CULTURA & SOCIETA'

Da Gerusalemme alla chiesa di Portosalvo, torna la Via Crucis: il parroco Don Luigi De Donato si mantiene fedele al percorso della tradizione

LA VIA CRUCIS UNA STORIA LUNGA SECOLI – QUESTE Le 14 STAZIONI DELLA VIA DOLOROSA CON LE STORICHE STAZIONI, ALLE QUALI SI È RECENTEMENTE PROPOSTO DI AGGIUNGERE UNA 15A, Dedicata Alla Resurrezione Di Cristo, DISTINTE COSI’: I) Stazione: Gesù è condannato a morte; II) Stazione: Gesù riceve sulle spalle la Croce; III) Stazione: Gesù cade per la prima volta, IV) Stazione: Gesù incontra sua madre; V) Stazione: Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce; VI) Stazione: La Veronica asciuga il volto a Gesù; VII) Stazione: Gesù cade per la seconda volta; VIII) Stazione: Le donne di Gerusalemme piangono su Gesù; IX) Stazione: Gesù cade per la terza volta; X) Stazione : Gesù è spogliato delle sue vesti; XI) Stazione: Gesù è inchiodato sulla Croce; XII) Stazione: Gesù muore in Croce; XIII) Stazione: Gesù è deposto dalla croce; IV) Stazione: Gesù è deposto nel sepolcro

Nella Chiesa Reale di Portosalvo venerdi scorso, il secondo della liturgia quaresimale, è stato officiato dal parroco Don Luigi De Donato seguito dai parrocchiani fedeli, la cerimonia del secondo Venerdi della Via Crucis col rito tradizionale. Il parroco in mini processione all’nterno della Chiesa lungo il percorso delle navate con la elevazione della Croce. ha recitato la rappresentazione di ogni singola Stazione in cui con la preghiera penitente sono state rivissute le 14 tappe del calvario di Cristo Gesù, fino alla scena finale della sua morte in Croce. Santa Maria di Portosalvo a Porto d’Ischia è rimasta l’unica Chiesa parrocchiale , almeno qui a Ischia, ad eseguire il rituale della Via Crucis in movimento.

Ossia, leggendo i sacri episodi della Via Dolorosa davanti alle immagini della Via Crucis appuntate alle pareti bianche della Chiesa. Tutto questo in differente modo delle altre Chiese parrocchiali della Diocesi dove il sacerdote, da posizione fissa. legge ad una ad una, intervallate dalle preghiere penitenti, i testi delle 14 stazioni fino alla conclusione delle stesse. con l’assemblea dei fedeli ferma nei banchi nella partecipazione al rito. Il fascino del ricordo delle passate Via Crucis, le Via Crucis della nostra infanzia, ci porta con la mente a quanto era gratificante per noi essere scelti a portare la Croce nel rito che si svolgeva in Cattedrale guidati dall’indimenticabile parroco don Vincenzo Cenatiempo. Ed ancora quando più grandicelli, fino all’ètà della piena gioventù si andava in gruppo al Cretaio nei venerdi comandati della Via Crucis per la scampagnata che precedeva la Settimana Santa. Le Stazioni della Via Crucis sono 14, indicati così: I) Stazione: Gesù è condannato a morte; II) Stazione: Gesù riceve sulle spalle la Croce; III) Stazione: Gesù cade per la prima volta, IV) Stazione: Gesù incontra sua madre; V) Stazione: Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce; VI) Stazione: La Veronica asciuga il volto a Gesù; VII) Stazione: Gesù cade per la seconda volta; VIII) Stazione: Le donne di Gerusalemme piangono su Gesù; IX) Stazione: Gesù cade per la terza volta; X) Stazione : Gesù è spogliato delle sue vesti; XI) Stazione: Gesù è inchiodato sulla Croce; XII) Stazione: Gesù muore in Croce; XIII) Stazione: Gesù è deposto dalla croce; IV) Stazione: Gesù è deposto nel sepolcro.

Possibile nuova Stazione, la XV con Gesu’ che risorge. Stazione. La storia della Via Crucis. Alcuni fanno risalire la storia di questa devozione alle visite di Maria, madre di Gesù, presso i luoghi della Passione a Gerusalemme, ma la maggior parte degli storici riconosce l’inizio della specifica devozione a Francesco d’Assisi o alla tradizione francescana. Intorno al 1294Rinaldo di Monte Crucis, frate domenicano, racconta la sua salita al Santo Sepolcro “per viam, per quam ascendit Christus, baiulans sibi crucem”, per varie tappe, che chiama stationes: il luogo della condanna a morte di Gesù, l’incontro con le pie donne, la consegna della croce a Simone di Cirene, e gli altri episodi della Passione fino alla morte di Gesù sulla Croce.Originariamente la vera Via Crucis comportava la necessità di recarsi materialmente in visita presso i luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte. Dal momento che un tale pellegrinaggio era impossibile per molti, la rappresentazione delle stazioni nelle chiese rappresentò un modo di portare idealmente a Gerusalemme ciascun credente. Le rappresentazioni dei vari episodi dolorosi accaduti lungo il percorso contribuivano a coinvolgere gli spettatori con una forte carica emotiva. Sul finire del XIV secolo, si ha una delle prime attestazioni della Via Crucis fuori dalla Terra Santa: il frate domenicano Alvaro da Cordova introduce questa pia pratica nel suo convento. Tale pratica popolare venne diffusa dai pellegrini di ritorno dalla Terrasanta e principalmente dai Minori Francescani che, dal 1342, avevano la custodia dei Luoghi Santi di Palestina. Inizialmente la Via Crucis come serie di quattordici “quadri” disposti nello stesso ordine (vedi il capitolo seguente) si diffonde in Spagna nella prima metà del XVII secolo e venne istituita esclusivamente nelle chiese dei Minori Osservanti e Riformati.

Successivamente Clemente XII estese, nel 1731, la facoltà di istituire la Via Crucis anche nelle altre chiese mantenendo il privilegio della sua istituzione al solo ordine francescano.Uno dei maggiori ideatori e propagatori della Via Crucis fu San Leonardo da Porto Maurizio, frate minore francescano che ne creò personalmente alcune centinaia. Al fine di limitare la diffusione incontrollata di tale pratica devozionale, Benedetto XIV ricorse poco dopo ai ripari stabilendo, nel 1741, che non vi potesse essere più di una Via Crucis per parrocchia. La collocazione delle stazioni all’interno della chiesa doveva rispondere a norme di simmetria ed equidistanza: il corretto espletamento delle pratiche devozionali consentiva di acquisire le stesse indulgenze concesse visitando tutti i Luoghi Santi di Gerusalemme. Oggi tutte le chiese cattoliche dispongono di una “via dolorosa”, o almeno di una sequenza murale interna. Il numero e nomi delle stazioni cambiarono radicalmente in diverse occasioni nella storia della devozione, sebbene l’elenco corrente di quattordici stazioni ora sia quasi universalmente accettato. L’ordine lungo le pareti non segue una regola precisa, può infatti essere indifferentemente orario o antiorario. Secondo un documento della diocesi di Nanterre “l’ordine più diffuso è quello antiorario, ma non c’è una regola generale”.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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