CULTURA & SOCIETA'

La visita all’ex Pontificio Seminario Regionale Pio XI a Salerno

Chiuso per drastica diminuzione di seminaristi.

Bella giornata quel 18 gennaio del 2012: dopo essere stato con mia moglie all’Inps, approfittammo della vicina stazione napoletana bus della Sita per rivedere l’indimenticato complesso del Pontificio Seminario Regionale Pio XI posto sulla zona alta e storica di Salerno, ove ero stato seminarista di primo Liceo Classico (dopo le Medie al Seminario Vescovile d’Ischia e il biennio del Ginnasio a Nola, su suggerimento del grande Vescovo Mons. Antonio Cece di Cimitile) nell’anno scolastico 1963/64. I cinquanta km autostradali portano i bus proprio sull’ingresso del grande complesso inaugurato nel 1932 e infine chiuso negli anni ’70 per la drastica diminuzione di seminaristi e per il costo spese, quindi ceduto al comune di Salerno e destinato a centro scolastico superiore e giudiziario. Più volte ero tornato a Salerno per l’artistico Duomo: guidando la Scuola; la famiglia nel 1994 col ‘Nissan Vanette’, dopo aver girato in Sicilia, quindi (sbarcato da Palermo-Napoli) per la penisola sorrentina, Sant’Agata sui due Golfi, Positano, Amalfi e nel Duomo al Sepolcro di Ildebrando di Soana (Soana, Grosseto 1015 – +Salerno 25.05.1085), il grande e coraggioso Papa San Gregiorio VII noto su tutti i testi di storia per la vittoriosa “lotta per le investiture” contro le mire dell’imperatore tedesco Enrico IV che voleva catturarlo, ma fu salvato dall’intervento del normanno Roberto il Guiscardo che se lo portò a Salerno, sua capitale già tolta ai Longobardi di Arechi.

L’ex Seminario l’avevo rivisto solo da lontano. Pertanto, attraversammo l’immutato ingresso, gli esterni dei 10 padiglioni, la Cappella-Chiesa sconsacrata, i percorsi panoramici ai vari terrazzamenti -allora ricreativi campi di calcio- verso l’alto (ai margini l’autostrada -allora in costruzione- per Reggio Calabria), oggi immensi e attrezzati parchi pubblici denominati a ricordo “Il Seminario”. Indimenticabile visitazione nella ricorrenza della “Cattedra romana di San Pietro”: quanti ricordi !…In effetti, la città di Salerno “cìvitas opulenta” si sviluppò attorno al centro artistico e religioso del suo Duomo, dedicato a S. Maria degli Angeli, San Matteo e San Gregorio 7°, col possente campanile a otto campane, e monumento insigne di architettura, ove è conservato il corpo visibile dal vetro dell’urna dell’indomabile Primo degli Apostoli col suo epitaffio : “Dilexi iustitiam, odivi iniquitatem: proptèrea morior in exilio”(Traduzione: -Ho amato la giustizia, ho combattuto l’ingiustizia: perciò muoio in esilio-). Del resto il grande Papa San Giovanni Paolo II lo onorò la domenica del 26 maggio 1985, a nove secoli dalla morte, atterrando in elicottero sul terreno di gioco del vecchio stadio “Vestuti” e pronunciando alla folla una memorabile omelìa. Ebbene, Salerno fu capitale d’Italia per 5 mesi nel 1944 con un governo provvisorio guidato da Pietro Badoglio (11 febbraio e il re Vittorio Emanuele 3° a Ravello) fino al 15 agosto con Roma tornata “sicura”. Al pomeriggio, tempo e calcio permettendo, si usciva a passeggio -ovviamente con la tonaca (col freddo il cappotto), la mantellina, il cappello- per sostare sul Lungomare ampio (30m) e lungo un km e mezzo, giardino alberato interamente pedonale e accanto il modesto porticciolo (oggi importante scalo commerciale-turistico) che il tecnico “non avrebbe allora calcolato per l’ingresso a est dall’insabbiamento dal vicino fiume Sele”: fu rivenuta nel fondale una lapide latina del 1260 che traduciamo: – “L’anno del Signore 1260, Manfredi, signore magnifico re di Sicilia, figlio dell’imperatore Federico, per intervento di messer Giovanni da Procida, grande cittadino salernitano, signore dell’isola di Procida, di Tramonti, di Caiano e della Baronia di Postiglione, e amico e familiare dello stesso re, fece costruire questo porto” -; vicino il teatro “G.Verdi” a struttura lignea di 4 ordini di palchi (610 posti spesso da noi seminaristi occupati per conferenze) del 1872; su quel Lungomare bello e spensierato il ricordo del galvanizzante Predicatore gesuita napoletano Padre Riccardo Lombardi; a parlar tra noi di Giovanni Amendola (una piazza al Docente di filosofia, giornalista liberale e direttore de “Il Resto del Carlino”, nato a Salerno 14.04.1882-+Cannes in Francia 7.04.1926) ucciso dai fascisti; l’illuminista Antonio Genovesi; “Novellino” di Masuccio Salernitano (Tommaso Guardati 1410-1475); celebre “Scuola Medica Salernitana” sancita nel 1231 da Federico II nella Costituzione di Melfi; poesie di Alfonso Gatto; filosofo Nicola Abbagnano: “La norma è il dover essere della libertà come trascendenza”; le veementi omelìe nel Duomo dell’Arcivescovo Primate “Guerriero” Demetrio Moscato, calabrese. Si ritornava salendo accanto al Duomo; stadio “Vestuti”; facciata Liceo Classico “T. Tasso”, il più antico della città, fondato da Gioacchino Murat nel 1811. C’era ansia per studi non validi agli effetti statali e la costrizione lontana (si andava a casa solo a Pasqua): oggi il sistema è cambiato. (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani; docente Liceo; poeta; emerito ANC-Ass Naz Carabinieri (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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egidio Fioremare

Bei ricordi , ma l’italiano … lasciato in seminario???

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