CRONACAPRIMO PIANO

CARRIERO E IL MASOCHISMO MADE IN ISCHIA

Il noto imprenditore analizza la nuova ascesa delle promozioni che svendono Ischia e commenta con un pizzico di amarezza: «Scelte senza senso e che non pagano, se ne uscirà solo con un paziente dialogo con certe persone sperando che porti i frutti sperati». Poi le previsioni per il 2024 ma anche il perché è diventato difficile reperire personale…

Abbiamo trascorso un intero autunno a parlare di questa tanto auspicata inversione di tendenza anche nel periodo di alta stagione e poi ecco rispuntare come funghi offerte oscene per i soggiorni a Ischia, per giunta anche pubblicizzate su prestigiosi network nazionali. Insomma, siamo punto e daccapo…

«E’ vero e io non riesco proprio a comprendere il perché. Per qualcuno è come se Ischia non avesse altre frecce al proprio arco per essere attraente ed esercitare appeal sull’utenza turistica se non quello di abbassare il prezzo per renderlo quanto più conveniente possibile. Eppure questa è un’isola meravigliosa, e non lo dico certo per “cantarcela” tra noi. Insomma, deve piacerci realmente, non convenire che ci piaccia e scusate il gioco di parole ovviamente scherzoso. Ma obiettivamente abbiamo straordinarietà dal punto di vista ambientale, della ristorazione, disponiamo di terme e parchi termali undici al mondo. Eppure ancora oggi c’è chi non trova sistema migliore per convincere i propri clienti a sceglierci se non quello di praticare il prezzo più basso…»

Non è forse arrivata l’ora di mettersi tutti attorno a un tavolo e capire dove si vuole andare? Mi perdoni, ma qui l’impressione è che si sia creata una contrapposizione anche ideologica tra chi mira all’innalzamento della qualità ricettiva e chi invece non ne vuol sapere e desidera continuare a tirare in modo opposto. Così si rischia di non essere né carne né pesce, o sbaglio?

«Assolutamente, non posso che concordare. Anzi, lei prima ha fatto un’osservazione ricordando uno degli aspetti maggiormente negativi di queste campagne promozionali che vengono diffuse su organi di informazione nazionali e che hanno a che fare con tariffe decisamente basse offerte all’utenza. La cosa più efficace nella comunicazione, nello specifico in una campagna di marketing, non è tanto quello che ti dice o trasmette realmente un messaggio, quanto piuttosto quello che ti induce a pensare. Nel caso di specie c’è il rischio serio che l’utente si ponga una domanda: ma come, Ischia era una località di livello e prestigio internazionale, meta di vacanze uniche e meravigliosa, adesso sono costretti a fare offerte così basse per attirare turisti. Vuol dire proprio che è distrutta e caduta in basso. Insomma, si finisce quasi con l’indurre un sospetto che è assolutamente inesistente e che produce inevitabili ripercussioni negative: per me questo rappresenta un danno per l’intero tessuto locale e non solo per chi fa questo tipo di scelta. Che di ideologico, mi sia consentito, ha francamente ben poco, anzi direi proprio nulla».

È troppo chiederle come se ne esce, sempre che se ne possa uscire?

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«Viviamo in una realtà di stampo liberale che tra l’altro a noi per primi piace davvero tanto e di cui ci prendiamo anche tutti i pregi e gli aspetti positivi. E’ chiaro che poi ci tocca inevitabilmente patirne anche i difetti, come in questa circostanza. Quando i prezzi erano stabiliti da una normativa che imponeva di indicare quale fosse la tariffa minima e quale la massima, in molti dissentivano. In tanti avvertivano quasi un senso di costrizione, di barriere che limitavano la libertà d’impresa, che trasmettevano un enorme senso di fastidio. Il rovescio della medaglia lo stiamo scoprendo adesso ed è quello che ognuno crede di poter fare come meglio gli pare. Purtroppo se ne uscirà solo con un paziente dialogo con queste persone, sperando che porti i frutti auspicati».

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Si parla di enormi difficoltà anche in questa stagione per le aziende di reperire personale. Stavolta ovviamente la colpa non sarebbe del reddito di cittadinanza ma del fatto che molte maestranze anche per il lavoro stagionale preferiscono lasciare l’isola. A che cosa sarebbe da addebitare questo fenomeno? E soprattutto, quanto è preoccupante?

«E’ un fenomeno a mio parere molto preoccupante ed è legato alla stagionalità purtroppo breve che sta caratterizzando Ischia negli ultimi anni. E questo ha reso un’alternativa decisamente praticabile ed appetibile quella di trasferirsi lontano dall’isola per l’intero anno e non soltanto nel periodo invernale come accadeva in passato. Anche questo è un segnale che dovrebbe farci capire che occorre riuscire ad andare esattamente in una direzione opposta a quella che alcuni vorrebbero praticare, ossia abbassare continuamente i prezzi. Dovremmo cercare di rilanciare le tante bellezze dell’isola, molte delle quali, certo non il mare, sono comunque godibili anche in bassa stagione. Pensiamo alle Terme: la Toscana è piena di queste località che hanno come alta stagione magari non Natale e Capodanno ma comunque l’autunno e la coda dell’inverno e l’inizio della primavera, quando pure le temperature e l’aspetto climatico non sono dei migliori. Fare il bagno in una piscina termale coperta in quei contesti è una piacevolissima esperienza e non a caso quelle località sono piene di turisti. Ischia ha tutte le potenzialità per potersi allineare: questa tipologia di mercato, però, la si deve sviluppare, esaltare e soprattutto promuovere. Ma questo non può essere fatta abbassando il prezzo e pensando che in questo modo si possa prediligere l’isola ad un’altra meta, è deleterio».

Proviamo a tirarci su il morale con l’ultima domanda: che stagione sarà il 2024?

«Turisticamente sarà una buona stagione, anche perché sono convinto che finiremo con il beneficiare anche di una costante e crescente internazionalizzazione di tutta l’area napoletana di cui magari non conosciamo le cause ma che in ogni caso adesso ci interessano poco. A Capodichino i voli internazionali sono in costante aumento. E’ dei giorni scorsi, ad esempio, la notizia che la Delta sta lavorando nell’ottica di introdurre un vettore più grande sulla linea diretta Napoli-New York. Insomma, le richieste sono tante e di certo noi riusciremo a beneficiarne ma dobbiamo essere pronti a cogliere l’occasione al volo. Partendo da un presupposto: attenzione, gli americani sono diversi dai tedeschi per svariati motivi, quindi dovremo essere bravi ad essere più flessibili. Ma ripeto, le opportunità ci sono e le coglieremo. Perciò credo che alla fine il bilancio sarà positivo»

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Brigida

Sul discorso del personale che preferisce lasciare l’isola ci sarebbe da scrivere tanto. Ma, in primis, confrontate un poco non la stagione “corta” ma il trattamento finanziario e la differenza tra Ischia e il resto del mondo. Se a Ischia porti a casa intorno ai 1.300€ con turni che arrivano anche a 10/12 ore e tra luglio e agosto è una guerra per avere la giornata libera, poi vedi che altrove guadagni anche oltre 2000€ e con orari davvero rispettati… beh, non credo che debba continuare, vero!? Ci sono giovani – anche di mia diretta conoscenza – che sono preparatissimi, parlano anche due o tre lingue straniere ma sono stati respinti negli alberghi anche dalle 4 stelle in sù. Costano “troppo”. Perchè poi si preferisce prendere due stagisti da coprire la stagione a 600€ l’uno. Fa niente che il servizio al cliente ne risente enormemente, basta risparmiare e così poter abbassare le tariffe. Anche gli alberghi “alti” oramai ci ricorrono. Che poi questi giovani stagisti dopo non hanno neanche la possibilità di essere assunti perchè ci sono sempre nuovi “colleghi” è una ruota che non si sa come fermare. Ancora domande sul perché lasciano Ischia?

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