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La “immortalità” di Vittoria Colonna e retroscena mai raccontati delle sue sfarzose nozze sul Castello d’Ischia

Dal  500° anniversario dello storico  matrimonio di Vittoria Colonna del 27 dicembre del 2009 ad oggi, non si contano le rievocazioni, ad orizzonti allargati, per ricordare ai contemporanei il grande evento di 5 secoli fa, tenutosi sul Castello d’Ischia con tanto clamore per il prestigio e  l’importanza dei personaggi in questione. Le ultimi della serie sono gli incontri del 27 dicembre scorso col prof. Michele Camaioni presso la Biblioteca Antoniana Comunale di Ischia dove si è parlato di Vittoria Colonna una donna della Riforma ? centrando il discorso sulla spiritualità controversa di una grande protagonista del cinquecento italiano. Nello stesso giorno presso la sagrestia del Convento dei Frati Minori alla Mandra ha avuto luogo un secondo incontro con la dott.ssa Serenaorsola Pilato che ha trattato il tema della religiosità di Vittoria Colonna e commentato il polittico che raffigura insieme l’Immacolata Concezione, Vittoria Colonna e Costanza D’Avalos. Infine venerdì scorso 29 dicembre il Patron Giovanni d’Amico dell’Associazione Culturale T.I.F E.O. con il Liceo Statale di Ischia  ha presentato il corteo nuziale di Vittoria Colonna e Ferrante D’Avalos e fatto sfilare per le vie del Borgo di Celsa con figuranti in costume dell’epoca. Gli storici, alcuni in modo approssimativo, parlano sempre del matrimonio sfarzoso dei due giovani e di alcuni invitati famosi che vi presero parte nella qualità di illustri invitati, tralasciando episodi curiosi  che caratterizzarono la fase di preparazione di quel matrimonio del secolo. Ci proviamo noi dopo aver fatto le opportune indagini e riflettuto su quanto scoperto.

Raccontiamo cosi la fase preliminare delle nozze nel momento in cui si incominciò a fare sul serio e dare il via alle “grandi manovre” per la celebrazione  di un matrimonio costruito e  favorito fin dalla tenera età dei due sposi protagonisti  nello scenario del Castello d’Ischia e della Marina del Borgo di Celsa  fra la Torre e il suo Ninfario e la piana della Mandra. Partiti gli inviti ai personaggi di rango sparsi per l’Italia, le nobildonne riunite nella Torre per definire il programma della festa nuziale e dare gli ultimi ritocchi ai loro sofisticati  abiti ordinati alla sarta del Borgo di Celsa Maddalena Cigliano, spulciano la lunga lista degli invitati per l’impegnativa accoglienza. Il vestito della sposa, come è ovvio che sia, riceve la maggiore attenzione  da parte della sua creatrice Maddalena su inevitabile pressione di donna Laura Sanseverino e donna Agnese di Montefeltro madre della sposa. Ormai si è prossimi alla data delle nozze fissata per il 27 dicembre 1509. Nella Torre come  sul Castello, fra gli abitanti del Borgo di Celsa e dell’isola tutta, sale la febbre del Grande Evento, l’evento dell’anno. I giovani Vittoria Colonna e Ferrante D’Avalos vivono l’immediata vigilia delle loro nozze in un clima di manifesta felicità, ma anche di tensione per qualche ostacolo che si frappone fra il proprio desiderio che tutto possa filar lisco e  l’atteggiamento troppo permissivo degli organizzatori che vorrebbero che alla festa di nozze sul Castello vi partecipasse anche tutto il popolo del Borgo di Celsa con l’accesso al Castello.

A tale idea si opponeva la Governatrice zia dello sposo Costanza d’Avalos. La quale, di accordo con le due famiglie degli sposi, col Vescovo Mons. Donato Strineo ed il capitolo cattedrale sul Castello, acconsentì che solo una rappresentanza di trenta persona del popolo del Borgo di Celsa, fra donne, uomini ed alcuni fanciulli non inferiori ai 10 anni, venisse ammessa  alla cerimonia nuziale in Cattedrale  ed alla festa. La selezione, affidata a Maddalena Cigliano fu molto scrupolosa. Furono scelte le seguenti persone del popolo: i coniugi Emanuele Gargiulo  pescatore e Anna  Trippodi casalinga, Leonardo De Ruggiero agricoltore e Maria Mormile lavorante tessile, Pancrazio Mellusi panettiere e Filomena Martire casalinga, Nicolella Gennaro falegname e Costanza D’Attore lavandaia, Coppa Stanislao pescatore e Raffaelina Luongo Filatrice, Gaetano Mattera costruttore di zoccoli e Lucia Farese sarta, Salvatore Spera contadino venditore di frutta e vino e Antonietta Costa catechista, Benedetto Candia  lumista e Lucia Castaldi filatrice, Gaetano Iacono pescatore  e Luisa Grimaldi maglista, Isidoro Calosirto scrivano  e Santina Mazzella casalinga, Corrado Sansone  pescatore e Maria Iovine  ricamatrice, Antonio Gloria falegname, 6 ragazzi di scuola del convento dei francescani di S. Antonio  alla Mandra tra  gli 8 e i 10 anni figli di famiglie del Borgo.

(Fonte: dal libro sul Borgo di Celsa e Torre di Michelangelo di prossima uscita di Antonio Lubrano)

Antonio Lubrano (antoniolubrano1941@gmail.com)

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Foto di Giovan Giuseppe Lubrano

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