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Eav, in settimana saranno sentiti i tre lavoratori sospesi

L’indagine sul loro conto è stata affidata addirittura ad una agenzia investigativa. I tre lavoratori della Eav attualmente sospesi sono stati seguiti, pedinati, controllati: come ormai è noto a tutti, durante i permessi trascorrevano la giornata a sbrigare commissioni personali, non certo a seguire i parenti malati. La società, quindi, ha dovuto attivare le previste procedure disciplinari e, nel frattempo, ha sospeso «dal soldo e dal servizio» (così recita il regolamento) i tre dipendenti.

In questa settimana, intanto, dovrebbero essere sentiti gli interessati e, se saranno confermate le informazioni acquisite dagli investigatori, potrebbero essere adottate una serie di misure anche drastiche. «Verranno fatte le opportune verifiche in contraddittorio e le conseguenti eventuali contestazioni», aveva spiegato l’Eav in un comunicato, ma in questo caso pare proprio che il rischio del licenziamento non c’è: i furbetti che hanno anticipato l’uscita dal servizio possono essere solo sanzionati o sospesi. Peraltro, a regolare punizioni e provvedimenti disciplinari è il ben noto regio decreto 148 del 1931, il regolamento che fu al centro delle polemiche quando si trattò di rivedere la gestione dei biglietti gratis ai parenti dei dipendenti e che, benché vetusto e firmato dal re Vittorio Emanuele III tuttora regola il il rapporto di lavoro dei ferrovieri e dei tranvieri.

E a complicare le cose c’è anche il fatto che il personale viaggiante (per esempio macchinisti e capitreno o anche autisti degli autobus) non timbrano il cartellino: è difficile attuare una procedura del genere per chi monta in una stazione e termina il servizio in un’altra oppure impiega parte del suo turno di lavoro in un deposito, restando a disposizione in caso di manovre o di interventi straordinari. Difficile ma non impossibile, considerando che gradualmente in Eav si sta imponendo l’obbligo del badge a tutti i dipendenti (dando seguito ad una battaglia iniziata dall’ex direttore generale Valeria Casizzone).

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