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Pensieri in libertà

di GAETANO FERRANDINO

A ben pensarci, l’unica nota stonata è stata rappresentata dalla diretta televisiva. Colpa di Rio de Janeiro e non della Rai, per una volta, il che pure fa notizia. La tv di Stato ha provato a mettere una pezza a colori e ci ha consentito di vivere quella che resterà comunque una grande, grandissima emozione, così bella, toccante e coinvolgente che speriamo che prima o poi qualche altro nostro concittadino possa emulare. Lo ha fatto a tappe, con collegamenti sporadici, a rimbalzo di linea, ma va bene lo stesso. Gianni Sasso, partecipando alla gara di paratriathlon alle Olimpiadi brasiliane ieri, ha probabilmente ottenuto due risultati: il primo, immaginiamo, coronare il sogno di ogni atleta, di ogni sportivo, ma se vogliamo anche di ogni essere umano. Il secondo, decisamente più nobile, quello di regalarci una lezione di vita, trasmesso un messaggio chiaro e netto. Quello che tutti dovremmo essere in grado di ascoltare, se ne fossimo veramente capaci. Un esempio di caparbietà, dedizione, ostinazione, voglia di misurarsi e migliorarsi, che probabilmente se riuscissimo a clonare soltanto in minima parte renderemmo quest’isola una sorta di paradiso terrestre. Non è tutto, ha fatto anche quello che dalle nostre parti si vede raramente, quasi come ad ogni passaggio della Cometa di Halley: gli isolani, tutti davanti alla televisione, per una volta erano uniti e compatti nel tifo e nel sostegno, mettendo al bando quelle invidie, antipatie e divisioni che sono il vero cancro della società isclana.

La storia di Gianni è una storia drammatica, come può essere quel maledetto attimo in cui  un incidente che all’età di 16 anni ti toglie una gamba e forse tanti sogni. Lui, quella potenziale tragedia,  è stato capace di trasformarla in una favola. Pensiamoci tutti, anche solo per qualche secondo: ci renderemo conto che molte delle cose delle quali ci lamentiamo quotidianamente, improvvisamente spariranno o diventeranno leggere come una nuvola. E tutto, magari, ci sembrerà diverso. Adesso l’augurio che rivolgo e rivolgiamo a Gianni è quello di riuscire a guardare oltre, a porsi nuovi obiettivi e ulteriori stimoli. Può sembrare quasi a un paradosso, perché in fondo dopo aver partecipato a un’Olimpiade diventa difficile pensare a diverse e più affascinanti sfide. Ma il nostro Sasso l’asticella è riuscito sempre ad alzarla, stupendo noi tutti (e chissà, qualche volta magari anche se stesso) e continuerà a farlo. Perché in fondo, come diceva John Barrymore, un uomo diventa vecchio quando i suoi rimpianti prendono il posto dei suoi sogni. E l’impressione è che Gianni abbia voglia di sognare ancora. E di far sognare tutti quanti noi, esattamente come ha fatto ieri. Non aspettiamo altro, intanto grazie per quello che hai fatto. E per la lezione che ci hai regalato.

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