CULTURA & SOCIETA'

La conferenza di Ylenia Patalano nella sala rossa del museo diocesano: tra il castello e la Torre di Michelangelo le arti e le gesta epiche di Alfonso D’Avalos III

Alcuni passaggi aggiunti della storia di Alfonso D’Avalos fanno parte di un libro del sottoscritto in fase di ultimazione dove si annotano nuovi particolari di vita ricostruiti intono alla figura ed ai congiunti di Alfonso III D’ AvalosFotoricerca ed Elaboraxione Di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter Collaborazione: Caterina Mazzella E’ un ciclo di grande sostanza che continua ed è proiettato verso un futuro di nuovi edificanti appuntamanti cultarali, soiali ed ambientali di speddore di cui il CT AIParC Ischia si farà carico. Intanto proseguono le attività del Grppo con la fattiva Presidente Caterina Mazzella attraverso la proficua strategia di lavoro in rete con Istituzioni e presidi culturali del territorio. Gli ambiti di competenza dei dinamici Soci sta favorendo,infatti,attivita' di rilevante interesse finalizzate alla conoscenza e valorizzazione dei beni storico artistici dell’Isola Verde. A riprova ,si colloca l’incontro dell’altrro ieri sabato ,nella Sala Rossa del Museo Diocesano di Ischia su " Alfonso d Avalos e le Arti". straordinaria figura di politico,militare e mecenate delle Arti,appartenente alla potente famiglia -di origini spagnole- che per anni ha " governato" il Castello d Ischia e soggiornato nella Torre poi detta di Michelangelo. Brillante relatrice e' stata la dott Ylenia Patalano ,ischitana storica dell' Arte, laureata alla Scuola Normale Superiore di Pisa con un significativo curriculum nonostante la giovane eta' Unanime l’apprezzamento dei tanti presenti in sala ,oltre ai Soci prof. Ugo Vuoso. Dott.ssa Alessandra Vuoso (Ale Vù), dott.ssa , Mariangela Catuogno Anna Rispoli. Un grato plauso va a Don Emmanuel Monte instancabile Direttore Ufficio Beni Culturali della Diocesi d'Ischia, impegnato a tutto campo,insieme al suo team( tra cui la dott.Patalano) a riscoprire,valorizzare e promuovere l immenso patrimonio artistico della Diocesi. Ylenia Patalano ci fornisce un escursus riassuntivo della sua conferenza tenuta sabato scorso nella sala Rossa del Museo Diocesano di Ischia Ponte. Così la dottoressa in storia dell’arte ischitana racconta: “Nel corso della conferenza promossa da Aiparc in collaborazione con il Mudis (Museo Diocesano Ischia), ho avuto modo di poter presentare il mio lavoro di tesi magistrale intitolata “Alfonso d’Avalos e le arti” dove ho analizzato la figura di Alfonso, marchese di Vasto, come collezionista e committente. Alfonso d’Avalos, nato sul castello di Ischia, nel 1502 non fu solo un importante nel campo politico-militare, fu Capitano Generale dell’esercito imperiale di Carlo V d’Asburgo e Governatore della città di Milano; il marchese di Vasto fu ritratto, insieme a Ferrante d’Avalos, in uno dei sette Arazzi della Battaglia di Pavia, conservati presso il Museo di Capodimonte a Napoli. Anche per quanto riguarda il campo artistico, Alfonso fu influenzato dalla presenza sulla rocca isclana della matriarca della famiglia, Costanza d’Avalos, duchessa di Francavilla e da Vittoria Colonna, marchesa di Pescara e moglie di Ferrante d’Avalos. Non dobbiamo dimenticare che presso la corte dei d’Avalos vi era il cenacolo intellettuale di Costanza d’Avalos animato dai più importanti letterati: Jacopo Sannazzaro, Girolamo Britonio, Bernardo Tasso e Paolo Giovio. Quindi è comprensibile che presso la corte di Ischia arrivassero opere commissionate ai più importanti artisti del Cinquecento come per esempio: la Trasfigurazione, ora al Prado di Madrid, realizzata da Giovan Francesco Penni, l’artista arriverà anche ad Ischia al seguito di Alfonso nel 1528. La sua opera che in seguito sarà donata al Complesso degli Incurabili a Napoli, fondato dalla Beata Maria Lorenza Longo, da Vittoria Colonna memore del forte legame che con questa istituzione aveva il defunto Ferrante d’Avalos che fu tra i governatori degli Incurabili. Alfonso acquistò anche il Sacrificio di Isacco, ora a Dresda, di Andrea del Sarto e la pose proprio nella sua residenza di Ischia. Il nome di Alfonso d’Avalos è legato anche a due commissioni raffiguranti Santa Maria Maddalena per la marchesa di Pescara, Vittoria Colonna: il Noli me tangere di Michelangelo Buonarroti, di cui l’artista realizzerà solo il cartone, poi tratto in pittura da Jacopo Pontormo e identificabile con la tavola presente presso una collezione privata a Busto Arsizio; l’altra opera fu realizzata da Tiziano Vecellio e raffigura la Maddalena che lacrima copiosamente, come richiesto dalla marchesa di Pescara,l’opera è andata perduta ma doveva essere molto simile a quella presente presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. Importante fu anche il sodalizio di Alfonso d’Avalos con il pittore veneto Tiziano Vecellio, pittore di corte dell’imperatore Carlo V. L’artista ritrarrà il marchese in un ritratto, conservato al Getty Museum di Los Angeles, e nell’Allocuzione di Alfonso d’Avalos alle truppe, dove vediamo il marchese di Vasto nella veste di soldato che arringa le truppe, forse in ricordo di quando pose fine ad un ammutinamento del suo esercito. L’opera fu posta presso Palazzo Reale a Milano nel 1541 per l’ingresso di Carlo V nella città meneghina. Le notizie pur essendo pochissime in merito al periodo d’Avalos che è identificato come quello più fiorente per l’isola d’Ischia ci fanno capire come la corte isclana fosse al pari delle più importanti corti rinascimentali come quella dei Gonzaga a Mantova o degli Este a Ferrara; non possiamo non citare le due uniche opere, appartenute alla famiglia d’Avalos, ancora presenti sulla nostra isola, ovvero, il San Tommaso orante attribuita all’artista Pedro de Aponte, conservato al Mudis e il Polittico d’Avalos conservato presso il Convento di Sant’Antonio che avvalorano questa tesi. L’acquisizione dell’archivio della famiglia d’Avalos dall’Archivio di Stato di Napoli potrà nel tempo darci qualche informazione in più per rendere noi ischitani maggiormente consapevoli della storia importante della nostra isola. Alcuni passaggi della storia di Alfonso D’Avalos fanno parte di un libro del sottoscritto in fase di ultimazione dove si annotano nuovi particolari di vita ricostruiti intono alla figura ed ai congiunti di Alfonso III D’ Avalos. Ci pisce riportare qui di seguito un breve saggio storico: “Innico D’Avalos ebbe un figlio Alfonso Junior nel 1502 e l’anno dopo 1503 una figlia Costanza da Laura Sanseverino, mentre il fratello Alfonso sposato con donna Diana di Cardona, già era padre di quel Ferrante D’Avalos che sarebbe poi divenuto giovane marito dell’altrettanto giovane poetessa Vittoria Colonna. I due cugini, per titolo nobiliare ereditato, erano entrambi marchesi di Pescara. Alfonso J., a due anni dalla propria nascita avvenuta sul Castello d’Ischia, divenne subito orfano per la morte del padre Innico D’Avalos (1504) sepolto insieme ai fratelli Alfonso II e Rodrigo in Napoli nella cappella gentilizia della chiesa di sant’Anna dei Lombardi. Gli anni che seguirono videro Alfonso J. onorare la memoria del proprio genitore con eroiche gesta in diversi campi di battaglia imitando nell’azione militare il cugino Ferrante D’Avalos. Con l’aiuto di Vittoria Colonna, Alfonso D’Avalos si avvicinò alla cultura ed alle arti promuovendo mostre, incontrando artisti e componendo addirittura apprezzabili poemetti con ricordi autobiografici e sonetti che destarono l’attenzione manifesta della zia Costanza e della stessa Vittoria Colonna ormai sua cugina acquisita.Quando morì Innico D’Avalos (1504) capitano della guardia sul Castello e Governatore dell’isola, il figlio Alfonso, nativo del Castello, aveva appena due anni. Sua madre donna Laura Sanseverino che frequentava con la famiglia la Torre solo nel periodo estivo, decise di trasferirsi col figlioletto nelle solide stanze di quella sicura fortezza che il suo defunto marito aveva contribuito a far erigere e dove nel luglio del 1503 nacque la secondogenita Costanza denominata per i suoi natali in quella struttura, la “figlia della Torre” e soprattutto perchè fu il primo essere umano a venire alla luce nella casa-fortezza dopo la sua edificazione. La gravidanza per Donna Laura fu molto travagliata. Quei mesi che precedettero il parto della bambina furono di grande e continua sofferenza. Assistita dal medico di Corte sul Castello e da una sua amica del Borgo di Celsa, la levatrice Caterina Mellusi esperta a far nascere bambini nelle situazioni più difficili, Laura Sanseverino riuscì a partorire superando il pericolo paventato di perdere addirittura la propria vita e quella della figlia. Era la mattina del 26 luglio del 1503”. antoniolubrano1941@gmailo.com info@ischimondoblog.com

E’ un ciclo di grande sostanza che continua ed è proiettato verso un futuro di nuovi edificanti appuntamanti cultarali, soiali ed ambientali di speddore di cui il CT AIParC Ischia si farà carico.

Intanto proseguono le attività del Grppo con la fattiva Presidente Caterina Mazzella attraverso la proficua strategia di lavoro in rete con Istituzioni e presidi culturali del territorio.

Gli ambiti di competenza dei dinamici Soci sta favorendo,infatti,attivita’ di rilevante interesse finalizzate alla conoscenza e valorizzazione dei beni storico artistici dell’Isola Verde.

A riprova ,si colloca l’incontro dell’altrro ieri sabato ,nella Sala Rossa del Museo Diocesano di Ischia su ” Alfonso d Avalos e le Arti”. straordinaria figura di politico,militare e mecenate delle Arti,appartenente alla potente famiglia -di origini spagnole- che per anni ha ” governato” il Castello d Ischia e soggiornato nella Torre poi detta di Michelangelo. Brillante relatrice e’ stata la dott Ylenia Patalano ,ischitana storica dell’ Arte, laureata alla Scuola Normale Superiore di Pisa con un significativo curriculum nonostante la giovane eta’

Un anime l’apprezzamento dei tanti presenti in sala ,oltre ai Soci prof. Ugo Vuoso. Dott.ssa Alessandra Vuoso (Ale Vù), dott.ssa , Mariangela Catuogno Anna Rispoli. Un grato plauso va a Don Emmanuel Monte instancabile Direttore Ufficio Beni Culturali della Diocesi d’Ischia, impegnato a tutto campo,insieme al suo team( tra cui la dott.Patalano) a riscoprire,valorizzare e promuovere l immenso patrimonio artistico della Diocesi. Ylenia Patalano ci fornisce un escursus riassuntivo della sua conferenza tenuta sabato scorso nella sala Rossa del Museo Diocesano di Ischia Ponte. Così la dottoressa in storia dell’arte ischitana racconta: “Nel corso della conferenza promossa da Aiparc in collaborazione con il Mudis (Museo Diocesano Ischia), ho avuto modo di poter presentare il mio lavoro di tesi magistrale intitolata “Alfonso d’Avalos e le arti” dove ho analizzato la figura di Alfonso, marchese di Vasto, come collezionista e committente.

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Profilo di Ylenia Patalano

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Ylenia Patalano è laureata in Storia e Forme delle arti visive, dello spettacolo e dei nuovi media con indirizzo Storia dell’arte. Nella sua tesi, intitolata “Alfonso d’Avalos e le arti” con relatore il prof. Vincenzo Farinella, si è occupata dello studio della figura di Alfonso d’Avalos, marchese di Vasto, e del suo rapporto con le arti, in particolare nel ruolo di collezionista e committente.Collabora con l’ufficio Arte Sacra della Diocesi di Ischia e con il Mudis (Museo Diocesano Ischia). Dal Novembre 2022, la dottoressa Patalano fa parte della Commissione Arte Sacra della Diocesi di Ischia.

Alfonso d’Avalos, nato sul castello di Ischia, nel 1502 non fu solo un importante nel campo politico-militare, fu Capitano Generale dell’esercito imperiale di Carlo V d’Asburgo e Governatore della città di Milano; il marchese di Vasto fu ritratto, insieme a Ferrante d’Avalos, in uno dei sette Arazzi della Battaglia di Pavia, conservati presso il Museo di Capodimonte a Napoli.

Anche per quanto riguarda il campo artistico, Alfonso fu influenzato dalla presenza sulla rocca isclana della matriarca della famiglia, Costanza d’Avalos, duchessa di Francavilla e da Vittoria Colonna, marchesa di Pescara e moglie di Ferrante d’Avalos. Non dobbiamo dimenticare che presso la corte dei d’Avalos vi era il cenacolo intellettuale di Costanza d’Avalos animato dai più importanti letterati: Jacopo Sannazzaro, Girolamo Britonio, Bernardo Tasso e Paolo Giovio. Quindi è comprensibile che presso la corte di Ischia arrivassero opere commissionate ai più importanti artisti del Cinquecento come per esempio: la Trasfigurazione, ora al Prado di Madrid, realizzata da Giovan Francesco Penni, l’artista arriverà anche ad Ischia al seguito di Alfonso nel 1528. La sua opera che in seguito sarà donata al Complesso degli Incurabili a Napoli, fondato dalla Beata Maria Lorenza Longo, da Vittoria Colonna memore del forte legame che con questa istituzione aveva il defunto Ferrante d’Avalos che fu tra i governatori degli Incurabili. Alfonso acquistò anche il Sacrificio di Isacco, ora a Dresda, di Andrea del Sarto e la pose proprio nella sua residenza di Ischia.

Il nome di Alfonso d’Avalos è legato anche a due commissioni raffiguranti Santa Maria Maddalena per la marchesa di Pescara, Vittoria Colonna: il Noli me tangere di Michelangelo Buonarroti, di cui l’artista realizzerà solo il cartone, poi tratto in pittura da Jacopo Pontormo e identificabile con la tavola presente presso una collezione privata a Busto Arsizio; l’altra opera fu realizzata da Tiziano Vecellio e raffigura la Maddalena che lacrima copiosamente, come richiesto dalla marchesa di Pescara,l’opera è andata perduta ma doveva essere molto simile a quella presente presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. Importante fu anche il sodalizio di Alfonso d’Avalos con il pittore veneto Tiziano Vecellio, pittore di corte dell’imperatore Carlo V. L’artista ritrarrà il marchese in un ritratto, conservato al Getty Museum di Los Angeles, e nell’Allocuzione di Alfonso d’Avalos alle truppe, dove vediamo il marchese di Vasto nella veste di soldato che arringa le truppe, forse in ricordo di quando pose fine ad un ammutinamento del suo esercito.

L’opera fu posta presso Palazzo Reale a Milano nel 1541 per l’ingresso di Carlo V nella città meneghina. Le notizie pur essendo pochissime in merito al periodo d’Avalos che è identificato come quello più fiorente per l’isola d’Ischia ci fanno capire come la corte isclana fosse al pari delle più importanti corti rinascimentali come quella dei Gonzaga a Mantova o degli Este a Ferrara; non possiamo non citare le due uniche opere, appartenute alla famiglia d’Avalos, ancora presenti sulla nostra isola, ovvero, il San Tommaso orante attribuita all’artista Pedro de Aponte, conservato al Mudis e il Polittico d’Avalos conservato presso il Convento di Sant’Antonio che avvalorano questa tesi. L’acquisizione dell’archivio della famiglia d’Avalos dall’Archivio di Stato di Napoli potrà nel tempo darci qualche informazione in più per rendere noi ischitani maggiormente consapevoli della storia importante della nostra isola. Alcuni passaggi della storia di Alfonso D’Avalos fanno parte di un libro del sottoscritto in fase di ultimazione dove si annotano nuovi particolari di vita ricostruiti intono alla figura ed ai congiunti di Alfonso III D’ Avalos.

Ci pisce riportare qui di seguito un breve saggio storico: “Innico D’Avalos ebbe un figlio Alfonso Junior nel 1502 e l’anno dopo 1503 una figlia Costanza da Laura Sanseverino, mentre il fratello Alfonso sposato con donna Diana di Cardona, già era padre di quel Ferrante D’Avalos che sarebbe poi divenuto giovane marito dell’altrettanto giovane poetessa Vittoria Colonna. I due cugini, per titolo nobiliare ereditato, erano entrambi marchesi di Pescara. Alfonso J., a due anni dalla propria nascita avvenuta sul Castello d’Ischia, divenne subito orfano per la morte del padre Innico D’Avalos (1504) sepolto insieme ai fratelli Alfonso II e Rodrigo in Napoli nella cappella gentilizia della chiesa di sant’Anna dei Lombardi. Gli anni che seguirono videro Alfonso J. onorare la memoria del proprio genitore con eroiche gesta in diversi campi di battaglia imitando nell’azione militare il cugino Ferrante D’Avalos.

Con l’aiuto di Vittoria Colonna, Alfonso D’Avalos si avvicinò alla cultura ed alle arti promuovendo mostre, incontrando artisti e componendo addirittura apprezzabili poemetti con ricordi autobiografici e sonetti che destarono l’attenzione manifesta della zia Costanza e della stessa Vittoria Colonna ormai sua cugina acquisita.Quando morì Innico D’Avalos (1504) capitano della guardia sul Castello e Governatore dell’isola, il figlio Alfonso, nativo del Castello, aveva appena due anni. Sua madre donna Laura Sanseverino che frequentava con la famiglia la Torre solo nel periodo estivo, decise di trasferirsi col figlioletto nelle solide stanze di quella sicura fortezza che il suo defunto marito aveva contribuito a far erigere e dove nel luglio del 1503 nacque la secondogenita Costanza denominata per i suoi natali in quella struttura, la “figlia della Torre” e soprattutto perchè fu il primo essere umano a venire alla luce nella casa-fortezza dopo la sua edificazione. La gravidanza per Donna Laura fu molto travagliata. Quei mesi che precedettero il parto della bambina furono di grande e continua sofferenza. Assistita dal medico di Corte sul Castello e da una sua amica del Borgo di Celsa, la levatrice Caterina Mellusi esperta a far nascere bambini nelle situazioni più difficili, Laura Sanseverino riuscì a partorire superando il pericolo paventato di perdere addirittura la propria vita e quella della figlia. Era la mattina del 26 luglio del 1503”.

Fotoricerca ed Elaborazione Di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

Collaborazione: Caterina Mazzella

antoniolubrano1941@gmail.com

info@ischiamondoblog.com

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