CULTURA & SOCIETA'

Felice Meo e le sue opere contro ogni forma di discriminazione

A Villa Arbusto è stata inaugurata la mostra “Forme di Libertà” che sarà visitabile fino al 31 agosto

La stagione estiva è ormai nel vivo e tra i tanti eventi che si svolgono sulla nostra isola vogliamo parlarvi della mostra “Forme di Libertà” dell’artista Felice Meo. L’esposizione, nell’ambito della manifestazione Campania by Night, è stata fortemente voluta dal Comune di Lacco Ameno, Scabec e dalla Regione Campania. Il vicesindaco Carla Tufano non ha mancato di sottolineare come sia stata efficiente la macchina organizzativa: «Lacco Ameno ricomincia da Villa Arbusto per esaltare il patrimonio storico-artistico, culturale e paesaggistico del nostro comune.

Con questa mostra, nata grazie alla sintonia tra la Regione Campania e Scabec, vogliamo schierarci contro ogni forma di pregiudizio e discriminazione. In particolare, ci tengo a ringraziare per la preziosa collaborazione Antonio Bottiglieri, Amministratore Scabec e l’ingegnere Francesca Maciocia che hanno avuto un ruolo fondamentale per la buona riuscita dell’iniziativa supportandoci fin dal primo istante. Apriamo la stagione degli eventi con questo messaggio di speranza e di uguaglianza grazie alla mostra di Felice Meo che sarà visitabile tutti i gironi fino al 31 agosto». In effetti, il messaggio che si vuole trasmettere è quello di combattere contro piaghe insite purtroppo nella nostra società come il razzismo, l’omofobia, la transfobia e ogni tipo di discriminazione che lede la dignità altrui. Felice Meo, nato a Casamicciola Terme nel 1962, intende con i suoi Volti d’Africa e le sue Silhouette riportare al centro dell’attenzione il sacrosanto concetto di uguaglianza. È anche interessante notare che le opere di Meo vengono realizzate con materiale di riciclo: ad esempio il ferro ricavato da oggetti di uso comune come vecchi scaldabagni o lastre abbandonate nelle discariche. Sono materiali riportati alla vita che altrimenti sarebbero andati distrutti. L’artista, poi, leviga le sue opere con acidi particolari in modo da portare alla luce sontuose figure viste di spalle che stupiscono per la loro naturalezza. In particolare, il progetto Volti d’Africa – ci racconta Felice Meo – intende ridare orgoglio e dignità a tutte quelle donne africane che quotidianamente subiscono violenze e soprusi. I loro volti sono scavati dalla sofferenza, ma allo stesso tempo sono vivacemente agghindati con monili di ogni tipo. Con il progetto Silhoutte, invece, l’artista vuole porre in primo piano la questione di genere, giocando sulla sessualità delle sue figure realizzate sempre di spalle per non dare volutamente dei punti di appiglio all’osservatore. Questi deve andare oltre l’apparenza e scoprire così l’unicità di ognuno di noi. Siamo stati al vernissage della mostra e abbiamo intervistato l’artista che si è detto contento del riscontro avuto:

Come è nata l’idea di realizzare questa mostra?

«L’idea della mostra è stata del vicesindaco Carla Tufano che mi ha coinvolto in questo meraviglioso progetto. A lei va il merito di essersi prodigata non poco insieme alla Regione Campania e alla Scabec nella realizzazione dell’evento, all’interno della manifestazione Campania by Night. Il tema che ci siamo dati è stato quello della lotta alle discriminazioni di ogni tipo e oggi eccoci qui a inaugurare una mostra che mi rende davvero contento».

Quale è il messaggio che si vuole dare con il titolo “Forme di libertà” e perché è stato scelto proprio questo titolo?

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«Il titolo vuole alludere alla libertà individuale di ogni persona di essere chi vuole. Nessuno può permettersi di criticare le scelte altrui e nessuno deve arrogarsi il diritto di giudicare. Siamo tutti uguali senza distinzioni di etnia, genere e orientamento sessuale. In questo senso, il titolo intende condannare chi mette in atto azioni omofobe, xenofobe, razziste e discriminatorie».

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Quali opere porti per l’occasione?

«Per l’occasione ho portato alcuni lavori che rientrano nei progetti Silhoutte e Volti d’Africa. In particolare quelli del primo progetto vanno ad esaltare figure di spalle la cui sessualità è volutamente nascosta perché intende far riflettere l’osservatore sulla questione di genere e sull’omofobia, un fenomeno che purtroppo dilania la nostra società. Con il progetto Volti d’Africa, invece, porto in mostra delle meravigliose sculture che rappresentano volti di donne africane che ogni giorno sono oggetto di violenze patite sulla propria pelle. Voglio rimarcare la loro dignità e la loro sublime bellezza».

Il tema del riciclo e dell’utilizzo dei vecchi oggetti è un elemento caratterizzante della tua arte. In questo senso ti senti di lanciare un messaggio legato all’ambientalismo e alla sostenibilità?

«Riciclare è meraviglioso. Quando realizzo le mie opere mi rendo conto di dare una nuova vita a oggetti che altrimenti sarebbero stati buttati. Io amo il pianeta, ma da solo sono una goccia nell’oceano. Vorrei che un po’ tutti cominciassero a rendersi conto della questione ambientale che non può più essere ignorata e che è di strettissima attualità».

Veniamo da un lungo periodo vissuto in stand-by con un lockdown che ci ha tenuti lontani per molto tempo. Tante persone non ci sono più e il Covid ha ridisegnato il mondo che conoscevamo. Quali insegnamenti ci sta dando la pandemia?

«La pandemia ci sta allontanando e sta raffreddando i rapporti affettivi tra le persone. Non è un momento semplice, ma allo stesso tempo ho visto tanti amici che si sono serviti di questo periodo sospeso per intraprendere nuove attività come il bricolage, dando così sfogo alle proprie passioni. Credo che la pandemia ci stia dando dei segnali e degli insegnamenti importanti. Sta a noi coglierli».

In questo periodo hai avuto modo di sperimentare nuove tecniche artistiche?

«Come ho detto prima la pandemia ci ha isolati e automaticamente ho avuto più tempo per poter pensare a nuove tecniche, un po’ diverse da quelle che mi caratterizzano. Quello che mi manca, però, è condividere queste tecniche con i miei amici».

Viviamo in un mondo di odio, ignoranza e discriminazione. Secondo te quale può essere la strada per uscire da questa realtà?

«L’odio e la discriminazione sono fenomeni che vanno avanti da millenni nella storia dell’uomo. Oggi però è giunto il momento di abbattere comportamenti che ledono la personalità di chi è diverso da noi. Questi modi di offendere gli altri sulla base di pregiudizi etnici e sessuali non ci porta a niente, anzi ci fa stare solo male. Quando mettiamo in atto comportamenti discriminatori regrediamo sia come società che come umanità. Dobbiamo capire che ognuno di noi è unico a modo suo e alla base del vivere comune vorrei tanto che ci fosse rispetto reciproco tra le persone. Rispettarsi significa accettarsi e, di conseguenza, vivere in armonia».

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