LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Volare in prima classe sopra la politica low cost»

Ormai di politica lacunosa in particolare a livello amministrativo e, più in generale, dell’insufficiente attenzione al territorio si parla spesso. Per nostra sfortuna anche di «isola più bella del mondo», non certo perché non corrisponda alla realtà, almeno in questo secondo caso, ma perché nel tempo si è formato un paradosso. Ischia possiede un enorme patrimonio e un grandissimo potenziale. Se la cultura predominante però è raffigurata dal voler “campare di rendita” nell’immobilismo e di questa bellezza non ne sappiamo tutelare i contorni, valorizzarne le connessioni e sfruttarne i vantaggi pure a causa di una politica dalla visione ristrettissima abbiamo un problema gigantesco, talmente grande da esserci invisibile.

Ormai di politica lacunosa in particolare a livello amministrativo e, più in generale, dell’insufficiente attenzione al territorio si parla spesso. Per nostra sfortuna anche di «isola più bella del mondo», non certo perché non corrisponda alla realtà, almeno in questo secondo caso, ma perché nel tempo si è formato un paradosso. Ischia possiede un enorme patrimonio e un grandissimo potenziale. Se la cultura predominante però è raffigurata dal voler “campare di rendita” nell’immobilismo e di questa bellezza non ne sappiamo tutelare i contorni, valorizzarne le connessioni e sfruttarne i vantaggi pure a causa di una politica dalla visione ristrettissima abbiamo un problema gigantesco, talmente grande da esserci invisibile

Una difficoltà che genera effetti nel quotidiano e si connette per forza con l’assenza di una cultura politica che nei suoi diversi significati esprime il risultato della socializzazione, dell’educazione e dell’esposizione ai media, e tiene conto delle esperienze compiute in età adulta rispetto alle prestazioni del governo, della società e dell’economia.

In altre parole – secondo l’enciclopedia Treccani – in essa sono presenti componenti cognitive, affettive e valutative oltre a includere conoscenze e credenze relative alla realtà politica, sentimenti riguardo alla politica e impegni rispetto a valori politici. Si può dire, continuando, che finora neanche un terremoto (nel 2017) e una frana causata dall’alluvione (nel novembre 2022) sono riusciti a creare un’intesa permanente tra le sei Amministrazioni pure per motivi che attengono a “frammentazioni” al proprio interno. Non esiste, in definitiva, una “task force” dei Sindaci in grado di riunirsi ufficialmente e pubblicamente con i propri staff almeno una volta al mese per stabilire un calendario e risolvere le criticità che creano il destino di Ischia a ogni livello di cui Sanità e turismo, mobilità e trasporti, sono soltanto la punta dell’iceberg. Questo sottolinea in modo marcato una deficienza strutturale per colmare la quale, fino a oggi, non abbiamo visto che timidi segnali di recupero.

Non gode di buona salute, perciò, la cultura dell’unione e ciò, di norma, colpisce anche le realtà associative. Al suo posto predomina la parcellizzazione intanto che gli scambi d’interessi formano la cornice che sostiene un quadro desolante. In un tale scenario locale chi si permette di svelare la presunzione, le velleità come la limitatezza e le falle di un comportamento che combina gli amministratori e li trasforma in miscela esplosiva, è relegato al ruolo di rompiscatole

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Di sicuro è più semplice girarsi dall’altra parte per evitare di prenderne atto. Allo stesso tempo nei giri “occulti della profondità politica” di casa nostra si discute di chi spostare o assumere come pedina da un Comune all’altro senza troppo clamore pure attraverso concorsi pubblici, invece che scontrarsi con l’urgenza di ripristinare un senso “Comune”. Paradossale che solo pochi avvertano l’esigenza di cambiare il ruolo e la direzione dell’isola nello scacchiere nazionale e internazionale. Non gode di buona salute, perciò, la cultura dell’unione e ciò, di norma, colpisce anche le realtà associative.

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Al suo posto predomina la parcellizzazione intanto che gli scambi d’interessi formano la cornice che sostiene un quadro desolante. In un tale scenario locale chi si permette di svelare la presunzione, le velleità come la limitatezza e le falle di un comportamento che combina gli amministratori e li trasforma in miscela esplosiva, salvando per il momento quelli di Forio e Casamicciola freschi di elezioni, è semplicemente relegato al ruolo di rompiscatole con buona pace dell’opinione pubblica che accoglie con superficialità demagogia e dichiarazioni valide per un’intervista senza alcuno spirito critico. Nell’attesa che il super “assessore” del Comune di Ischia, il professor Josep Ejarque che a marzo 2023 è diventato anche il nuovo Destination Manager della Città di Amalfi, fornisca eventuali suggerimenti da diffondere ai restanti cinque Comuni (si può supporre che una delle linee sarà l’indispensabile cooperazione tra Amministrazioni) e che qualcuno si accorga del caos agli imbarchi, in questa estate quasi cominciata in cui la lamentela sulla mancanza di turisti è superata dalla pratica di contare arrivi e partenze elevandolo a presupposto dell’indice di gradimento, il ragionamento da fare è più complesso di quanto si pensi. Si può partire dalla considerazione sul modo in cui è rappresentata l’Emilia Romagna e la sua popolazione, in televisione e sui giornali. Nel tentativo di recuperare terreno che l’alluvione ha sommerso e avviare così la sua stagione turistica, il popolo emiliano è descritto come poco incline ai pianti disposto invece a “rimboccarsi le maniche”. Ischia, invece è diventato il luogo del lungo periodo (come diceva l’economista britannico Keynes “sul lungo periodo siamo tutti morti”), reso ancora più grave per l’assenza di una comunicazione “univoca” da parte dei Comuni.

Una lunga sequenza di disattenzioni e deficienze, non ultima la protesta civile di alcuni commercianti di Lacco Ameno che hanno chiuso per protesta il primo giugno, in cui c’è tutto il mondo del trash politico che non sa ragionare per progetti, evita obiettivi e scansa scopi nell’arco di uno o più mandati

Una delle cause è da ricercarsi nei messaggeri “locali” che volano a Roma per assumere ruoli e allungare il curriculum o si recano in missione in Regione separati gli uni dagli altri per “chiedere ai propri referenti aiuti e soldi”, senza che vi sia la precisa volontà di usare gli eventuali suggerimenti dei primi e i secondi che arriverebbero dall’applicazione dei primi. Anche se esiste tale pratica e qualche caso che appare degno di nota, a rendere grave il contesto è il fatto che la maggior parte della popolazione che la politica rappresenta, è abituata a conservarsi nell’assistenzialismo e nel loculo dell’emergenza deresponsabilizzante in cui è lo Stato a dover intervenire pur non escludendo la liceità della richiesta. Questa condizione di limbo perenne descrive in maniera perfetta che chi ne gode non riesce a vedere altre vie escludendone, nel caso vi riuscisse, ogni possibile nuova applicazione facendo terra bruciata peggio che gli incendi estivi generati apparentemente senza causa. Una lunga sequenza di disattenzioni e deficienze, non ultima la protesta civile di alcuni commercianti di Lacco Ameno che hanno chiuso per protesta il primo giugno, in cui c’è tutto il mondo del trash politico che non sa ragionare per progetti, evita obiettivi e scansa scopi nell’arco di uno o più mandati. Una politica low cost a buon mercato “personale”, insomma, alla quale va addebitata la responsabilità permanente di una catena di (s)montaggio che sembra una mutanda da due soldi con l’elastico smollato sopra la cintola, solo per mostrare agli altri che almeno è griffata.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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