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Lucianna De Falco, tra Titina e i fantasmi

Cinema e teatro per l’attrice isolana: dopo il set con De Sica, debutto al Sannazzaro con “Tornò al nido e altre Titine”

Gli spettri irrompono al cinema in due modi: per soccorrere i vivi (e aiutarli ad affrontare la vita con più coraggio) o per terrorizzarli (vendicandosi di imperdonabili affronti subiti in vita). Di solito gemono al buio tra il ruggito del vento o un silenzio minaccioso rotto da porte che sbattono e catene che strisciano. Spesso in dimore disabitate, alle quali sono assai affezionati.
Non sappiamo (ancora) come emergeranno in “Sono solo fantasmi”, la commedia paranormale che Christian De Sica sta ultimando di girare a Napoli, città ideale per come rappresenta il confine che separa la vita dal sogno o per come li fonde insieme. Sappiamo però che questi spiritelli, alcuni cattivi, altri meno, daranno filo da torcere ai tre fratelli (De Sica, Carlo Buccirosso e Gianmarco Tognazzi) che decidono di dargli la caccia e ai poveri sventurati in cui si imbatteranno. Tra cui Lucianna De Falco, signora Franca in parrucca bruno ramata e tenuta da notte, nel film di cui si stanno ultimando le riprese nel centro storico e la cui uscita nelle sale è prevista – non a caso – il prossimo Halloween.

«Le storie – ci ha raccontato l’attrice isolana – sono tutte incentrate sul rapporto con il paranormale, con il bisogno di liberarsi dal maligno o dall’ignoto; dall’altro che ti disturba e ci molesta. Una metafora del vivere quotidiano, dell’uomo che combatte con i mostri, che stanno fuori e dentro ognuno di noi
“Sono solo fantasmi” è la nona prova da regista per Christian De Sica, affiancato per l’occasione da suo figlio Brando. «Che bel ricordo avevo di Cristian!», ci dice la De Falco «L’ultima volta l’ho incontrato sul palco del Festival “Rossellini a Maiori”, una rassegna di cortometraggi di giovani talenti, prodotti e distribuiti dal festival stesso. Ho presentato tre edizioni e in una in particolare, sul palco, sono saliti l figlio di Vittorio De Sica, Cristian, e quello di Roberto Rossellini, Renzo. Mi ricordo di aver pensato che ero lì, tra di loro, a contatto con i figli del nostro cinema italiano più importante di sempre.»
Nessuna paura dei fantasmi, fuori dal set? «Nessuna. Non credo ai fantasmi nel senso classico del termine. Credo nell’energia, nelle presenze. Ho un buon rapporto con i miei morti, li sento sempre vicini, a sostenermi, a volte anche a consigliarmi

Ma c’è un altro “fantasma”, stavolta artistico, da incontrare a breve: Titina De Filippo, a cui è dedicato lo spettacolo “Tornò al nido… e altre Titine”, che sarà presentato in anteprima assoluta venerdì e sabato prossimi al Teatro Sannazzaro nell’ambito del “Napoli Teatro Festival Italia”. «Il progetto – spega l’attrice – è a cura di Antonella Stefanucci, mia collega e amica, e racconta  la figura di Titina De Filippo, partendo da un testo scritto da lei, dal titolo: “Tornò al nido”, con incursioni dei personaggi che Titina ha interpretato; un omaggio all’autrice, alla grandissima interprete e antesignana di tante eroine moderne; una donna che, a un certo punto, ha avuto il coraggio di lasciare “il blocco De Filippo”, la famiglia artistica a cui apparteneva, per emanciparsi con una carriera autonoma. Sposarsi, ma soprattutto dipingere, suonare, scrivere. Esprimersi nel senso della più moderna libertà.»
Il Progetto le Titine nasce con un gruppo di attori capaci di giocare partendo da un atto unico che rimanda alle “Tre sorelle” di Cechov, drammaturgo di sicuro riferimento per Titina-autrice. In una sera di primavera, in un’antica casa di campagna, tre sorelle siedono e conversano accanto ad un braciere, una musica giunge da lontano, cala la notte e le tre, assieme al loro vecchio servitore sordo, stanno andando a dormire. A un certo punto qualcuno bussa alla  porta… chi sarà? 

Salotti, balconi sul mare, case di campagna; musicisti e capitani di marina, nobiltà decadute, figli illegittimi e amanti in fuga. Incursioni, rotture e attraversamenti nell’opera drammaturgica di Titina. «Con me sul palco, oltre ad Antonella Stefanucci, ci saranno Adele Pandolfi, Gino Curcione, Carmine Borrino, Eva Sabelli. Lo spettacolo è stato prodotto dal Napoli Teatro Festival e Teatro del Loto, con un particolare ringraziamento alla sala del Riot di Napoli, messa a disposizione gratuitamente per le prove.» 
Ma la grande famiglia dei De Filippo, proprio come fantasmi buoni che sono sempre al nostro fianco, non lascerà facilmente la De Falco. Ancora a teatro l’attrice sarà Teresa Savastano in “Non è vero ma ci credo”, commedia di Peppino De Filippo nell’adattamento di Leo Muscato.

«Quest’anno, dopo un po’ di mesi a Napoli, dove mi sono trasferita dopo 24 anni vissuti a Roma, mi sono arrivate tutte proposte targate De Filippo/Scarpetta. Certo è un segno… “mò che segno è… nun ‘o sapimmo… ma è un segno!”, come scriveva Annibale Ruccello in “Mamma”. Ho già iniziato le prove: Enzo De Caro, che sulla scena sarà mio marito, è assolutamente delizioso. Il regista Muscato ha un garbo e una fermezza che sono merce rara in questo ambiente. Debutteremo al Festival di Borgio Verezzi dopo Ferragsto e poi in tournée da fine novembre. Se sono superstiziosa? È proprio il caso di dire: non è vero, ma ci credo! Non lo sono, ma faccio sempre attenzione a non turbare la sensibilità dei miei colleghi più ‘credenti’
Ha lavorato con tanti registi (Ferreri, Martone, Vanzina, Genovese, Ozpetek, i Manetti), con chi farebbe il bis? «Impossibile rispondere. Aspetto proprio che quel qualcuno ricompaia per farci il bis. E siccome: “non vero, ma ci credo!”, lascio il suo nome top secret

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