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«Il caularone bis non ci sarà, il quadro che emerge è ormai evidente»

Manca ancora tanto, forse troppo tempo, ma sarebbe da sciocchi negare che già da adesso l’attenzione è tutta concentrata sulle elezioni amministrative del 2017: si stanno già formando delle coalizioni oppure tutto si deciderà come al solito, e forse più del solito, all’ultimo minuto?

«Beh, è evidente che il lasso temporale che ci separa dalle elezioni è ancora molto lungo e gli scenari sono destinati a rimanere in continua evoluzione e di conseguenza a cambiare. Rispetto al clima che si sta iniziando a respirare, almeno a giudicare da quanto leggo sulle testate giornalistiche, mi sto concentrando su problematiche che interessano da vicino la nostra comunità piuttosto che su strategie e scenari. L’amministrazione in questo momento deve porre la sua attenzione esclusivamente su questo, sulle priorità. In primis, ovviamente, mi riferisco alla scuola, e non a caso c’è uno sforzo comune per fare in modo che tutte le strutture siano aperte in tempo utile e nella migliore maniera possibile, per non arrecare disagi ai giovani studenti ed indirettamente anche alle loro famiglie».

Mi pare di capire, almeno raccogliendo una serie di opinioni in giro, che in questo momento un pò tutti, maggioranza, opposizione, siano d’accordo su un aspetto: nessuno vede di buon occhio la discesa in campo di De Siano ad Ischia. Insomma sembra quasi che il senatore sia riuscito ad unire anche personaggi e schieramenti agli antipodi…

«Leggo i giornali e leggo le testate on line, sarei un ipocrita se negassi di avere avvertito anche io la stessa percezione. Ma in fondo non credo che il punto sia questo, o almeno solo questo, è il caso di guardare oltre ed allargare gli orizzonti. Ad Ischia si è formata una classe dirigente che può in prospettiva esprimere il prossimo sindaco e la prossima amministrazione, lo vedo un fatto chiaro ed inequivocabile. Penso che in vista delle prossime elezioni amministrative, se si vuole andare a generare una coalizione fattiva, serve un processo virtuoso, si deve partire dalle idee sulle problematiche che attanagliano Ischia e si devono trovare le persone giuste, in grado di formare una coalizione coesa ed essere incisivi sulla soluzione dei problemi. In buona sostanza non si può correre sempre e soltanto dietro questo o quel nome…».

Consentimi una provocazione, che poi è tale solo fino a un certo punto. Se un’amministrazione uscente procede nel solco della continuità (e quindi nello specifico candidando ad esempio il vicesindaco uscente), allora significa di aver operato al meglio o quantomeno bene, fermo restando che il giudice supremo resta l’elettore. Se così stanno le cose, allora Enzo Ferrandino perché non dovrebbe essere preferito a Domenico De Siano o chi per lui?

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«Quello che posso dire, seguendo il criterio logico al quale hai appena fatto riferimento, è che la prossima amministrazione deve fare tesoro dell’esperienza acquisita in questi dieci anni, anche rispetto alle problematiche che non siamo riusciti ad affrontare e risolvere. Si deve cercare una collaborazione maggiore con la Regione Campania, che in questi anni ci ha frenati e non poco sulla risoluzione delle problematiche di Ischia. Parliamo di portualità o depurazione delle acque, per intenderci, e mi sono limitato soltanto a poche questioni».

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Enzo Ferrandino si sente pronto per essere leader e portabandiera di questa coalizione?

«Certo, ma è chiaro che questo avverrà e troverà concretezza nel momento in cui avrò capito che esistono le condizioni giuste. Non soltanto, una coalizione è fatta anche da uomini che hanno una convergenza di vedute con quelle che possono essere le mie opinioni e gli obiettivi che intenderei perseguire da primo cittadino, ai quali andrebbero evidentemente affiancate le opportune soluzioni. Se questo scenario dovesse configurarsi io non solo mi sento pronto a giocarmi questa partita, ma ti assicuro anche che lo farei in maniera molto incisiva».

Cosa ha caratterizzato maggiormente in positivo il decennio giosianio e quali sono state le frenate che tu da amministratore non ti aspettavi?

«Per quanto riguarda il cosiddetto segno “più” abbiamo molto di cui poter essere orgogliosi. Penso innanzitutto alle politica delle opere sul territorio, il cui giudizio non può che essere positivo perché è innegabile che in due consiliature abbiamo radicalmente cambiato e migliorato Ischia. In questo senso ritengo che l’icona, l’esempio calzante, sia rappresentato dal parcheggio di Sant’Alessandro, un’opera che i residenti della zona aspettavano da decenni, che era stata più volte promessa ma mai neppure messa in cantiere. E poi, anche se come lavoro non ha certamente rappresentato nulla di mastodontico, non dimenticherei lo svincolo di via Quercia, che ha avuto un ruolo fondamentale nel lenire gli atavici problemi di imbottigliamento nel traffico all’altezza del platano. Ricordo ancora l’allargamento di via Nuova dei Conti e poi il completamento del sistema fognario, a cominciare da via Alfredo De Luca ma che ha poi interessato anche tratti periferici del paese. A chi ha memoria corta, poi, sottolineo l’attività svolta per migliorare ed in alcuni casi rimettere completamente a nuovo i plessi scolastici sparsi sul territorio, lo spingitubo sotto al cavalcavia di via Iasolino e credetemi, l’elenco sarebbe ancora lungo».

Qual è invece l’anello mancante?

«Non c’è dubbio, il cruccio maggiore è rappresentato dal mancato completamento del depuratore in località San Pietro, anche se mi deve essere consentito di sottolineare che qui non c’è una responsabilità diretta da parte dell’amministrazione comunale. La verità è che noi viviamo di turismo e che il mare rappresenta una risorsa da tutelare a tutti i costi, quest’opera serve come il pane e la sua realizzazione sarà uno dei punti cardine del programma elettorale. Nella speranza, ovviamente, che si metta presto mano anche alle strutture di Casamicciola e Forio, perché mai come in casi del genere bisogna ragionare in maniera complessiva guardando al sistema isola».

L’argomento è spinoso ma non può non essere trattato. Prima il sindaco Ferrandino, poi anche autorevoli esponenti regionali del partito, auspicano che il Pd arrivi unito alle prossime elezioni. Il che, oggi, sembra utopia allo stato puro. Qual è il pensiero di Enzo Ferrandino e come si pone dinanzi a questo “invito”?

«Beh, credo che chi ha lanciato con forza questo appello, in fondo, lo abbia fatto seguendo quelle che sono leggi codificate della politica. Quando si va alle urne con un sistema come il nostro, appare evidente l’equazione: più ampia è la coalizione, maggiori sono le possibilità di vittoria. Ovviamente bisogna vagliare l’omogeneità delle componenti, che è condizione imprescindibile. Nel nostro caso anche io sono propenso a predicare e praticare una politica di convergenza intorno a un disegno politico, fermo restando il grado di compatibilità dei partecipanti e anche la loro coerenza. Chi vuole far parte di una squadra e di un progetto politico deve assumere un atteggiamento in grado di far coincidere quella che è la propria storia ed il proprio agire politico con quanto si intende portare a compimento».

Quante formazioni potremmo trovare in campo nel 2017?

«Ti ripeto quanto ho detto all’inizio, in questo momento sono concentrato soprattutto sull’amministrazione del paese. E in ogni caso, comunque è troppo presto per poter avere un’idea precisa. Per come ho imparato ad osservare la politica in questi anni, direi che provare ad ipotizzare uno scenario allo stato dell’arte sarebbe quantomeno un azzardo. Ma ci saremo noi, e di certo ci sarà una rappresentazione del centro destra…».

A questo punto mi pare evidente che stai escludendo un caularone bis.

«Non lo sto escludendo io, mi sembra evidente. Oggi, dalle dichiarazioni dei vari attori e protagonisti della politica presenti sul territorio, la sensazione – se non il quadro – che emerge, è questa. Per quanto ci riguarda, posso dirti che con il gruppo di amici che ho vicino, abbiamo un orientamento chiaro e ben definito, quello di andare avanti e cercare attraverso i programmi e le idee di creare e coagulare ulteriore consenso e sostanza».

Secondo te Giosi Ferrandino ha le idee chiare oppure no?

«Mah, la storia insegna che il nostro sindaco si è sempre contraddistinto per essere uno dalle idee chiare, quindi non vedo perché non dovrebbe  avercele anche in questa circostanza. Ti dirò di più, immagino anche di conoscere la sua valutazione nel caso di specie, che spesso è anche motivo di confronto, ma sta a lui dirvi cosa ne pensa, non certo a me…».

In politica la matematica può essere anche una opinione, ma la maggioranza ha perso moltissimi pezzi per strada, e come abbiamo ricordato noi de Il Golfo siamo davanti a migliaia di consensi. Di tutti questi fuoriusciti c’è la possibilità di reimbarcare qualcuno?

«Penso sia una cosa auspicabile e la ritengo anche abbastanza fondata, perché mi baso su un ragionamento davvero estremamente semplice: molte delle energie che si sono allontanate lo hanno fatto in maniera non traumatica, senza sbattere la porta. Dunque, i fili del discorso possono sempre essere riannodati».

In questo periodo hai mai pensato come cambierebbe la tua quotidianità qualora dovessi diventare sindaco d’Ischia?

«Non rappresenta certo un cruccio, ma è normale che il pensiero ogni tanto lo si fa. E’ innegabile che la prospettiva di vita cambierebbe, soprattutto per quanto riguarda il tempo libero. Ma soprattutto, ci sarebbe meno tempo da poter dedicare alla famiglia ed agli aspetti, è un qualcosa a cui ci si deve preparare».

Se avessi la bacchetta magica, cosa recupereresti dell’Ischia di quanto eravamo bambini?

«Ho tanti di quei bei ricordi che qui non ho assolutamente dubbi nel risponderti. Di certo gli spazi liberi che avevamo per giocare a pallone, come quelli che usavamo noi all’aperto. Questa è una opportunità che va garantita anche ai giovanissimi delle nuove generazioni e bisogna lavorare parecchio in questa direzione. Nella speranza, magari, che si stacchino ogni tanto da quegli smartphone ai quali sono letteralmente incollati…».

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