CULTURA & SOCIETA'

Diffamazione, le condizioni per uscirne in fretta

La regola è uniformarsi con la buona educazione

Spesso nel linguaggio comune, i termini “ingiuria”, “diffamazione” e “calunnia” vengono utilizzati in relazione allo stesso significato, mentre per il diritto si tratta di tre illeciti diversi tra loro.

La diffamazione è l’offesa nei confronti della reputazione altrui commessa comunicando con altre persone, che devono essere almeno due o più di due. In questo caso di solito la vittima non è presente. Non si può avere diffamazione quando si parla male di un’altra persona con un’altra. Il reato si ha lo stesso se l’episodio si ripete in modo sistematico con altre persone, da configurare la comunicazione, anche se non contemporanea, con più soggetti.

Diffamazione

La calunnia si ha quando una persona viene accusata ingiustamente, davanti a una pubblica autorità, di un fatto che non è vero.

L’autore del reato deve essere in malafede, deve agire conoscendo l’altrui innocenza. Non si ha di fronte la vera e propria calunnia se una persona denuncia o querela un’altra senza prove o se ignora la corretta interpretazione della legge.

Ingiuria e diffamazione non possono essere puniti se commessi in uno stato di rabbia determinato dall’aver subito, dalla stessa vittima, una precedente ingiuria o diffamazione.

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Si può reagire alle parole con le parole, non con intimidazioni o violenze. Certo ad Ischia se ne vedono di battaglie comportamentali e ad oggi si combatte verso questo mostro senza trarne concrete conclusioni.

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È però necessario che la reazione sia immediata e frutto dell’ira del momento. Non deve essere una vendetta, servita dopo molto tempo, in casi simili scatterebbe il reato.

Per punire il colpevole di diffamazione è necessario presentare una querela alle autorità. La regola per uscire dall’incubo è questa: si può andare dai carabinieri o dalla polizia o depositare l’atto presso la Procura della Repubblica. Se la diffamazione avviene a mezzo internet, come nel caso di un post offensivo su Facebook o una notizia veicolata su un sito, si ha un’aggravante.

In simili ipotesi la querela può essere presentata alla polizia postale. Per il deposito della querela non è necessaria la presenza dell’avvocato. Le dichiarazioni della vittima verranno verbalizzate dalle autorità che procederanno a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica.

Ci sono dei casi in cui esistono degli aggravanti. Purtroppo molti soggetti non riescono a riprendere la vita normale con successo.

Diffamazione

Se una persona, a seguito di una diffamazione, ha dovuto sopportare a lungo l’imbarazzo di essere guardata con sospetto da altre persone, vicini di casa, colleghi di lavoro oppure altri  soggetti con i quali ha rapporti nella vita quotidiana, ha diritto ad essere risarcita.

La giurisprudenza ritiene infatti che il soggetto offeso possa chiedere un risarcimento economico anche per il danno morale subito. Il danno morale consiste nella sofferenza fisica o psichica che l’offeso ha dovuto sopportare a causa di un fatto illecito altrui e la sua liquidazione viene stabilita, caso per caso, dal singolo giudice.

Offendere la reputazione altrui configura sempre il reato di diffamazione perché l’avere commesso un fatto, anche se riprovevole, non comporta la perdita del diritto all’onore e alla reputazione.

Praticamente si camperebbe meglio adottando un linguaggio educato senza utilizzare espressioni scortesi e offensive.

È importante costruire un nuovo soggetto sociale, in grado di corrispondere pienamente ai compiti sociali della società moderna, fondata sulla divisione del lavoro, sulla specializzazione, ma anche sull’emergere dell’individualità, con implicazioni importanti per i processi di integrazione e coesione sociale.

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