Dirigenti scolastici, marcia su Roma: la protesta parte da Ischia
A farsi promotore dell’iniziativa la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Forio I: ecco cosa lamenta facendosi portavoce anche di tanti suoi colleghi
È una battaglia che parte dall’isola di Ischia. Si tratta della protesta dei dirigenti scolastici che contestano l’impossibilità di ottemperare ad obblighi di legge legati alla sicurezza e al DLGS 81/08, senza avere alcuna risorsa né di personale nè economica in merito e rimanendo tuttavia responsabili davanti alla legge in senso penale, civile e patrimoniale.
A condurre la battaglia sull’isola di Ischia è la Maria Chiara Conti, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Forio 1”. “Secondo il decreto ministeriale il Dirigente è anche il datore di lavoro ai sensi del DLGS 81/08 in pratica significa che noi dirigenti siamo anche responsabili per la sicurezza per i nostri istituti scolastici”. “E questo è impensabile”, incalza la dirigente. Secondo Maria Chiara Conti “il Dirigente Scolastico non può essere considerato datore di lavoro perché non determina il numero di persone da assegnare alla propria istituzione, che vengono definiti dall’Ufficio scolastico regionale su disposizioni del MIUR, mentre qualunque datore di lavoro decide e determina quanti devono essere i propri dipendenti”. E non solo. “Il dirigente non sceglie il proprio personale: il personale viene definiti da USR e MIUR tramite concorsi, graduatorie ed altre procedure amministrative. Se le competenze non corrispondono ai bisogni definiti nel PTOF non ha importanza. Ma un datore di lavoro sceglie il proprio personale in base alle competenze e alle necessità. Inoltre il dirigente non ha risorse economiche per gestire la sicurezza degli edifici: le risorse economiche sono assegnate agli enti proprietari (Comuni e Province/Città Metropolitane) nella quasi totalità.
Il Dirigente Scolastico è solamente responsabile, può comunicare agli enti le necessità, può attivare azioni di contenimento ma non può intervenire nè economicamente nè giuridicamente sulle strutture”. E per quanto riguarda le strutture scolastiche dell’isola, la dirigente è chiara: “Ischia è un’isola vulcanica e le scuole non sono antisismiche. Basterebbe solo questo dato per capire la nostra situazione. Al di là di questo la situazione è certamente migliore rispetto alle scuole napoletane. Tornando sull’isola, tutti sappiamo che ci sono tanti locali in fitto adibiti ad edifici scolastici che sono nati con altre destinazioni”. E continuando: “Come se non bastasse so che ci sono scuole che non hanno nemmeno i certificati antincendio, ma non me la sento di puntare il dito contro nessuno. Non è colpa dei dirigenti scolastici e credo che non sia nemmeno giusto prendersela con i sindaci che devono scontrarsi con i pochi fondi che hanno”. “Sono i proprietari degli stabili che dovrebbero garantire la sicurezza dei locali”, incalza Conti che spiega come “Le strutture scolastiche sono drammaticamente fatiscenti, il Dirigente Scolastico non può fare una valutazione della struttura prima che gli venga assegnata, ma una volta assegnata ne è responsabile in tutto e per tutto”.
Per questo i dirigenti scolastici, in primis quelli ischitani, saranno a Roma il prossimo 30 ottobre per protestare contro questa norma. “Il Dirigente Scolastico si trova in una trappola amministrativa e penale: responsabile di strutture fatiscenti che non può mettere a norma, non sceglie il personale nè per numero né per competenze e tuttavia risponde penalmente e col proprio patrimonio personale di qualunque incidente e di qualunque azione commessa da tutto il personale, in quanto vige non solo l’obbligo di dare istruzioni ma anche di controllare che le istruzioni emanate vengano rispettate”. “Molti colleghi – incalza la dirigente della scuola di Forio – sono stati condannati in forma tecnicamente purtroppo ineccepibile, ma in base ad una norma disumana e assurda. Tutti noi siamo gravemente esposti a una responsabilità ingiusta, unica nel panorama internazionale, che è contro i principi del nostro ordinamento giuridico (in buona sostanza si tratta di responsabilità penale oggettiva)”. E chiosa: “Si tratta di una legge che applicata nella scuola è contraddittoria in quanto condanna chi non ha né poteri né risorse e che dunque mette sempre più a rischio la sicurezza di alunni e lavoratori”. “Non possiamo più accettare tutto questo. Non lo vogliamo più accettare”, parola dei dirigenti scolastici.