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Forio, gli abusi e la delibera “papocchio”

Di Stefano Arcamone

 

FORIO – La “delibera papocchio” approvata dalla Giunta di Forio è un esempio da manuale di quanto la gestione della cosa pubblica sia suscettibile di interpretazioni forzate al solo fine di tutelare interessi particolari. Nell’edizione di domenica vi abbiamo raccontato del grossolano errore commesso nella redazione del documento per la determinazione delle indennità pecuniarie per l’esecuzione di opere in violazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio, in particolare nell’adozione dell’articolo 167 del decreto legislativo 42/2004 senza tener conto delle modifiche introdotte nel 2006.

Secondo l’interpretazione “creativa” della norma proposta dalla Giunta di Forio, di fronte a violazioni edilizie il trasgressore ha due soluzioni: pagare una sanzione pecuniaria come alternativa alla demolizione. Appurato che dal 2006 questa alternativa non esiste più e che anzi l’articolo 167 stabilisce che “il trasgressore è sempre tenuto alla rimessione in pristino a proprie spese”, sono altri ancora gli elementi contenuti dalla delibera ad essere palesemente in contraddizione con le norme esistenti.

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