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Maria Grazia Di Scala: da Stanziola nessun “aiutino”

DI FRANCESCO FERRANDINO

ISCHIA. Molto tempo prima che deflagrasse l’inchiesta “Free Market”, l’avvocato Maria Grazia Di Scala venne a conoscenza dell’esistenza di indagini in corso che la riguardavano. La circostanza, appresa tramite una richiesta avanzata dai suoi legali di fiducia per via di alcune “chiacchiere di paese” captate presso gli uffici comunali, indusse la neo eletta consigliere regionale a  presentarsi spontaneamente, lo scorso undici giugno, presso gli uffici della Procura della Repubblica avanti al Sostituto Procuratore Dott.ssa Loreto, assistita dai suoi difensori di fiducia, gli avvocati Luigi Tuccillo e Amedeo Bucci De Santis, ove rilasciò alcune dichiarazioni circa i probabili fatti oggetto di contestazione a suo carico. La professionista isolana precisava di annoverare da tempo tra i suoi assistiti anche il signor Raffaele Piro, e di averlo difeso nella causa civile che lo vedeva opposto a Maddalena Migliaccio, la proprietaria dell’albergo “Casa Bianca”, sito presso l’arenile dei Maronti a Barano, gestito dallo stesso Piro. L’avvocato espose al magistrato una sintesi delle vicende processuali riguardanti lo sfratto richiesto dalla signora Migliaccio contro il signor Piro. Dopo la sentenza di primo grado favorevole alla proprietaria dell’immobile, l’avv. Di Scala si vide chiedere dal Piro un parere circa l’utilità di richiedere ed ottenere un’autorizzazione in sanatoria per gli abusi edilizi compiuti sull’immobile, a causa dei quali la Migliaccio riteneva sciolto il contratto di locazione per inadempimento. La Di Scala riferì al magistrato: «Risposi al Piro che,  a mio avviso, tale atto non era in nessun caso utile, sia, dal punto di vista procedurale, perché di questa possibilità non ne avevo fatto menzione nell’atto di appello, ma lo ritenevo anche inutile nel merito perché questo tipo di atto ovviamente non può pregiudicare i diritti dei terzi, vale a dire che il diritto della Migliaccio a rientrare in possesso del bene non poteva essere leso da un provvedimento amministrativo che ritenesse sanato l’abuso». Tuttavia, il signor Piro agì ugualmente in modo da chiedere e ottenere l’autorizzazione, rivolgendosi all’architetto F.M. per predisporre le pratiche necessarie. Tale autorizzazione in sanatoria fu poi effettivamente rilasciata il 14 ottobre 2013, firmata dall’allora responsabile dell’ufficio di edilizia privata del Comune di Barano, Nicola Antonio Stanziola. L’avvocato Di Scala, nel corso dell’esposizione, tenne a precisare che quando lo Stanziola, tenente dei Vigili Urbani, venne nominato dal Sindaco responsabile dell’Ufficio Tecnico, ella commentò tale nomina sulla stampa locale definendola come inadeguata, in quanto riteneva lo Stanziola sprovvisto delle necessarie competenze tecniche, a fronte di altre figure maggiormente idonee a ricoprire tale incarico, come ad esempio l’ing. Giuseppe Di Meglio, responsabile dei Lavori Pubblici (anche perché aveva rifiutato la gestione dell’edilizia privata). Il neoconsigliere regionale, in particolare, precisò al Sostituto Procuratore: «Con riferimento allo Stanziola intendo precisare che lo stesso in passato aveva avuto rapporti di attrito con la mia famiglia a causa di una denuncia sporta da mio zio Giuseppe Di Meglio, a seguito della quale, per quanto io possa ricordare, lo Stanziola venne sottoposto ad una misura cautelare; credo che si trattasse dell’inizio degli anni ’90». Successivamente, l’avvocato Di Scala descrisse i rapporti del tenente Stanziola con le amministrazioni comunali succedutesi nel tempo alla guida di Barano, definendoli come armoniosi, almeno fino al 2007, quando si concluse il mandato del sindaco Gaudioso. Il neoletto primo cittadino, Paolino Buono, nominò Ottavio Di Meglio quale comandante dei Vigili Urbani, nomina che di fatto rovinò i rapporti col tenente Stanziola, anch’egli desideroso di essere nominato alla guida del corpo di polizia municipale. Secondo la Di Scala, l’attuale comandante Di Meglio tenne un atteggiamento ostile verso Stanziola, che venne demansionato e che si rivolse proprio all’avvocato Di Scala per intentare una causa di lavoro contro l’amministrazione comunale, processo tuttora in corso. Quando il Di Meglio venne arrestato (per i fatti riguardanti la nota inchiesta della trasmissione televisiva “Le Iene”n.d.r.), Stanziola divenne responsabile dell’UTC settore edilizia privata e, come esposto dal consigliere regionale nelle sue dichiarazioni spontanee, i rapporti con lo Stanziola si diradarono. Infine, l’avvocato Di Scala tenne a precisare al magistrato che essendo lei una delle più note figure dell’opposizione nella vita politica baranese, lo Stanziola aveva tutto l’interesse a mantenere rapporti cordiali: «Di tanto in tanto lo Stanziola mi contatta; a mio avviso per tenermi “buona”, temendo la mia vis polemica come consigliere di minoranza e sapendo che sono molto critica riguardo a taluni provvedimenti da lui firmati emessi dall’ufficio tecnico. In effetti l’ufficio tecnico è diretto di fatto da due geometri: Luigi Di Costanzo e Salvatore Di Costanzo, i quali spesso emettono provvedimenti contrari ai clienti da me difesi, questo per “dispetto” nei confronti dello studio di cui faccio parte unitamente a mio zio, che con loro ha sempre avuto rapporti tesi in quanto più volte li ha denunciati». In chiusura dell’esposizione, l’avv. Di Scala anticipò al magistrato l’intenzione di dare le dimissioni da consigliere comunale di Barano, per dedicarsi a tempo pieno al ruolo politico di consigliere regionale, nelle file di Forza Italia.

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