CULTURA & SOCIETA'

Fase due, la lenta ripartenza della moda

Anche sull’isola si lavora per mettersi nuovamente (e faticosamente) in moto, ma il Covid-19 lascerà tracce incancellabili del suo passaggio

È proprio vero: il nostro è l’unico Paese al mondo (tranne la Cina, che però non ha gli stessi standard qualitativi), a poter contare su una filiera composta da piccole, medie e grandi imprese. I danni inferti dal Covid-19 potrebbero ammontare a 60 miliardi nel 2020 tra lo stop alla produzione e quello al drastico calo di export nei Paesi asiatici.

Così molti imprenditori e industriali hanno chiesto di aprire nuovamente le fabbriche, ovviamente in sicurezza. Il comparto che vale 96 miliardi di fatturato all’anno, di cui 70 relativi all’esportazione e dà direttamente lavoro a 600 mila lavoratori e indirettamente, compresi per esempio i proprietari di showroom o chi lavora nelle boutique, a due milioni.

Le isole ne soffrono ancora di più. Ad Ischia, il problema è che si rischia di perdere completamente le collezioni del 2020, e in ballo ci sono gli ordini dell’autunno-inverno 2020/21, alcuni dei quali già cancellati.

Prevediamo il ritorno a una sorta di “normalità” tra un anno. Da partenopei commercianti torneremo ad essere i numeri uno ma non saremo più gli stessi: né chi produce moda, né chi la compra.

Ma è comunque sicuro che gli imprenditori dovranno sviluppare una maggiore sensibilità verso i temi della solidarietà e che, oltre a pensare, come è corretto che sia, alla competitività delle proprie aziende, dovranno dedicare parte del loro tempo e dei loro utili a migliorare la qualità della vita delle persone. Il virus produrrà sicuramente un forte cambiamento sociale.

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Covid-19 non ha fatto altro che diventare un acceleratore di un sistema della moda che già prima del virus, non stava particolarmente bene.

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Ad Ischia cosa ne sarà di boutique e negozi? Inizierà l’era del social selling, ovvero: continueranno a esserci, ma cambieranno anche loro. E creeranno community fondate su passioni condivise, ma si trasformeranno in palcoscenici dove poter fare esperienze di entertaining: ci potranno essere mostre, eventi, concerti diffusi anche app, newsletter, post su Instagram e altri social.

La creatività non verrà mai a mancare, anzi: dopo questo periodo di riflessione forzata, si dovrà dare il via libera all’engagement dei consumatori con soluzioni finora mai viste. Darà una nuova spinta, soprattutto alle nuove generazioni, all’insegna di un’integrazione tra design, merchandising e business.

Non ci resta che sperare in una ripresa positiva della nostra economia isolana tanto benvoluta da turisti e compaesani.

La comunicazione sarà fondamentale per velocizzare le mosse strategiche dello shopping.

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