POLITICAPRIMO PIANO

Da Berlusconi a Pascale passando per Maresca, riecco il “ciclone” De Siano

Intervista al senatore di Forza Italia con le valutazioni sull’attuale momento politico locale, ma non solo

Partiamo da Arcore, ci racconti dell’incontro con Silvio Berlusconi: come ha trovato il cavaliere?

«Ho incontrato Berlusconi a una importante riunione politica: ha dato la sua disponibilità per rappresentare il centrodestra all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Forza Italia continuerà a sostenere il governo Draghi, non ci sono alternative credibili»

«Era molto tempo che non avevamo la possibilità di incontrarci di persona a causa della pandemia, costringendoci a fare incontri in videoconferenza. Finalmente stavolta siamo riusciti a organizzare una vera riunione in presenza, con Berlusconi insieme a tutti i coordinatori regionali e i capigruppo, oltre al coordinatore nazionale. Dal punto di vista umano è sempre molto piacere dialogare con Berlusconi, mentre dal punto di vista politico è stato un incontro ricco di contenuti: si è parlato del momento che sta vivendo il Paese, dell’emergenza sanitaria, delle iniziative del Governo, del sostegno di Forza Italia all’esecutivo che continuerà, visto che in questo momento Draghi è l’unica alternativa, seria, credibile, anche a livello internazionale. Quindi Forza Italia deve continuare ad essere protagonista nel sostenere questo cammino».

Che cosa le ha detto che l’ha colpita, e soprattutto ha parlato anche della nostra isola?

«Si è parlato delle prossime importanti scadenze, a partire dall’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Naturalmente il presidente Berlusconi ha dato la propria disponibilità: nel momento in cui c’è compattezza all’interno dello schieramento di centrodestra in relazione a una candidatura, egli ha dichiarato di essere pronto a rappresentare l’area politica all’interno del parlamento quando si procederà all’elezione. Non c’è stata invece nessuna occasione per parlare della nostra isola: noi non siamo il centro del mondo, e il contesto non era adatto per toccare le nostre piccole faccende locali».

A Napoli Maresca ha perso in maniera pesantissima. Cosa non ha funzionato?

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«A Napoli Maresca era un degno candidato: ha perso, ma il centrosinistra in Campania è una corazzata, e spesso la competizione non è ad armi pari. Dobbiamo riflettere sui motivi che impediscono al centrodestra di arrivare al governo della città»

«Come Forza Italia noi abbiamo tenuto conto delle indicazioni degli altri partiti sulla candidatura a sindaco di una persona della società civile, e in questo momento storico ci è parso opportuno che il centrodestra – che vive un momento difficile in regioni come la Campania – potesse aprirsi a forze civiche, e quindi al dottor Maresca, che con l’apporto di determinate realtà solitamente distanti dalla nostra, pensavamo potesse dar vita a una proposta politica che ritenevamo competitiva. Sull’altro fronte, c’era un’autentica corazzata: non dimentichiamo che in Regione il centrosinistra governa praticamente tutto. Le vicende che stanno venendo alla luce in maniera evidente, anche in provincia di Salerno, testimoniano che è quantomeno complicato competere: è come se le squadre in campo non avessero lo stesso numero di giocatori. D’altra parte è ovvio che nel centrodestra dobbiamo fare una seria riflessione: Napoli è una delle città più importanti d’Italia, ma sono decenni che il centrodestra non riesce a ottenere il consenso per governarla».

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Cosa significa l’elezione di un sindaco donna a Serrara Fontana?

«Guardi, Lacco Ameno nel 2007 ha eletto il primo sindaco donna nella storia dell’isola, e io fui tra i fautori di tale elezione, quindi non si tratta di un evento inedito: Tuta Irace fu complessivamente un buon sindaco per Lacco Ameno. Per una valutazione dell’operato del nuovo sindaco di Serrara Fontana bisognerà aspettare».

In campagna elettorale Lei ha sostenuto più volte che ci fossero ingerenze del sindaco Del Deo nei fatti lacchesi.

«L’elezione di un sindaco donna a Serrara Fontana non è un fatto inedito: fui tra i fautori dell’elezione di Tuta Irace a Lacco Ameno che si dimostrò un bravo sindaco»

«È un’evidenza. Non si tratta soltanto di una mia affermazione. Quotidianamente viene dimostrato che quello che dissi è vero, nel senso che Lacco Ameno sarebbe divenuto un’appendice, una succursale di un comune limitrofo: è la verità, e lo verificano i cittadini lacchesi sulla propria pelle ogni giorno. Se bisogna, ad esempio, tagliare il ramo di un albero, o bisogna tappare una buca in strada, ecco che arriva una ditta da Forio. È uno schema ben preciso».

Come giudica fin qui l’operato dell’attuale amministrazione Pascale?

«Completamente fallimentare. Il paese non esiste più. È stato distrutto il mondo dello sport, col campo sportivo inagibile; la portualità era un elemento importantissimo per il paese mentre adesso non si sa bene cosa succederà. Per quanto riguarda la scuola, componente fondamentale di una comunità, essa non esiste più. Se questi sono i risultati, è impossibile giudicarla diversamente. Manca un’idea di comunità».

Ha accennato alla questione del campo sportivo; la minoranza accusa, la maggioranza si difende spiegando che i lavori non partono perché alla ditta manca ancora una certificazione.

«Sono anni che il campo, da quando era un gioiellino, è stato reso sostanzialmente inagibile, distruggendo il settore sportivo della comunità. In altri luoghi costruiscono grattacieli, a Lacco Ameno invece non sono stati in grado di porre le condizioni affinché il campo fosse reso agibile. La maggioranza ha la responsabilità di far sì che tali condizioni si creino, e di risolvere i problemi. Se la maggioranza andasse a casa, nel giro di settantadue ore, a costo zero, si risolverebbe il problema. Ciò vuol dire che è una questione di incapacità della maggioranza».

Maggioranza e opposizione hanno invece trovato una convergenza collaborativa sulla problematica delle abitazioni gravate da ordine di demolizione.

«Finora l’amministrazione Pascale è fallimentare, il paese non esiste più, manca una visione d’insieme della comunità. Il campo sportivo è inagibile, il porto è un’incognita, la scuola è ai doppi turni»

«Su questo tema ho invitato l’amministrazione a creare le condizioni per elaborare una proposta unitaria. Siamo riusciti a elaborare tale proposta, su un problema estremamente serio, che non ha colore politico. Per questo ho invitato più volte la maggioranza ad arrivare a un tavolo comune per affrontare la tematica, e l’amministrazione mi ha assicurato che lo avrebbe fatto. Spero quindi che nel prossimo consiglio comunale si possa arrivare a una delibera condivisa sulla questione: sarebbe un fatto estremamente positivo. In tal modo daremmo una risposta concreta ai cittadini, l’unica che possiamo dare in questo momento storico, come consiglio comunale. Sono stato tra i fautori di questa proposta, perché a differenza di altri Comuni, Lacco Ameno ha subìto il terremoto, e con tutte le vicissitudini che si sono susseguite negli ultimi anni, il paese vive di fatto un’emergenza abitativa. Io ritengo, e credo che come me lo pensi l’intero consiglio comunale, che il trovare un rimedio all’emergenza abitativa sia un tema che rientri nel concetto di pubblica utilità. Intendo dire che un civico consesso ha il dovere di prendere in considerazione l’acquisizione al patrimonio pubblico di edifici soggetti a ordine di demolizione, affinché siano sottratti all’abbattimento e far sì che persone che non abbiano alternative possano continuare ad abitarvi. Il terremoto del 2017 ha creato questa emergenza abitativa, e infatti lo Stato paga ancora oggi i contributi di autonoma sistemazione a chi ha visto la propria casa danneggiata, cosa che di fatto prova l’esistenza di tale emergenza nel Comune di Lacco Ameno. Esiste una norma che stabilisce che l’immobile abusivo può essere acquisito dall’ente, per demolirlo ma anche per destinarlo a fini di pubblica utilità, che sia la costituzione di un asilo, di una scuola o altro. In questo momento l’emergenza abitativa può a buon diritto rientrare negli scopi di pubblica utilità».

L’iniziativa congiunta del Consiglio comunale di Lacco Ameno sul tema potrebbe fungere da esempio per gli altri comuni isolani?

«Con la proposta di delibera congiunta del consiglio comunale sul tema-abbattimenti intendiamo affrontare l’emergenza abitativa che ha colpito Lacco Ameno soprattutto all’indomani del sisma del 2017. Trovare alternative alla demolizione è di pubblico interesse»

«Non so se il nostro esempio possa essere seguito da altri Comuni. Di sicuro a Lacco Ameno viviamo il problema in maniera concreta: ogni demolizione lascia una famiglia senza una casa, e il Comune non dispone di edifici pubblici dove poter ospitare in emergenza tali famiglie: una mancanza che costringe anche le classi scolastiche a fare doppi turni. È quindi chiaro che non ci sono alternative per chi viene colpito dalle demolizioni. Di conseguenza la soluzione di questo problema è di pubblico interesse».

Il Comune unico, suo vecchio pallino, sembra sempre più lontano. Lei ci crede ancora?

«Al momento sono pessimista rispetto alla possibilità di arrivare sull’isola d’Ischia a un assetto istituzionale che preveda un unico Comune. Io ho fatto di tutto per contribuire ad arrivare a questo traguardo, ma non ci sono riuscito. Dovrebbe essere la classe politica a creare le condizioni per arrivare alla fusione dei comuni isolani. Oggi dal punto di vista culturale sono stati fatti tanti passi indietro, anche a livello della stessa classe politica, rispetto a quello che poteva essere l’inizio di un percorso isolano: per questo, come ho detto, sono pessimista».

Davide Conte e Maria Grazia Di Scala con Fratelli d’Italia, cosa ne pensa?

«Si tratta di una scelta legittima. Ogni giorno vediamo personaggi politici passare ad altre formazioni. Le persone che Lei ha nominato militavano in Forza Italia e sono passate in un altro partito, all’interno della coalizione di centrodestra. Prendo atto della loro scelta, e andiamo avanti».

L’anno prossimo si vota a Ischia e Barano: secondo Lei è giusto affermare che Enzo Ferrandino e Dionigi Gaudioso vanno verso la riconferma a furor di popolo?

«Le elezioni si devono prima fare. Che poi le amministrazioni in carica partano favorite per la competizione elettorale, è fuori discussione: è un dato che viene continuamente confermato dalle varie elezioni isolane. Tuttavia, come ho detto, le elezioni si devono prima svolgere. Mai dire mai».

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