CULTURA & SOCIETA'

ECCO SANT’ANNA 2023: DALLA “GLORIA DI SANT’ANNA”, BARCA  SIMBOLO DEL ‘55 DI  FUNICIELLO ALLA PRESENZA DI STEPHEN  SCHLAKS  CHE ESEGUIRA’ “BLUE  DOLPHIN” DAL VIVO

L’ARTISTA ISCHITANO CHE DISEGNO’ A BERLINO IN GERMANIA IL BOZZETTO DELLA SUA “PROCESSIONE” A MARE DEL 1955 FECE GRIDARE AL… MIRACOLO - Quella barca addobbata presentata nella edizione del 1955 si chiamava “La Gloria di Sant’Anna” in omaggio alla Santa ed allo spirito religioso a cui si ispirava la Festa. In pratica la barca del Funiciello, in tutto il suo effetto scenico voleva essere la rievocazione animata di una processione a mare diretta verso la chiesetta di S.Anna per le preghiere votive alla Santa protettrice delle partorienti

Oggi ed anche ieri solennità laico-religiosa  posticipata di Sant’Anna. Ieri la messa  nell’antica chiesetta dedicata a Sant’ Anna a  due passi dalla Torre di Michelangelo celebrata da Don  Emmanuel Monte e oggi invece con la clemenza del tempo l’attesa Festa a mare agli Scogli di Sant’Anna con cinque barche allegoriche in gara, tre isolane, una di Bacoli e la quinta di San Giorgio a Cremano. La grande novità di questa Festa targata  anno 2023 è rappresentata dalla presenza fisica nella Baia sul palco dei Vip del Maestro Stephen  Schlaks  autore  della celebre ed emozionante musica “BLUE DOLPHINS” che Beppi Banfi dal suo programma notturno di Radio Ischia trasferì alla Festa a Mare agli Scogli di S.Anna utilizzandola in sottofondo come accattivante accompagnamento all’emozionante simulato incendio del maestoso Castello Aragonese ottenendo un successo senza fine.

BEPPY BANFI LA VOCE ACCATIVANTE DELLA FESTA COL MAESTRO STEPHEN SCHLAKS CHE SUONERA’ IN DIRETTA“BLUE DOLPHIN”

Questa sera ascolteremo dal vivo la musica di “Blue Dolphins” eseguita direttamente da Stephen  Schlaks presente sul palco sistemato sugli scogli davanti alla Baia. Chi godrà più di tutti difronte allo straordinario evento sarà Beppi Banfi  a cui non sembrerà vero trovarsi a suo fianco questa sera , Stephen  Schlaks  l’auore della musica  che in  tuttii questi anni ha fato sognare ischitsni e turisti. Quindi via alla festa a Mare agli Scogli di S.Anna edizione anno 2023 e mumero 78 in 91 anni solari di storia del Borgo. Ma partiamo dal passato, da quando cioè l’EVI,  l’Ente Autonoma per  la Valorizzazione dell’Isola  d’Ischia, da circa quattro anni si era preso l’incarico di riorganizzare la Festa A Mare agli Scogli di S.Anna, nata nel 1932 e sospesa nel ’41 per il mondo che entrava in guerra, compresa l’Italia. Fra le varie barche addobbate presentate in gara in quegli anni,alla ripresa della Festa, fece fortissima impressione una delle prime barche allegoriche realizzate per la Festa  a Mare dall’artista pittore ischitano Vincenzo Funiciello ritornato da Berlino ove viveva e dove frequentava l’Accademia degli Artisti. Quella barca addobbata presentata nella edizione del 1955 si chiamava “La Gloria di Sant’Anna”  in omaggio alla Santa ed allo spirito religioso a cui si ispirava la Festa. In pratica la barca del Funiciello, in tutto il suo effetto scenico voleva essere la simulazione di una processione a mare diretta verso la chiesetta di S.Anna per le preghiere votive alla Santa protettrice delle partorienti. Fu giudicata un capolavoro e vinse naturalmente il primo premio. Fu un vero e proprio trionfo per punteggio e per  consensi entusiastici di un pubblico già allora numerosissimo. La barca addobbata di Funiciello fu subito elevata a simbolo della storia della Festa a Mare agli Scogli di S. Anna dal 1932 a oggi, conserva il primato e  rimane senza possibilità alcuna di prevaricazione, la più bella, la più significativa,  la creazione più ispirata della festa e dei suoi chiari connotati che la contraddistinguono.

IL CLASSICO RUOTO DI MELANZANE ALLA PARMIGIANA TRADIZIONALE PIETANZA DI S.ANNA A MARE . ANCHE QUESTA SERA’ RISPETTATA LA TRADIZIONE

La barca “La Gloria di S.Anna”  allestita dal mitico Vincenzo Funiciello, si presentava con una grande raggiera illuminata a bordo , al centro della quale,troneggiava  la figura vivente al naturale della Santa impersonificata da una bella ragazza del Borgo, Rosanna Di Massa ,oggi mamma e nonna felice con lo struggente ed indimenticabile ricordo di quella straordinaria esperienza di tanti anni fa. Nella barca, che era un lungo gozzo col motore entrobordo di quelli che usavano i pescatori della Mandra per tipi di pesca più in alto mare, prendevano posto alcuni “canonici” del  Capitolo Cattedrale, l’uomo con lo stendardo a bandiera con i fiocchi, il  “parroco” con l’incenso e l’incensiere, un nutrito gruppo di fedeli e  tre musici, il fisarmonicista Salvatore Mascolo, il violinista Bartiluccio Carcaterra e il chitarrista Giovanni Mazzella il barbiere, che suonavano la canzoncina religiosa cantata dal coro di bordo “Noi  Voglian Dio…” . La barca era trainata da tre spettacolari cigni bianchi in mare guidati da una ragazza in costume d’epoca e da un angioletto (nostro fratello Giovan Giuseppe Lubrano  e nostra sorella Maria Lubrano). Vincenzo Funiciello è stato il creatore di barche addobbate nella storia della Festa, che meglio e più degli altri riusciva ad entusiasmare la folla assiepata sugli scogli, lungo il ponte aragonese e sul muraglione delle alghe, sui gozzi privati, in barche di nuova fattura e su motobarche pubbliche ancorate nella baia, ai margini del percorso dove sfilavano le barche allegoriche in gara.

IL MAESTRO VINCENZIO FUNICIELLO VINCITORE A S.ANNA DI BEN 7 PRIMI PREMI

Vincenzo Funiciello vinse sette primi premi con capolavori di barche addobbate che nessuno riuscì ad eguagliare in bellezza, spettacolarità ed armonia. Un primato che resiste ancora, nonostante gli attacchi seri che in tempi diversi gli mossero altri due giganti della Festa del passato, gli altrettanto mitici Nerone e Andrea Di Massa. Un’altro aspetto della festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna che ha  appassionato da sempre  gli ischitani ed ha contagiato gli stessi turisti che seguono la Festa da anni,  è il senso della “scampagnata” a mare. Il piatto simbolo o meglio il “ruoto” simbolo col suo prelibato contenuto, a cui si ricorre anche questa sera, è la parmigiana di melanzane, affiancata da un altro piatto principe, il coniglio alla cacciatora preparato nel classico tegame di terracotta,  a cui, per altro,  si aggiunge il melone rosso fuoco, ossia l’anguria  e il fresco vinello delle terre locali. Lo è naturalmente  anche quest’anno a questa bella festa di Sant’Anna. Un menu nella sostanza  perfetto, senza sofisticherie, semplice e gustoso, atteso nella sua particolare realizzazione, per un anno intero, per poi goderlo la sera della ricorrenza di Sant’Anna, con la famiglia o col gruppo di amici, in barca, nel placido specchio d’acqua aragonese, fra il Castello, la Torre di Michelangelo, la Chiesetta e gli scogli di Sant’Anna con lo scopo soprattutto, di  festeggiare una giornata non comune, sin dall’imbrunire fino a sera inoltrata, che si ripete puntuale, ogni anno come  un rito sacro a cui solo in pochi non vi prendono parte. Così è stato per il lontano passato, così sarà oggi, nel pieno rispetto di una tradizione più viva che mai.

LA GIORNALISTA ELENA MAZZELLA INTERVISTA ILMAESTRO STEPHEN SCHLAKS

Negli anni in cui la Festa prese avvio, l’unica motivazione che spingeva la gente del Borgo e delle colline soprastanti di Campagnano, San Domenico, Sant’Antuono, Piano Liguori e della Marina di Villa Bagni al  Porto a parteciparvi, era quella di trascorrere in piena letizia una serata diversa dalle altre, cogliendo il pretesto della Festa organizzata con i soli falò e “lampetelle” sugli scogli in omaggio a Sant’Anna, la protettrice delle partorienti. Infatti alla Festa, la presenza delle donne superava sempre quella degli uomini che pure erano tanti. I quali si sentivano  destinati per lo più a governare i gozzi con cui si usciva in mare ed a servire il succulento pranzo che le donne avevano preparato e sistemato accuratamente in capienti ceste adagiate sul fondo delle imbarcazioni protette dall’umidità serale e da improvvisi accidentali. Gli anni che passano, cambiano la storia e gli uomini, ma non riescono a trascinare nell’oblio le tradizioni per vederle morte e sepolte. Come abbiamo detto sopra, esse resistono, vivono con tutto il vigore e la poesia con cui si accompagnano.   

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