e senza che a questo libero arbitrio dei trasporti vi sia stato un intervento incisivo dei Sindaci e dei “loro” referenti in Regione, dall’altro a Ischia stiamo subendo i “danni” di un’inflazione strisciante. Che rischia di diventare deflazione, la quale induce le persone a posticipare le spese che non sono necessarie perché confidano in un prezzo futuro che sarà più basso (immaginate per esempio le conseguenze sulle vacanze e sul turismo in genere). L’unico modo per interrompere gli effetti negativi di questo caos previsto, per opporsi alla crescita dei prezzi al consumo o al posticipo degli acquisti, chiaramente è rappresentato dall’immissione di denaro nel mercato isolano. Dove sono i soldi? Beh, i fondi del PNRR, e il Patto per lo Sviluppo per accedervi, sono le opportunità che un po’ per miopia amministrativa, un po’ per attrito tra i sei comuni, rischiamo di perdere definitivamente mentre la possibilità è data dall’opporsi al generale aumento dei prezzi attraverso investimenti sul lungo termine su tutto il territorio. Quest’assenza ingiustificata delle amministrazioni dimostra anche un altro dato interessante. Vale a dire che le azioni o le attività di un Comune non possono più relegarsi entro i propri confini o legarsi all’accesso di piccoli fondi per gestire l’ordinario – in quello o in quell’altro o in tutti e sei.

Quest’assenza ingiustificata delle amministrazioni dimostra anche un altro dato interessante. Vale a dire che le azioni o le attività di un Comune non possono più relegarsi entro i propri confini o legarsi all’accesso di piccoli fondi per gestire l’ordinario – in quello o in quell’altro o in tutti e sei. La visione dei sindaci, perciò, come della politica di casa nostra in generale, non escludendo le attività di politica economica, deve porre attenzione al “mercato isolano” nella sua interezza, non solo a quello recintato in una singola fetta

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La visione dei sindaci, perciò, come della politica di casa nostra in generale, non escludendo le attività di politica economica, deve porre attenzione al “mercato isolano” nella sua interezza, non solo a quello recintato in una singola fetta. Questo concetto di basilare comprensione, pare essere difficile da capire da parte di chi dice di sentire sulle spalle la responsabilità della sua comunità e, almeno così ci si aspetterebbe, onestamente dovrebbe mettersi nella condizione di riuscire a governare certi fenomeni, di imparare a interpretare certi eventi e di chiedere, ascoltare e raccogliere suggerimenti. Mentre, insomma, le poltrone sono in movimento – voci di cantina e qualcuna di corridoio confermano che gli eserciti bulgari in qualche Comune, quello di Ischia in primis che conta sull’aiuto di “fortini” altrettanto chiusi, siano in movimento – le idee restano ferme, come lo sono da anni. Questa è solo la punta dell’iceberg “ (isola di) Ischia”, cioè la parte più evidente di un problema che corre il rischio di trasformarsi in un “tappo” sul lungo termine, cullato dalla strafottenza di molti e di quelli che certe decisioni e indirizzi, oggi, avrebbero già dovuto assumerli come pane quotidiano per prendere le migliori e riversarle a livello locale, in “ogni” fetta delimitata dal concetto stesso di “isola”.

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Questa è solo la punta dell’iceberg “ (isola di) Ischia”, cioè la parte più evidente di un problema che corre il rischio di trasformarsi in un “tappo” sul lungo termine, cullato dalla strafottenza di molti e di quelli che certe decisioni e indirizzi, oggi, avrebbero già dovuto assumerli come pane quotidiano per prendere le migliori e riversarle a livello locale, in “ogni” fetta delimitata dal concetto stesso di “isola”. Basta, servono obiettivi da raggiungere. E ci sarebbero pure se i Sindaci dessero attenzione alla soluzione organica invece che rimanere appesi alla corda di soluzioni senza capo né coda impastate nell’ordinario che, una volta giunto lo straordinario, sarà fagocitato dall’onda globale negativa

Basta, servono obiettivi da raggiungere. E ci sarebbero pure se i Sindaci dessero attenzione alla soluzione organica invece che rimanere appesi alla corda di soluzioni senza capo né coda impastate nell’ordinario che, una volta giunto lo straordinario, sarà fagocitato dall’onda globale negativa. Che si abbatterà anche su di noi, certo. A differenza di altri, però, oggi abbiamo modo di contrastarla, anticipandola. Sempre che si parta dal convincimento – e dalla competenza di governo – che ora è il momento di realizzare qualcosa, insieme, nel miglior modo che abbiamo e sempre se il desiderio “comune” è dato dalla necessità di evitare una “depressione” isolana i cui tratti, se qualcuno non ci avesse fatto caso, sono già presenti. Intanto c’è chi continua a fare affari e politica, per sé, con le vite di ognuno di tutti noi.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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