CRONACA

I dati del Ministro Bianchi non tranquillizzano il mondo della scuola

Per le associazioni sindacali le percentuali “raccontate” dal Ministro sono ben distanti dalla realtà e comunque ad oggi non meno di 64.368 classi già sono in modalità a distanza o mista

La scuola,in epoca di covid, è sempre di più terreno di scontro tra buoni e, per molti versi, ottimi propositi, e la realtà che genitori, alunni, dirigenti, docenti e personale ATA, vivono quotidianamente nei vari plessi scolastici, ragion per cui ai rassicuranti dati divulgati, nei giorni scorsi, dal Ministro Bianchi, e relativi alle presenze di alunni e alle classi in DAD o DDI al rientro delle vacanze di Natale, durante l’audizione in commissione Cultura alla Camera: “Ad oggi, alle 12, il 93,4% delle classi è in presenza. Di questo il 13,1% con attività integrata per singoli studenti a distanza. Le classi totalmente a distanza sono il 6,6», fanno da contraltare le considerazioni, molto meno tranquillizzanti, delle varie associazioni sindacali.

La FLC CGIL, in un comunicato, tra l’altro, scrive: “Dal Ministro, oggi in audizione, giungono notizie sui dati del contagio fra il personale della scuola e gli alunni a dir poco fumosi e opachi. Dati che comunque, se confermati, sono meno rassicuranti di quanto appaiono: il 6,6% in dad e il 13,1% in ddi per singoli studenti significa che complessivamente ci sono 64.368 classi in modalità a distanza o mista pari al 19% del totale”.

Per Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola: “La gestione delle attività scolastiche in tempo di pandemia è oltre modo complessa, ancor più se si assume come obiettivo quello di garantire per quanto più possibile un’attività in presenza il cui venir meno si è tradotto in molti casi in una grave deprivazione del diritto allo studio a danno soprattutto delle fasce sociali più deboli. Un obiettivo da molti condiviso ed esplicitamente dichiarato dallo stesso Governo e dal ministro dell’Istruzione in ripetute esternazioni”.

Dura la segretaria regionale della Uil Campania, Roberta Vannini: “Finalmente il Ministro Bianchi ha divulgato dei dati. Ha dato i “suoi numeri”! Peccato che in Campania, oltre che nelle altre regioni, si abbia una percezione diversa. Come Organizzazione Sindacale, che vive quotidianamente i problemi di chi la scuola la fa e non la racconta, riteniamo che le percentuali siano ben diverse. Del resto le ASL della nostra Regione hanno comunicato il numero dei contagiati in età scolastica così come riportato dal presidente De Luca. Secondo gli ultimi dati, l’incidenza nella popolazione under18 rimane alta, in Campania i contagi riguardano oltre 25.745 alunni. La Uil Scuola, da sempre, sostiene che la vera scuola si fa a scuola, ma per poterandare avanti in sicurezza occorre fare chiarezza. Continuiamo a restare sconcertati per le affermazioni di un Ministro che dimostra sempre più di essere lontano da ciò che accade realmente nelle scuole. Come già detto dal nostro Segretario Nazionale – Pino Turi – “Ogni giorno ci arrivano grida di dolore provenienti dal personale delle scuole. Si va avanti grazie alla volontà del personale che ci sta mettendo anima e cuore, affrontando il virus a mani nude, ma contro il virus questo non basta, ci volevano interventi che non sono mai stati fatti”. Da questo punto di vista Roberta Vannini sottolinea che: “Servono investimenti per ridurre il numero degli alunni nelle classi attraverso organici adeguati e stabilizzati, presidi sanitari, sistemi di areazione, tracciamento. Le scuole campane sono allo stremo: classi semivuote, in didattica a distanza o integrata, personale contagiato costretto a pagarsi il tampone per tornare a scuola, Ds che non riescono a reperire supplenti mentre sono alle prese con disposizioni sempre più confuse e forvianti”.

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