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Luciano Castaldi e l’ironia da elezioni: «Cerco donne, ma non sono un rattuso»

DI GAETANO FERRANDINO

FORIO. Diciamoci la verità, sulla nostra isola (e non solo, in fondo ci sono i presupposti per pensare che tutto il mondo sia paese) la ricerca delle quote rosa in politica non è mai stata una cosa semplice. In molti ricorderanno i tormenti che caratterizzarono l’inizio della seconda sindacatura ischitana di Giosi Ferrandino alle prese con un assessore in gonnella da reperire a tutti i costi con una quadratura del cerchio che pareva non arrivare mai. Così come è presumibilmente passato alla storia del “surrealismo” di casa nostra l’indizione di veri e propri casting in municipio dell’ex sindaco di Barano Paolino Buono, costretto per legge a dover nominare un assessore donna che però pareva proprio non si trovasse. E allora, consapevoli del fatto che prevenire è meglio che curare, in vista di quelle che sono le imminenti elezioni amministrative in programma in quel di Forio, ecco che c’è chi si muove per tempo e lo fa con una dose di ironia davvero strappa applausi, nella speranza che tutti la sappiano prendere col sorriso sulle labbra.

Sotto i riflettori è finito l’appello lanciato da Luciano Castaldi, uno dei papabili candidati a sindaco di Forio alle prossime amministrative in programma a giugno. Il quale ha scelto un messaggio davvero particolare per invitare il gentil sesso a scendere in campo e – possibilmente – a sposare la sua causa. Una sorta di lettera a cuore aperto nella quale esordisce così: «Carissime amiche, non spaventatevi. Non sono divenuto di punto in bianco “nu rattus e’ chist”, per finire nel calderone di coloro che seguono l’andazzo, oggi giorno tanto in voga ed orripilante, di portare a scatafascio la propria famiglia e, quindi, come unica, se non logica, conseguenza, la propria dignità di uomo vero. Mi piace interpellarvi per altro e serio motivo. Cerco donne non perché, chissà, io sia sull’orlo della disperazione “da ultimo minuto”, cercando di coprire i posti vacanti della cosiddetta “quota rosa”. Cerco donne non perché devo colorare proprio di rosa e con colpi da “pennellessa”, per imitare con un gusto non proprio artistico di semplice e candida pittura simil naif, le mie liste. Cerco donne non perché con tanti “caponi” dalle voci roche a cantare ho bisogno di aggiungere qua e là qualche voce argentina che faccia da pantomima d’intervallo – come avveniva nelle antiche tragedie greche – i quali già come una spugna devono assorbire e sorbirsi gli umori di agguerriti candidati delle opposte fazioni. Che noia da parte mia, per me e per voi, sarebbe il propinarvi il sapore ripugnante, sgradevole, di questa salsina da sushi “de noantri”! Non crederete che voglia offendere la vostra intelligenza e la vostra lungimiranza?».

Insomma, un atto di devozione verso il sesso rosa con Castaldi che poi, una volta presi i giri, prosegue nel suo appello: «Io non cerco donne perché in vena di affibbiare ai miei odierni e futuri – che tale dovranno rimanere per tutti i cinque anni, senza che rischi di perdere poi equilibri da giunta e da consiglio comunale – collaboratori la coccardina rosa, azzurra e multicolore. Io non cerco donne perché avrò nei miei piani un domani il creare “allegri” movimenti  nelle stanze municipali. Io non cerco donne perché le devo impiegare da “consigliere del nulla ed ‘alzamano del sì’ ” in approvazione di programmi assurdi e scellerati, anche dal punto di vista morale, ma da portaborsa, invece, de facto. No, no, no! Ascoltetemi bene! Io cerco donne perché sono male intenzionato. Io voglio derubarvi di ciò che voi avete. Voglio avere donne al mio fianco non perché, usando il ritornello da linguaggio “politically correct”,  le “femmine sono uguali agli uomini”. Ma quando mai… Io ambisco ad avervi proprio perché preziosamente diverse».

Insomma, gli elogi sperticati continuano e proseguono anche nel fine dell’appello castaldi ano: «Sono uomo, ma mi rendo ben conto del “potenziale energetico” rappresentato dalle donne. Dico questo alludendo al tipo di intelligenza, alla capacità manageriale, alla concezione “del darsi da fare” e non del “rimandare” alle classiche calende greche; tanto dei guai del nostro paese ritorneremo a pensarci fra altri cinque anni. Tira a campare che l’erba per i “ciucci” dei nostri compaesani cresce. Tanto ‘ncann ‘ncann pensamm a metterli un’altra volta nel sacco con qualche cucchiaiata mal spalmata di asfalto (ma che è Nutella?) e – considerato che nessuno fin ad oggi non ha ancora pensato a questa – con l’allestimento sopra al Soccorso, ma pure in qualche altro piazzale nevralgico e strategico, di quattro bancarelle per qualche fiera della mortadella e dei provoloni ovvero di manciate di “pappecorne e cacuvette”, il tutto annaffiato da pregiati vini di rinomate cantine indigene e paesottiche. Nei manifesti lo puntualizzerebbero, poi: “Ahò, è tutto a gratiìsso! Occhio, scialate, che chissà quando rivedrete tutta sta ‘robba’ (con due “B” alla Giovanni Verga)!”. Se, dunque, anche tu, amica mia foriana, avrai intenzione di metterti in gioco e vedi in me una persona degna e meritevole della tua fiducia, non hai ora che da dirmelo. Decideremo insieme se vorrai candidarti o supportarmi in altro modo secondo proposta che mi farai. Contattami, contattami, contattami. Subitissimo, non perdiamo tempo per il bene di noi tutti». Ci perdonerete, perché in campagna elettorale bisogna osservare rigorosamente la par condicio ma un appello alle donne lo rivolgiamo anche noi: con una “sviolinata” del genere, si può resistere al richiamo del buon Luciano? Ai posteri, o meglio alla composizione delle liste, l’ardua sentenza.

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