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Maxi concorso a Forio, chiesto l’accesso agli atti

Una candidata esclusa dagli esami orali ha presentato per la terza volta domanda al responsabile della commissione d’esame sempre tramite pec: fin qui, però, ha ottenuto soltanto silenzio

Una, due, tre volte. Ha bussato alla porta (metaforica, s’intende) del Comune di Forio per avere una serie di chiarimenti sull’esito della prova di un concorso sulla quale pretende la trasparenza che è dovuta per legge. Ma nella prima, così come nella seconda e terza circostanza non è stata accontentata.

E adesso, ovviamente, la vicenda potrebbe prendere una piega ben diversa e scadere in un contenzioso giudiziario con l’ente di via Genovino. Con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare e che noi, per ovvi motivi, allo stato dell’arte non possiamo configurare non essendo certo dei veggenti. Il riferimento è al recente concorso svoltosi all’ombra del Torrione, per il quale ormai dovrà essere celebrato soltanto l’atto finale, ossia le prove orali che porteranno poi a comporre la graduatoria definitiva. E i prescelti sono venticinque, anche perché nel frattempo sono tanti quelli che non sono riusciti ad arrivare all’ultimo e decisivo step.

Inutili fin qui si sono rivelati gli ultimi due solleciti del 27 agosto e del 3 settembre scorso. E così adesso arriva l’ultimatum: in caso di mancato riscontro, pronto il ricorso alle vie legali che potrebbe avere conseguenze tutt’altro che “leggere”

Ma a tenere banco, in queste ore, ci sono le iniziative di una candidata che ha preso parte al concorso in questione. Il soggetto in questione ha superato la prova pre-selettiva, poi ha fatto altrettanto con la prima prova trovando infine il “semaforo rosso” dopo la seconda prova, al termine della quale è stata dichiarata non idonea. Quello che emerge, adesso, è che la candidata in questione proprio nei giorni scorsi ha trasmesso per la terza volta un sollecito di richiesta di accesso agli atti, indirizzato al presidente della commissione. Un sollecito che attraverso Pec (posta elettronica certificata) è stato indirizzato a protocollo, ufficio ragioneria, ufficio finanziario e segretario generale del Comune di Forio e nel cui testo si legge testualmente quanto segue: “Gentilissimo dott. Rando, Ancora una volta mi trovo costretta a sollecitarle mio riscontro alla richiesta di accesso agli atti relativo alla procedura concorsuale n. 11 Istruttori Amministrativi Categoria C1 del Comune di Forio di cui lei è Responsabile unico del Procedimento. Le rammento che detta richiesta è stata inviata agli indirizzi (… omissis), inviata in data 18/07/2019 acquisita al protocollo generale  al n. 23327 e sollecitata in data 27/08/2019 e 03/09/2019 a stesso mezzo”. Nella mail certificata la candidata esclusa aggiunge: “Mi duole ricordarle che l’articolo 2 comma 2 della legge 7 agosto 1990 n. 241 e successive modifiche ed integrazioni, prevede i procedimenti amministrativi debba concludersi entro il termine perentorio di trenta giorni dalla data della richiesta. In data odierna, essendo abbondantemente scaduti i termini previsti, mi trovo mio malgrado a sollecitarle immediato riscontro alla richiesta di accesso agli atti riguardanti gli atti della sottoscritta relativi al concorso di cui sopra. Le comunico che trascorsi ulteriori 7 gg dalla data odierna mi troverò costretta ad adire per le vie legali ritenendola responsabile dei danni procurati. In attesa di suo riscontro a stesso mezzo, le porgo cordiali saluti”.

Fin qui le rimostranze – legittime o meno non sta a noi dirlo, e in ogni caso non ne abbiamo nemmeno i mezzi – della candidata al concorso foriano. Ma quello che si può fare è cercare di intuire la piega che potranno prendere gli eventi. Secondo le vigenti norme, allo stato dell’arte, chi ha fatto richiesta di accesso agli atti ha diritto di verificare se la procedura di correzione del suo elaborato scritto è stata lineare e corretta. Se così fosse, non avrebbe motivi o “interesse” giuridico nel chiedere di poter accedere anche agli elaborati degli altri candidati, venendo meno un potenziale vantaggio diretto, Ma se le cose andassero diversamente, potrebbero anche aprirsi le porte di un ricorso alla magistratura amministrativa che potrebbe clamorosamente rimescolare le carte su una procedura, proprio adesso che la stessa è pronta a vivere l’atto finale. Ma una curiosità ci assale: visto che è tutto a posto (e noi non vogliamo assolutamente credere che sia vero il contrario), per quale motivo si continua a rimanere in silenzio di fronte alle istanze di chi ha reiteratamente richiesto l’accesso agli atti? Siamo sicuri che convenga persistere con un atteggiamento che non farebbe altro che alimentare la cultura del sospetto?

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