CULTURA & SOCIETA'

La scellerata politica del “rappezzo” e l’incompetenza dei “tecnici”

L’ultimo incidente mortale di cui è rimasto vittima il giovane diciassettenne lacchese Franco Taliercio, sulla  statale che da Ischia porta a Casamiccila a pochi passi da S. Alessandro, ha fatto riemergere il gravoso problema  della pericolosità delle nostre strade e dell’indisciplinato traffico delle auto, indipendentemente da chi le guida tra ubriachi, drogati ed incoscienti che pure dovrebbero essere messi nella impossibilità di far danni, magari ritirandogli per sempre la patente.

E’ di qualche giorno fa l’iniziativa meritoria dell’Opera Pia del presidente Celestino Vuoso che ancora una volta scende in campo non già col solito e avvolte ipocrita  grido di dolore, ma  con una vibrata, solenne e mirata reprimenda verso chi non prende le misure adeguate e  necessario per evitare fatti luttuosi come i tanti che si sono verificati nell’ultimo decennio sulle strade trascurate dell’isola d’Ischia. Quella dell’Opera Pia è un chiaro e deciso invito ai sindaci isolani a muoversi con fatti concrerti.Sette anni fa, nell’anno 2012, un gruppo di giovani professionisti ischitani che  partecipò al Premio Francesco Ferrandino, promosso appunto dall’Opera Pia Iacono-Avellino-Conte di Ischia, presentò uno studio denominato “Analisi e proposte per un approccio sostenibile alla mobilità ed alla sicurezza  stradale”. Quello studio, pone ancora oggi  in evidenza determinate  problematiche paradossali per un territorio  circoscritto come quello ischitano, in cui fanno testo  il numero elevatissimo  di autovetture possedute  e il tasso di incidenti. Quello studio del 2012, nei sette anni trascorsi,  è rimasto solo uno studio e nessuno ne ha fatto tesoro, per affrontare la situazione con correttivi e nuova propensione a cambiare le cose . Oggi quei dati riportati fanno  riflettere più di prima: il Comune con il maggior numero  di sinistri  stradali nel periodo 2008 –

2016, a cui si possono aggiungere gli ultimi tre anni, è  Ischia con il 38, 8 % seguito di poco meno da Forio. Appare  Casamicciola con  il  27%,  Barano col 16%,  Lacco Ameno col 14% e Serrara Fontana col 9%.  In sintesi globale, le persone coinvolte negli incidenti sono il 68% gli uomini, il 31%  le donne. Inoltre il   15%  sono di età inferiore ai 21 anni, il 48% tra i 21% e i 45% mentre il 37% ha più di 45 anni. Altro dato:  gli  incidenti che coinvolgono i più giovani si verificano nella fascia orario serale e notturna. Di  fronte a tale quadro della situazione diventato oggi preoccupante di gran lunga,come si può essere tranquilli ? l’isola non ha una sola strada col suo manto stradale uniforme in tutta la sua copertura.

Rattoppi a larghe chiazze ai lati di qua e di là e ruvidi cordoni al centro del letto stradale in tutta la loro lunghezza per effetto delle due menate di asfalto prima a destra poi a sinistra della carreggiata, sono il criminale risultato di come si interviene sulle nostre strade per metterle in sicurezza. Perfino la Via Francesco Buonocore con i suoi lenti lavori in  corso per il “restauro”, presenta in alcuni tratti  i lamentatati rattoppi. Altro che sicurezza ! Gli incidenti stradali con il morto, in massima parte, sono accaduti proprio per questo tipo di inefficienza statica delle nostre strade. Esempi di mala sicurezza li troviamo lungo via Alfredo De Luca,  via Sogliuzzo, via Michele Mazzella e via Baldassarre Cossa a Ischia, Corso Luigi Manzi a Casamicciola, Via Fundera a Lacco Ameno, Via Vincenzo Di Meglio che conduce a Barano, la Statale che porta a Forio fino a Panza e chi più ne ha più ne metta.

La soluzione per…ridurre il numero dei  morti  sulle nostre  strade ? Tenere l’intero manto d’asfalto sulle strade sempre in maniera uniforme, senza cunette, cordoni e buche. Solo così hanno senso gli studi e le proposte per ottimizzare l’asseto stradale della nostra isola, strade interne e secondarie comprese. La rete stradale dell’isola d’Ischia è piuttosto estesa (circa 80Km), e, per quanto riguarda i centri maggiori, è costituita da strade carrabili di quasi ampia carreggiata e in parte  di recente fattura. Abbiamo strade nuove e vecchie, rimaste tali per incuria e conseguente declassamento come la vecchia ed antica via Borbonica che congiunge le parti alte di Lacco Ameno con Forio. Anche se molti turisti e soprattutto ischitani,  si trovano a disagio nelle strade talvolta anguste e tortuose, esse rimangono comunque trascurate al limite della praticabilità, con il gran numero di auto presenti sull’isola durante la stagione turistica e non solo (causa di un traffico spesso insostenibile ).

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In ogni caso  testimoniano la scarsa qualità e la capillarità delle strade lungo tutto il circuito stradale isolano  che unisce ed intersega Comuni e frazioni fra loro. Del complesso stradario isolano, si è sempre fatto un gran parlare, perché inadeguato alle esigenze del nostro tempo. Abbiamo strade nell’altro versante dell’isola, nate strette sufficienti per consentire all’origine, il passaggio ad unico senso di marcia dei carretti con muli che trasportavano le classiche botti di vino o altro materiale vitale per quei tempi. Quelle strade sono rimaste oggi, a distanza di circa cento anni tali e quale, ed a percorrerle sono invece gli autoveicoli di oggi fra camion, furgoni, macchine e motociclette con non poche difficoltà, provocando fra l’altro intasamenti che fanno saltare i nervi a conducenti ed a mal capitati pedoni.

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Foto GiovanGiuseppe Lubrano

                                                                                                     antoniolubrano1941@gmail.com

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