Alcuni amanti di Ischia, in una riunione via web, hanno lanciato l’idea di scrivere un manifesto per Ischia sulle tracce di Marinetti e Ventotene. Questa esigenza nasce dalla necessità di trovare un grimaldello per uscire da una situazione che sta diventando tragica per tutta l’isola. Il fatto che qualcosa bisogna fare ormai sta entrando nella coscienza di molti ischitani. Infatti alcuni gruppi, ancora ognuno per conto proprio, stanno operando in questa direzione. Prima o dopo vedrete che saranno costretti ad operare congiuntamente e qualche risultato inevitabilmente (e per fortuna) salterà fuori. Nella riunione si è usciti dal solito schema di quello di cui Ischia ha bisogno. Ormai si sa che in qualsiasi campo ti butti ti accorgi che è il tutto da migliorare o aggiustare. I partecipanti per quanto detto hanno cercato di elencare le priorità assolute per le quali battersi.
La prima cosa che è emersa è la necessità di far capire ai cittadini alcune cose essenziali e convincerli ad aderire al compimento. Ecco il motivo principale del manifesto. Si è arrivato a questo convincimento perché analizzando la situazione di accedere ai finanziamenti, abbondanti, che arriveranno dal Governo e dall’Europa ci si è reso conto che per l’abusivismo edilizio la maggior parte degli isolani e delle aziende nonpotranno accedervi. La mia proposta è stata quella, molto dolorosa, di abbandonare la difesa ad oltranza di tutti gli abusi edilizi e di concentrarsi con velocità su quello sanabile. L’abusivismo non sanabile dovrà essere abbattuto o requisito dalle pubbliche amministrazioni e si dovrà trovare il sistema di dare un contributo ai danneggiati in forma sociale.
Parto sempre dal concetto che il Governo non può non ritenersi anche responsabile per quello che è avvenuto ad Ischia sull’abusivismo. Nella vita la realtà,anche dura, bisogna affrontarla se necessario. Non possiamo buttare a mare la bacinella anche con la creatura dentro.
