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Emergenza incendi, Francesco Mattera: «Fronte comune per una sorveglianza attiva»

Gli incendi non riducono in cenere solo la macchia mediterranea.
«Grazie alla sua origine vulcanica, l’isola d’Ischia vanta micro-ambienti ricchissimi e una grande biodiversità. Felci primordiali, papiri delle fumarole, tante specie rare e non solo la macchia mediterranea che pur rappresenta la massima espressione della flora spontanea isolana. Quando c’è un incendio, viene tutto distrutto. Le pinete solo le prime ad essere colpite. I castagneti, la flora, microflora e microfauna vengono aggrediti. Un problema naturalistico enorme, oltre che un pericolo serio per la vita umana».
Cosa accade a un terreno dopo un incendio?
«Se brucia un bosco, o una pineta, gli alberi spariscono. A volte c’è una resilienza, brucia l’esterno ma le radici si salvano. Quando non avviene, la perdita di vegetazione riduce la stabilità del terreno. Penso ad aree dove esiste una pendenza molto forte, come Monte Vezzi che – inevitabilmente – deve fare i conti con un rischio idrogeologico maggiore».
Siamo a metà estate, quindi è presumibile che possano verificarsi altri drammatici episodi
«La tempestività fa la differenza. Ognuno di noi può fare segnalazioni ai soggetti preposti se si accorge dell’esistenza di un focolaio. Quando è piccolo, si estingue più facilmente. Se si espande, anche grazie al vento, domarlo può richiedere molto tempo. Quindi il suggerimento è avere sempre gli occhi aperti, anche quando si passeggia in campagna. Fare fronte comune per una sorveglianza attiva e consapevole. Poi è ovvio che, quando si è proprietari di un terreno, bisogna tenerlo pulito e in ordine. La pulizia è fondamentale, perché con questo caldo basta poco per scatenare un incendio. Un terreno o un sentiero pulito rappresentano una difesa naturale contro il fuoco. Come Cai contiamo di incontrare le associazioni del territorio per una campagna di coinvolgimento e sensibilizzazione di tutta la popolazione dell’isola d’Ischia, residenti e turisti.
Le aree più a rischio?
«In questo momento è difficile trovare un’area che non sia a rischio. Il bosco è secco. Normalmente ci sono zone più umide e altre meno, quelle secche e più esposte sono le più fragili, quindi direi che il versante sud occidentale dell’isola d’Ischia presenta rischi maggiori. Però è lo stato complessivo della vegetazione a destare preoccupazione. I nostri polmoni verdi, dal bosco della Falanga al Cretaio fino a Ischia Ponte oggi sono tutti a rischio. Anche nelle aree più umide: se si innesca un focolaio, ci vuole pochissimo a trasformarsi in un incendio micidiale» (Gia.Ca)

 

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