LE OPINIONI

IL COMMENTO Non ti sento quando non scorre l’acqua

I giovani forse non lo sanno ma nel 1968, in piena contestazione giovanile, gli autori Garinei e Giovannini inscenarono, con attori come Gino Bramieri e Lia Zoppelli, una commedia teatrale di successo dal titolo “Lo sai che quando scorre l’acqua non ti sento”. Oggi che, per i cambiamenti climatici, andiamo incontro a fenomeni di “siccità” (non a caso è in circuito il film Siccità di Paolo Virzì, che ci mostra un desolante Tevere rinsecchito) potremmo invertire il titolo in “Lo sai che non ti sento quando non scorre l’acqua”. Per dire che cosa? Per significare che di fronte ai cambiamenti climatici e a fenomeni preoccupanti come la siccità, c’è un potere politico-amministrativo “sordo” e distratto che non sente e non avverte l’urgenza e la gravità del problema. Si dà il caso che lunedì e martedì scorso, organizzato da Liceo Statale “G.Buchner”, Circolo Sadoul e Associazione Luca Brandi, si è tenuto nella Sala di quest’ultima Associazione in via Iasolino, il Convegno Scuola, Scienza e Società Pietro Greco, sul tema importantissimo dell’acqua. Ovviamente, a distanza di giorni non intendo fare il resoconto completo di ciò che è stato magistralmente detto da illustri interventori. Intendo piuttosto fare alcune considerazioni a margine della lodevole iniziativa.

Il compianto Pietro Greco

Innanzi tutto è da rimarcare la collaborazione tra Liceo, Sadoul e Associazione Brandi. Ad Ischia, dove purtroppo prevale generalmente la tendenza all’isolazionismo o all’isolitudine, necessita quanto mai una collaborazione tra Associazioni e tra queste e il mondo della Scuola e della Pubblica Amministrazione. Mi piace molto una definizione che è stata utilizzata per esempio nel Comune di Frattamaggiore: “Patto educativo di corresponsabilità territoriale”, che è stato siglato e portato avanti tra Liceo Durante, Comune di Frattamaggiore e Associazioni, per “Formare bravi studenti e buoni cittadini” come ha detto il Sindaco Del Prete. Un’alleanza pedagogica insomma. All’ottimo Convegno di Ischia c’era una forte presenza scolastica e una presenza scientifica di livello eccellente. L’Amministrazione comunale d’Ischia ha portato i suoi saluti e la propria condivisione attraverso il Sindaco Enzo Ferrandino, arrivato in ritardo rispetto al calendario previsto ma con un intervento come al solito conciso, misurato e centrato. Però il punto non è la “presenza”, il saluto istituzionale. Il punto è che al Convegno di Ischia, in memoria del grande divulgatore scientifico Pietro Greco, la Scuola c’era, la Scienza era presente con eccellenti scienziati, ma la Società non c’era. Esistono altri cinque Comuni, esiste un Ente Idrico, esiste l’Area Marina Protetta, un Laboratorio del Benthos legato alla Stazione Dohrn di Napoli, esistono altre Associazioni oltre quelle direttamente coinvolte nell’organizzazione dell’evento. Dov’erano tutti questi? Dove era la Società?

Un momento del convegno all’Antoniana

I ragazzi presenti sicuramente avranno assorbito molto dalle lectio degli scienziati e per quello che non hanno del tutto capito, sicuramente saranno stati sollecitati a porsi domande, a porle via mail ai professori che si sono detti disposti a rispondergli (l’indirizzo mail è Pasini@iia,cnr.it e il suo blog è “Il Kyoto fisso” ) sicuramente sarà acuita la curiosità di approfondire le tematiche con i loro mezzi e la loro capacità di ricerca. Ma sarebbero risultate molto utili ed istruttive non solo agli studenti ma anche ad amministratori locali, relazioni come, ad esempio, quelle di Marco Guida, professore di Igiene alla Federico II o come quella del prof. Antonello Pasini dell’Università Roma III o come la forbita introduzione etico filosofica del prof. Francesco Rispoli, incentrata sul Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi nonché sulla teoria ecologica di Bruno Latour, professore a Science PO di Parigi, filosofo, antropologo e sociologo, scomparso l’8 ottobre (sostenitore della teoria della de-modernità o della interdipendenza di umano e natura) la cui ultima opera è “Facciamoci sentire. Manifesto per una nuova ecologia” . Quando il prof. Pasini ci dice che è fondamentale che il Governo, la Politica, tengano debito conto di ciò che i migliori scienziati climatologi stanno studiando sui cambiamenti climatici e denuncia che dal 2017 giace in fondo ai cassetti ministeriali un Piano Nazionale del Clima e che occorre che tale Piano sia supportato e avvalorato da Piani territoriali di sicurezza climatica, ad ascoltare questo grido di allarme non devono essere solo i giovani ma chi amministra la cosa pubblica. Quando il prof. Guida, a domanda specifica se il Depuratore sulla collina di San Pietro, dal giorno chimerico di quando entrerà in funzione, sarà in grado di riciclare le acque reflue per la locale agricoltura, in modo inequivocabile ha risposto che quell’impianto concepito tanti anni fa non sarebbe in grado di farlo in sicurezza, il messaggio si rivolge non agli studenti ma agli amministratori locali.

La locandina del film Siccità

Un’isola come Ischia potrebbe pensare di integrare la propria quota di acqua attraverso processi di dissalazione del mare che la circonda, come sta facendo massicciamente un paese come Israele, ma poi il prof. Guida ti fa capire che , allo stato, tale processo dotato di pompe ad osmosi inverse, per trasformare l’acqua marina in acqua potabile, presenta ancora dei rischi, in quanto la salamoia residua rilasciata nel mare, e che è tossica, provoca inquinamento degli ecosistemi costieri. Ci è stato spiegato come e quanto incide, nella purezza delle acque destinate all’uso domestico, il materiale usato per le condotte. L’acciaio è il più affidabile ma ha costi altissimi. Ci è stato spiegato che il 36-40% delle acque in condotta si disperde, per una rete che ormai è un colabrodo. Ad Ischia si aggiunge una rete di distribuzione interna che andrebbe in gran parte sostituita. Il mensile Airone, nel mese di ottobre, è uscito con uno speciale sull’acqua. Lì possiamo apprendere altri dati, come per esempio che in agricoltura, per risparmiare acqua, si incominciano ad adottare tecnologie satellitari per l’individuazione dei terreni più asciutti e bisognevoli di acqua, in modo da innaffiare in maniera chirurgica solo i terreni che ne hanno urgente bisogno. Non sono questi problemi della Società? Sono solo materia di studio per giovani studenti? Quanti consiglieri comunali dei sei Comuni, quanti assessori si interessano a questi problemi, che sembrano riguardare il mondo, l’Italia ma – chissà perché – vengono considerati lontani dall’isola e di competenza di Enti sovrastanti che devono provvedere anche per noi? Quando capiremo che la piramide giusta, per la soluzione dei gravi problemi che affliggono il mondo, non ha alla base lo Stato e al vertice l’Ente locale, ma – al contrario- la base è il territorio, il Comune e il vertice è il Governo, l’Europa? Quando inforcheremo il binocolo dal verso giusto, vedendo i problemi nella loro reale distanza, mentre finora abbiamo invertito le lenti, vedendo così i problemi in un’ottica sbagliata e sempre più lontana da noi?

Il prof: Pasini ha concluso il suo intervento al Convegno dicendo che gli scienziati climatologi, con i loro modelli matematici complessi, non sono in grado di fare delle “previsioni” per il futuro, ma si limitano a fare “proiezioni”. Ha aggiunto inoltre che a fronte di queste proiezioni, che ci inducono al pessimismo, c’è in fondo una nota ottimistica: che la maggior parte delle cause dei disastri ambientali e climatici sono originate dall’uomo e che, pertanto, non sono inevitabili, dipendono da noi, dai nostri comportamenti, che vanno però cambiati subito, non domani che sarebbe troppo tardi.

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