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EVI, parla Basentini: «Impegno gravoso, ma sono pronto»

Il neo presidente dell’azienda che si occupa della gestione del servizio idrico e non solo racconta come abbia appreso della nomina soltanto un’ora e mezza prima dell’assemblea tra i sindaci: «Ci ho pensato un attimino, poi ho detto “sì”: credevo fossero altre le candidature in pole position»

Mario Basentini, quando hai appreso della tua investitura a presidente e quali sono le prime cose che hai pensato?

«Della mia investitura ho appreso nel primo pomeriggio di ieri, saranno state pressappoco le 15.30. E’ davvero successo tutto all’improvviso, in precedenza erano circolati dei nomi – che tra l’altro voi de Il Golfo avete anche riportato nell’articolo pubblicato oggi (ieri per chi legge, ndr) – che parevano davvero essere in pole position. Poi devo supporre che una serie di ragionamenti ed equilibri abbiano portato ad una scelta diversa. Io ovviamente ci ho dovuto pensare un attimino ma poi ho dato la mia disponibilità abbastanza volentieri: certo, l’impegno è gravoso ma importante e me la sono sentita».

Ti tocca un compito difficile, una volta usciti dalla liquidazione l’EVI sarà chiamata a dare risposte anche in termini di investimenti soprattutto per migliorare una rete infrastrutturale oggettivamente ormai vetusta e carente.

«Non c’è dubbio che tra gli scenari c’è anche questo ma la base di partenza mi pare sia eccellente. La società è sana, come ha voluto ricordare lo stesso Alessandro Condurro, produce cassa, non ha problemi di natura gestionale. Poi è chiaro che, per quanto riguarda ad esempio il potenziamento delle rete fognaria (che peraltro rientra nell’oggetto sociale) andrà concordato con il socio. Giova ricordare che l’Evi è soggetta al coordinamento del CISI ed al controllo analogo esercitato dalle amministrazioni locali. Gli input, in buona sostanza, dovranno partire sempre dai Comuni, noi faremo sempre la nostra parte tenendo conto di quelli che saranno gli indirizzi strategici che ci saranno forniti».

Ci sarà un CdA, se vogliamo una novità per l’Evi dopo le gestioni Ghirelli e Condurro. E’ chiaro che parliamo di un organismo di nomina politica, ti toccherà confrontarti con sei distinte teste e non sarà certo una cosa agevole

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«E’ la strada che si è deciso di percorrere. Lo statuto offriva due strade, quella dell’amministratore unico o del consiglio di amministrazione e si è optato per la seconda scelta. Ognuno voleva essere rappresentato ed è legittimo, ma da questo punto di vista non ci saranno problemi, lavoreremo insieme. Tra l’altro voglio ricordare che la vera ufficialità arriverà nella giornata di lunedì: ieri infatti c’è stata l’assemblea del Cisi, adesso toccherà a quella dell’Evi andare a formalizzare le nomine magari anche con la distribuzione di eventuali e particolari deleghe che potrebbero essere già state predisposte dal socio. A breve ne sapremo qualcosa di più».

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Sull’accorpamento di altri servizi in futuro è chiaro: «I tempi vanno esattamente in questa direzione, quasi strano che in settori come quello dei rifiuti certe decisioni debbano essere calate dall’alto. L’Evi, nello specifico, rappresenta un esempio virtuoso»

Forse è ancora presto per chiedertelo, ma in cosa ti piacerebbe lasciare il segno nel corso della tua gestione?

«Bisogna entrare prima nei meccanismi e rendersi conto delle situazioni, ma è chiaro che questo lo si può fare solo analizzando una serie di dati dall’interno. Inevitabilmente le prime settimane, considerato anche che di mezzo c’è il periodo natalizio, saranno dedicate all’approfondimento ed alla conoscenza, leggendo documenti, parlando con la struttura e naturalmente procedendo al passaggio di consegne con il precedente amministratore. E’ chiaro che qualsiasi realtà è fattibile di interventi per migliorare la sua efficienza sotto ogni punto di vista, anche quello dell’incremento dei ricavi, perché l’Evi ha un oggetto sociale abbastanza ampio. Vedremo come sarà possibile muoversi anche sulla base degli indirizzi strategici che   darà il socio, ma ripeto tutto questo avverrà sempre in piena concertazione con chi dispone del capitale della società e del controllo analogo».

Non è mancato chi ha parlato di nomine in “tono minore”. Cosa rispondi, evidentemente anche per gli altri componenti del cda?

«Nulla, ogni opinione va accettata. Ci sta, non si può pensare di piacere a tutti. In fondo certe situazioni assomigliano tanto al calcio, deve essere il campo a parlare. Quante volte abbiamo visto squadre composte sulla carta da grossi nomi che poi hanno stentato? Ripeto, fa parte del gioco, ci sta che qualcuno possa storcere il naso ed in tal senso chiedo di interpretare anche lo spirito degli altri componenti del CdA. Che, peraltro, devo ancora conoscere e spero di farlo quanto prima».

Sono maturi a tuo avviso i tempi per vedere l’isola consorziata anche in altri settori oltre a quello legato alla gestione del servizio idrico e delle fognature? Insomma, l’esempio Evi potrebbe essere seguito pure in campi diversi?

«I tempi vanno esattamente in questa direzione. Sui rifiuti siamo davanti a una svolta epocale, capita che scelte del genere debbano essere dettate dall’esterno per quanto sembrino sulla carta abbastanza ovvie. E invece è arrivato un determinato quadro normativo a definire il tutto. In ogni modello credo si possano riscontrare pregi e difetti, ma credo che in futuro sarà inevitabile giungere all’accorpamento in diversi servizi. E a riguardo ritengo che l’Evi abbia tutte le peculiarità per essere definito un esempio virtuoso. A livello amministrativo il discorso è diverso ma meglio non avventurarsi in discorsi che ci porterebbero fuori “traccia”».

Il presidente Basentini, il compianto Bruno, che consigli darebbe oggi a Mario?

«Mi cogli davvero di sorpresa su questa domanda, quasi non riesco a risponderti su due piedi. E’ difficilissimo per me da immaginare, certamente mi avrebbe incoraggiato con poche parole evidenziando più gli aspetti negativi che quelli positivi. Ma questo era anche il modo attraverso il quale lui voleva stimolarti e farti crescere. Insomma, sarebbe stato moderatamente soddisfatto, su questo non nutro dubbi».

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