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La Festa, il lungomare, le giostre e il “rebus” sicurezza

ISCHIA. Messe, processioni, spettacoli musicali, stand gastronomici e gli immancabili fuochi pirotecnici per la festa in onore di San Giovan Giuseppe della Croce, santo protettore dell’isola d’Ischia. Dopo gli eventi di luglio dedicati a Sant’Anna, il periodo post agostano è dedicato al santo le cui reliquie sono custodite nella splendida chiesa collegiata dello Spirito Santo. Lungo le strade, le piazze ed i vicoli di Ischia ponte, l’antico Borgo di Celsa, è impossibile non farsi travolgere dalla festa.

Un appuntamento che attira anche i turisti dell’ultim’ora, quelli che preferiscono staccare la spina nei primi giorni di settembre, quando la folla delle grandi occasioni è ormai sparita e l’isola (così come tutte le altre mete estive) sembra essere più vivibile e confortevole. Ma è normale che oltre al lato religioso (in particolare con la processione via mare dal pontile antistante Il Castello Aragonese fino al porto di Ischia San Giovan Giuseppe della Croce) quello che attira (anche tanti ischitani) è soprattutto ciò che è stato realizzato nelle strade e nelle piazze. Quest’anno il Lungomare Aragonese, ad esempio, è stato invaso dalle giostre. Che, in realtà, non sono neanche in numero tanto cospicuo (meno di una decina) ma quantomai ingombrante, visto che occupano tutta la carreggiata.

Una strada che, già normalmente, è chiusa al traffico veicolare di sera ed occupata da tavolini e dei numerosi locali presenti in loco, ma che adesso ha visto ‘ingolfarsi’ anche per la presenza del tagada’, del tiro al bersaglio e di tante altre attrazioni per grandi e piccini che possono trascorrere qualche ore di spensieratezza e pure adrenalina. Ma proprio fermandosi ad ammirare la situazione del Lungomare, una domanda sorge spontanea: il livello di sicurezza qual è?

La prima risposta, quella più diretta, è che appare davvero ridotto quasi allo zero. Il Lungomare Aragonese è una strada ‘cieca’, impossibile da percorrere data la presenza di tavoli e gazebo per la ristorazione e, appunto, delle giostre. Salire sul ‘famigerato’ tagadà non è un gioco da ragazzi: per arrivare all’attrazione bisogna farsi spazio tra la folla e percorrere quel po’ di strada lasciata libera.

Anche perché, proprio il tagadà, non è una delle giostre più tranquille in circolazione e considerando che spesso, soprattutto gruppetti di minorenni, si sfidano a restare all’impiedi prendendo botte su tutto il corpo. Ma se dovesse accadere un incidente o semplicemente uno dei ragazzini che sale sulla giostra dovesse farsi prendere dal panico, i soccorsi potrebbero arrivare? La risposta è no. Nessun ambulanza ed in generale nessun veicolo potrebbe arrivare sul lungomare Aragonese.

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I fatti successi lo scorso anno in Piazza San Carlo a Torinoforse non hanno insegnato nulla. Almeno ad Ischia. La presenza delle giostre è stata naturalmente autorizzata dal Comune. Ma chi ha autorizzato ha visto le reali condizioni di sicurezza? La commissione sicurezza che ha concesso il nulla osta ha effettuato un sopralluogo? Tutte domande che ci sono state poste anche da qualche genitore scrupoloso che ha negato al proprio figlio di fare un giro sulle giostre del Lungomare. Anche perché il rischio è che quello che dovrebbe essere un divertimento soprattutto per bambini e ragazzini potrebbe trasformarsi in tragedia. E forse non ci vorrebbe neanche molto ad evitare questi problemi, magari spostando la presenza delle giostre in altri luoghi più sicuri e facilmente raggiungibili da eventuali mezzi di soccorso.

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Giovanna Ferrara

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