CRONACA

De Luca: «Viviamo come se fossimo in lockdown, rischiamo una zona ‘stra-rossa’»

Il presidente della giunta regionale della Campania alle polemiche sulla zona gialla: «I dati sono chiari, ve li mostro»

Un’altra giornata sopra i 4mila contagi, ma con la voglia di “bloccare” le polemiche che sono scaturite dall’inserimento della regione Campania in ‘zona gialla’ nonostante un grande aumento del numero dei positivi. È un Vincenzo De Luca diverso quello che fa il punto settimanale sulla pandemia da coronavirus, allarmista ma senza drammatizzazione, così come era avvenuto nelle scorse settimane. «La situazione è delicata ma abbiamo tutte le possibilità per governarla» ha affermato nonostante non più di un paio di settimane fa era lui stesso a chiedere un lockdown. “Ed ancora oggi continuo a pensare che un mese di chiusura di tutta la nazione sarebbe stata la cosa migliore – ha sottolineato De Luca – ma questo mio pensiero è stato strumentalizzato”.

I numeri della ‘zona gialla’

Il governatore snocciola numeri che spiegano le differenze esistenti tra le regioni (come la Campania) inserite in zona gialla e quelle che sono finite in ‘lockdown’ per almeno due settimane. «Nella nostra regione abbiamo 1600 ospedalizzati e 174 in Terapia intensiva per il Covid, in Lombardia 5318 e 552; in Piemonte 3700 e 249. I decessi in Campania sono stati 756, mentre in Lombardia 18mila e 4520 in Piedimonte». Numeri diversi anche per le percentuali sui ricoverati: «In Campania ce ne sono 23,9 ogni 100mila abitanti, in Lombardia 39, in Piemonte 61, in Liguria 67, in Toscana 28, nel Lazio 33, in Emilia Romagna 27, in Valle d’Aosta 116».

«Abbiamo anticipato le restrizioni»

De Luca ha sottolineato come «la classificazione delle varie regioni ha determinato qualche sorpresa, ma noi ci siamo dati una linea chiara che intendiamo perseguire, che è quella della prevenzione, perché siamo la regioni più a rischio per la densità abitativa, dobbiamo arrivare prima degli altri per salvarci. Non dobbiamo aspettare l’esplosione del contagio: lo so che è più difficile perché la situazione appare più tranquilla, ma se aspettiamo che il problema scoppi diventa tutto perfettamente inutile. Per questo siamo partiti ad agosto coi tamponi per chi rientrava dalle vacanze, abbiamo disposto prima la sospensione delle attività scolastiche in presenza ed il divieto della mobilità tra province. Il governo, invece, ha fatto una scelta diversa, intendendo prendere progressivamente misure restrittive. Io non credo che sia efficace: avrei preferito la chiusura di un mese di tutto perché coi avrebbe aiutato a frenare il contagio per evitare il calvario del decreto».

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Rischio lockdown tra Natale e Capodanno

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Ma il rischio, che aveva già paventato nei giorni scorsi, è che «oggi chi è stato collocato in zona rossa si sente bersagliato sul piano politico. Ma chi oggi entra in zona rossa, forse per un mese, si troverà nella condizione di aprire da qui ad un mese. Chi non è stato messo in zona rossa, invece, corre il rischio di dover chiudere tutto tra Natale e Capodanno. Per questo dobbiamo essere ancora più attenti. Rischiamo di entrare in zona rossa tra una settimana se avremo comportamenti allegri e disinvolti»

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