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De Siano: io sindaco d’Ischia? Prima il progetto, poi l’uomo…

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. Entrato in Consiglio comunale poco più che ventenne (correva l’anno 1980), oggi Domenico De Siano è Senatore della Repubblica nelle file di Forza Italia, dopo aver ricoperto ogni ruolo politico-amministrativo in ambito nazionale. Sindaco di Lacco Ameno per due mandati consecutivi, dal 1997 al 2007, consigliere provinciale dal 2004 e regionale dal 2010, anno in cui per alcuni mesi ricopre anche la carica di Deputato alla Camera. Gli abbiamo rivolto alcune domande su alcuni temi dell’attualità isolana e non solo.

Senatore, non possiamo che partire da qui: Lei è davvero pronto a candidarsi a sindaco d’Ischia? E in caso di risposta positiva, è vero che esiste già un accordo con Giosi Ferrandino per un ideale passaggio di consegne?

«Le rispondo in maniera il più possibile sintetica. La scadenza naturale per le elezioni nel Comune di Ischia è il 2017, c’è molto tempo per riflettere e ragionarci, quindi è un discorso totalmente prematuro. Quelle che circolano adesso, di conseguenza, sono soltanto dicerie prive di qualsiasi fondamento. Ma al di là di queste voci, io credo che alla base di un’elezione amministrativa debba esservi un progetto che risponda alle esigenze di quella determinata comunità, che poi darà o rifiuterà il suo consenso. Se non esiste un progetto, un’idea di paese, un punto da cui partire per raggiungere determinati risultati, allora diventa soltanto la sostituzione fisica di una persona con un’altra nel ruolo di amministratore».

Il Comune Unico è da sempre un suo pallino. Cosa risponde a chi sostiene che tale progetto in realtà è espressione della Sua volontà di governare o comunque di porre sotto il Suo diretto controllo l’intera isola?

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«Io credo che gli schemi amministrativi dell’isola d’Ischia siano ormai obsoleti e che non rispondano più alle reali necessità delle comunità isolane, che poi di fatto è un’unica comunità. Tutto si evolve, e quindi anche l’organizzazione della macchina amministrativa dell’isola dovrebbe aggiornarsi, modernizzarsi. Sulla scorta dell’esperienza che ho maturato come amministratore pubblico nel corso degli anni, ho maturato la convinzione che per dare risposte concrete alle esigenze di questa comunità, c’è bisogno di approdare al Comune Unico. Altra cosa sono coloro che, privi di argomentazioni politico-amministrative, buttano l’intera questione sul mero piano personale, attribuendo un’idea positiva come il comune unico ai capricci di una singola persona vogliosa di emergere. Il problema di fondo è che la macchina della pubblica amministrazione non risponde più a quelle che sono le tante necessità quotidiane. Anche la legge finanziaria che è in discussione in Parlamento contiene alcune norme che facilitano l’accorpamento e la fusione dei comuni, con enormi vantaggi per le comunità. Ciò è dovuto al fatto che ormai, non solo a Ischia ma anche in moltissime zone d’Italia, si avverte l’esigenza di affrontare uniti le problematiche da affrontare. È un fenomeno che si nota anche in altri ambiti. Ad esempio, per affrontare con successo il mercato globalizzato, assistiamo alla fusione tra diversi gruppi industriali, tra varie catene internazionali alberghiere, allo scopo di rispondere in modo adeguato alle sfide sempre più pressanti del mondo attuale. Allo stesso modo, anche la pubblica amministrazione deve essere in grado di dare delle risposte diverse a quelle che potevano essere fornite venti o trenta anni fa. Ecco perché vi è assoluto bisogno di un’evoluzione. Io credo di avere, insieme ad altri, un’idea di paese, o meglio di quello che dovrebbe essere l’isola nei prossimi anni, e sono pronto a confrontare la mia idea con coloro i quali la pensano in maniera diversa da me, però  credo sia davvero riduttivo e sintomo di una visione ristretta dire di essere contro al comune unico semplicemente perché non si vuole il signor De Siano come sindaco del Comune unico. In tal modo non credo che rendiamo un buon servizio ai nostri concittadini.  Dovremmo avere la capacità di mettere da parte gli interessi particolari a favore di una visione generale e protesa nel tempo».

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