LE OPINIONI

IL COMMENTO Il revenge tourism

Leggo sempre con attenzione le interviste (o anche editoriali) di operatori economici o amministratori pubblici locali, nella speranza di trovare un barlume di razionalità, di programmazione, di visione del paese. Con tutta onestà, trovo che, generalmente, sono interventi pieni di “vuoto”. Non c’è traccia di analisi, che venga fatta tenendo presente quello che avviene nel resto del mondo, non c’è parvenza di parallelismi e di diversità tra Ischia e altre località internazionali concorrenti. Non c’è traccia di soluzioni che dovrebbero rendere più moderna, sostenibile e accogliente la nostra isola. Vedo molta autocelebrazione, che crea l’illusione di “campare di rendita”; vedo la ripetizione inaccettabile di molti luoghi comuni, a partire dalla sprezzante e razzistica definizione di “mazzamma” rivolta ad un tipo di turismo regionale, cafonal quanto si vuole, ma sovente non in dispregio delle norme. La delinquenza, come l’esecrabile episodio dell’aggressione, con grave danno, al cameriere Boffelli, è tutt’altro discorso e rientra nella sfera di competenza delle Forzo dell’Ordine, che stanno svolgendo egregiamente il loro lavoro. Per gli episodi border line tra legalità e illegalità c’è sempre la possibilità, per i Comuni, di adottare il Daspo. Ma quante volte vi si è fatto ricorso? Vedo l’escalation disinvolta dell’uso di termini come “zulu” o “vrenzola”, affibbiati ai turisti dell’estrema periferia napoletana, in dispregio di una città che è comunque la nostra capitale storica e culturale. O ci si sente “ napoletani” solo per il Calco Napoli e per il resto si dà un calcio a Napoli?

Il prof. Giorgio Mola

E’ stato un onore ascoltare mercoledì 24, alla Biblioteca Antoniana, una punta di diamante dell’Università Federico II di Napoli, il prof. Giorgio Mola, che ha regalato alla Biblioteca comunale ischitana (bene hanno fatto a presenziare Sindaco e Vice Sindaco) un prezioso studio sul decennio francese ( 1806-1815) ad Ischia. La lezione principale impartitaci dal prof. Mola, e che qui ci interessa, è presto detto: i francesi ci insegnarono che per operare è necessario analizzare a fondo la situazione storica, sociale, economica e demografica in cui si va ad operare. E’ esattamente quello che poi Luigi Einaudi, secondo Presidente della Repubblica Italiana, ebbe a dire: “Conoscere per deliberare”. A dimostrazione,invece, che né gli operatori economici né gli amministratori pubblici sono stati in grado di prevedere gli sviluppi della situazione internazionale, dell’economia e delle tendenze turistiche, c’è il fatto che, in piena pandemia e in concomitanza dello scoppio della guerra di aggressione della Russia all’Ucraina, si formulavano previsioni nere. Si ipotizzava una crisi turistica senza precedenti, milioni di italiani ridotti alla povertà, autunni caldi e rivoluzioni sociali. Si sottovalutava la forza trainante del turismo, la voglia crescente di viaggiare, conoscere altre realtà, incontrare usi, costumi, peculiarità dell’altrove. Non hanno capito che l’altrove, il superare confini, barriere territoriali, è stata da sempre, la maggiore molla che ha mosso fino ad oggi l’umanità. Per il turista ci saranno sempre Colonne d’Ercole da superare.

Non voglio apparire presuntuoso, ma nella fase più critica della pandemia, esternai – sulle colonne di questo giornale – la convinzione che non appena fosse regredita la pandemia, sarebbe riesploso, in maniera esponenziale, il turismo. Qualcuno mi considerò un inguaribile ottimista, una specie di dottor Pangloss volterriano. Niente di tutto questo. Basta studiare un po’ di economia, di sociologia, psicologia, statistica, per tracciare una credibile previsione. E chi mastica un po’ di queste nozioni conosce quello che viene definito “Revenge Tourism” (Turismo di vendetta, di rivincita). Era prevedibile che, una volta allentata la morsa dell’epidemia, sarebbe scoppiata la voglia di viaggiare e, soprattutto, di varcare i confini nazionali. Chi, oggi, guarda orgogliosamente agli ottimi risultati quantitativi turistici di Ischia, guarda al proprio ombelico territoriale e ignora che questi dati sono diffusamente replicati in tutte le principali località turistiche. Per cui ha ragione Marco Bottiglieri quando, la settimana scorsa, ha affermato che “i turisti stranieri sono arrivati senza nostri meriti particolari”. E lo stesso condivisibile concetto ha espresso Luigi Polito di Imperatore Travel. Ma c’è tanto altro che amministratori pubblici ed operatori economici sembrano non aver afferrato: dice il Sindaco Pascale “il punto di svolta dell’isola è innalzare il livello dell’offerta e dei servizi, facendo sì che quel turismo scadente si senta come un pesce fuor d’acqua”. Benissimo, più che scacciare il turismo depredatorio, si tratta di assicurare un brodo di coltura a loro inadatto facendoli sentire come pesci fuor d’acqua”.

Marco Bottiglieri

Bisogna innalzare il livello dell’offerta e dei servizi. Ma chi lo deve fare? Solo il privato? Il locatore della casa vacanza? O il compito principale spetta ai Comuni? Il Sindaco non è “spettatore” o “commentatore”. E’, o dovrebbe essere, protagonista. Quanto al Sindaco d’Ischia, Enzo Ferrandino, ha affermato nell’intervista a Il Golfo che la sua Amministrazione ha messo in atto, con apposite ordinanze, un ottimo mix, una giusta mediazione tra esigenza di quiete e voglia di divertimento. Ma chi glielo assicura che quello trovato è il miglior punto di equilibrio? Le mediazioni le devono trovare le parti sociali interessate e il Comune deve solo favorirle e prendere atto delle conclusioni. I mix non devono essere calati dall’alto, per poi accorgersi, con ritardo, che vanno aggiustati. Tutto questo sta a dimostrare che si interviene amministrativamente senza uno studio attento del territorio e delle sue problematicità. Infine c’è da registrare la grave carenza di dati turistici locali ufficiali. E qui torniamo alla lezione impartitaci dal prof. Giorgio Mola. Non c’è più nemmeno l’Azienda di Cura e Soggiorno, per cui si brancola nel buio e si va a sensazione, a dati disaggregati e parziali, a “sentito dire”. Abbiamo, però , dati nazionali che possiamo analogicamente estendere a Ischia. Sappiamo che in Italia, a giugno, rispetto al giugno 2019, c’è stato un incremento del 2,4% tra stranieri e italiani e a luglio dell’1,5%. Che nel periodo 12-21 agosto, nelle strutture ricettive sono state alloggiati 10 milioni di turisti (di cui 5,5 milioni di italiani e 4,5 milioni di stranieri) per una spesa complessiva di 3,5 miliardi di euro (Fonte CNA-Turismo e Commercio). Spiccano in particolare i dati relativi agli arrivi di spagnoli (1 milione di persone da luglio fino a fine estate) e di 2,2 milioni di americani nello stesso periodo. Gli americani lasciano sul territorio italiano 17 miliardi di euro. Gli spagnoli 2,1 miliardi di euro. In tutto questo c’è stato un aumento considerevole di turismo giovanile. Utile ai giovani, a parte la dimestichezza digitale che consente loro una gamma di scelte amplissima e anche la prenotazione last minute, ci sono anche blog come “Pirati in viaggio” che segnala i prezzi più bassi del mondo o riviste turistiche come “Turisti per caso” di Syusy Blady e Patrizio Roversi, che svolge una funzione analoga. E qui chiudiamo con una considerazione sui “prezzi”. La maggiore qualità giustifica l’aumento dei prezzi. Ma una cosa è non svendere il prodotto e il territorio, altro è elevare il prezzo in maniera ingiustificata, speculativa, molto oltre gli aggravi determinati dalla guerra in corso, dalla siccità e dal caro energia, come purtroppo si sta in molti casi verificando.

Non è sostenibile il caffè a 3 euro, non sono accettabili alcuni rincari di generi di prima necessità non direttamente coinvolti nei problemi di cui sopra. A parte ciò che compete al Governo e ciò che spetta alla Guardia di Finanza per porre rimedio a tale situazione, possibile che i Comuni non abbiano nulla da dire e fare in merito? Non è possibile creare un Osservatorio interisolano per il monitoraggio costante dell’andamento dei prezzi, al fine di individuare scostamenti anomali e ricondurli alla norma con tutte le armi di moral suasion che le Amministrazioni comunali hanno? Il Sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione, sta facendo da solo e in breve tempo ciò che sei Comuni della nostra isola non sono stati capaci di fare nel corso di più consiliature. E’ tempo di sveltire e svoltare!

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Il punto non è tanto quello di non voler più accettare i turisti delle periferie napoletane, quanto la necessità di voler equilibrare un pericoloso divario: turismo di qualità e turismo intensivo di massa.
Purtroppo al momento quest’ultimo ha preso il sopravvento, inficiando persino la qualità della vita dei residenti: caos, malavita, maleducazione diffusa, inquinamento, movida violenta, incidenti, rumore ecc.

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