Un polemista tedesco parlando delle classi dirigenti dei paesi europei criticava i paesi del Sud Europa a classe dirigente veramente infima con la frase : “I tacchini votano sempre con entusiasmo per il Natale”.
L’isola si rispecchia enormemente in questa frase. Nessuno degli analisti delle problematiche ischitane riesce
a capire come uscire da questa situazione assurda. Si sa che un gruppo di potere rappresentato da quelli che
sull’isola vivono molto bene sfruttandone le risorse e non permettendo un rinnovamento che è necessario e che deve soddisfare una più larga fascia di cittadini per farli vivere a livelli economici e sociali migliori. In apparenza Ischia sembra un paese democratico dove le elezioni avvengono in modo normale e dove la rappresentatività e variegata ed allargata anche alle fasce più popolari. In sostanza se osserviamo il risultato che la società ischitane mostra ci si accorge che la forbice tra ricchezza e povertà diventa sempre più aperta
a favore di poche centinaia di persone. La mancanza di discussione, la totale assenza di studi accoppiati a progettualità inesistente senza una idea di programmazione sta ponendo l’isola fuori dalla vivace rivoluzione storica che il mondo sta affrontando. Cosa stiamo trasmettendo ai nostri nipoti? Che tipo di paese vogliamo
loro consegnare? Da dove bisogna iniziare? Chi deve incominciare ad organizzare contesti virtuosi? Il percorso è noto. Ma perché ci si accontenta sempre di piccole cose e non si pensa più in grande? E’ vero che l’utopia socialista non è più di moda ma senza utopia pensate che l’essere umano possa essere felice? Vi invito a fermarvi a riflettere per un po’ su quello che vi piacerebbe costruire per la vostra isola. Concluderete che quello che avete pensato non è difficile da realizzare. Basterebbe mettersi insieme ad altri. Perché questo ad Ischia non avviene?
