LE OPINIONI

Sotto Tiro di Mizar Ischia, cosa salvare

Per sopravvivere turisticamente, dopo aver quasi distrutto il bellissimo territorio che madre natura ci aveva donato, cosa dobbiamo a tutti i costi salvaguardare? Nel 1950 eravamo l’Isola verde, nel 2000 siamo diventata l’isola degli abusivisti. La crescita economica esponenziale e i disagi patiti fino agli anni cinquanta non ci hanno fatto ragionare come insieme di persone ma abbiamo fatto prevalere il personalismo più becero capeggiati da una classe dirigente che non ha saputo essere élite di pensiero.

Tutto quello che non funziona lo racchiudo in una frase: corso Vittoria Colonna ad Ischia comune non ha ancora le fogne. Nel 2021.

Detto questo passiamo al salvabile. Sono anni che parlo di isole nell’isola. Il territorio che sta a valle di Fondo Bosso con il tratto di mare che va da Punta della Pisciazza alla spiaggia degli inglesi, Lacco Ameno dal Capitello a Citara passando da Mezzatorre, Zaro e San Francesco, Sant’Angelo, i Maronti con i boschi di Barano, le zone rurali ancora vivibili, la zona alta di Casamicciola con i boschi del Cretaio e altre enclave da aggiungere alla lista. Il resto va bonificato partendo da una attenta analisi delle strutture alberghiere per dare loro la possibilità di competere a livello internazionale.

Come. Forse riducendo i posti letto? Il cane che si morde la coda mi sembra l’immagine della nostra isola in questo momento storico. Sono molti gli aspetti veramente critici dell’intera problematica che l’isola deve affrontare. Abbiamo bisogno di tempo ma anche di persone responsabili che riescano a pensare a lungo termine. Cataloghiamo le cose da fare e con le dovute priorità, una ad una, incominciamo ad affrontarle. Logicamente la guida dovrebbe andare in mano alle pubbliche amministrazioni.

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