LE OPINIONI

«Caffè scorretto» «All’assalto del fiume (Rio Corbore)»

Prima è arrivata la diffida, poi vista l’inattività a rompere il silenzio dopo qualche mese ci ha pensato la querela indirizzata ai sindaci di Ischia e Barano, Enzo Ferrandino e Dionigi Gaudioso. Lo scorso 17 gennaio, infatti, è stata presentata una denuncia presso la Procura della Repubblica di Napoli con la quale vari comitati e associazioni – con l’ausilio dell’avvocato Mauro Buono i firmatari sono Comitato Rio Corbore, Comitato Salviamo Ischia Ponte, VAS Verde Ambiente Società Legambiente, PAS Pan Assoverde salvanatura, Bagno Paradiso, Bagno Daitu, Lega Animali e Ambiente, Assoutenti, Scuola del Folklore – hanno acceso un riflettore sull’insostenibile situazione ambientale del fiume Rio Corbore trasformato con l’aiuto dell’incuria in uno scarico a cielo aperto in cui prendono continuamente forma liquami e materiale di varia natura.

Enzo Ferrandino

La faccenda, alla quale è stato concesso lo spazio sui giornali, ma su cui forse sarebbe il caso di ragionare più che abbastanza, al di la di come andrà il risultato, potrebbe aprire uno scenario inedito o anche più di uno. Non certo perché si è chiesto assistenza alla Procura della Repubblica che avrebbe già attivato le indagini ma perché, al contrario, un gruppo di cittadini e associazioni si sono uniti in gruppo per opporsi al tipico e purtroppo conosciuto comportamento che trova proprio nel “silenzio” dei Comuni – nei confronti delle istanze dei cittadini – la migliore soluzione. Già questo, se ci pensiamo, rappresenta un dato nuovo che potrebbe spalancare la porta a varie considerazioni.

Lo scorso 17 gennaio, infatti, è stata presentata una denuncia presso la Procura della Repubblica di Napoli con la quale vari comitati e associazioni – con l’ausilio dell’avvocato Mauro Buono i firmatari sono Comitato Rio Corbore, Comitato Salviamo Ischia Ponte, VAS Verde Ambiente Società Legambiente, PAS Pan Assoverde salvanatura, Bagno Paradiso, Bagno Daitu, Lega Animali e Ambiente, Assoutenti, Scuola del Folklore – hanno acceso un riflettore sull’insostenibile situazione ambientale del fiume Rio Corbore trasformato con l’aiuto dell’incuria in uno scarico a cielo aperto in cui prendono continuamente forma liquami e materiale di varia natura

In primo luogo che il tema, dopo circa trent’anni di denunce attraverso video e articoli, non è mai stato risolto e in questa prospettiva il ricorso alla Procura rappresenterebbe solo la sua naturale, quanto ovvia, risultante.

Dionigi Gaudioso

In secondo luogo, non meno importante del primo, perché torna in risalto la – spesso dimenticata – consapevolezza del territorio e per l’ambiente insieme alla lotta in cui tanti si adoperano, anche in questo caso restando spesso inascoltati dalla gente, per tutelarli entrambi. Questioni di sensibilità, si potrebbe dire, o comunque di diversa percezione dei danni che non quello scolo, in cui in alcuni tratti sostano da anni lavatrici, carcasse di motorini e frigoriferi, ma la disattenzione a braccetto con l’indifferenza provoca all’isola e alla popolazione. Soffermarsi sul silenzio che in questi anni ha contraddistinto – forse non soltanto su questo tema – la risposta delle due amministrazioni potrebbe non valere il tempo, come su quello utilizzato nella “non risposta” all’atto di diffida presentato dai firmatari della querela già nell’agosto scorso.

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Questioni di sensibilità, si potrebbe dire, o comunque di diversa percezione dei danni che non quello scolo, in cui in alcuni tratti sostano da anni lavatrici, carcasse di motorini e frigoriferi, ma la disattenzione a braccetto con l’indifferenza provoca all’isola e alla popolazione

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Nella considerazione però che tale espressione non solo ci somiglia e rappresenta più di quanto pensiamo, erodendo, di fatto, lo spirito democratico che dovrebbe invece sostenere una comunità, l’enfasi perciò andrebbe posta proprio all’azione (di contrasto e, se vogliamo guardarla da altro punto di vista, di “opposizione” peraltro “fuori” dai Consigli comunali) che i comitati sottoscrittori della denuncia hanno compiuto.

Il punto più importante a ragion veduta è questo rappresentandone lo snodo principale non dimenticando la bolla generata nel tempo da una certa superbia che, il più delle volte, caratterizza la quasi totalità delle amministrazioni isolane e che qualcuno, si potrebbe affermare “finalmente”, si è assunto la responsabilità di bucare per concentrarsi su ciò che va necessariamente cambiato. Naturalmente non bisognerebbe celebrare questo episodio come una festa popolare, ci mancherebbe, poiché in sé triste come potrebbe esserlo rivolgersi alla Procura di Napoli solo perché i Comuni non rispondono o comunque sorvolano non occupandosi di temi delicati dal punto di vista amministrativo, ma come una specie di rinascita del senso d’indignazione che dopo un lungo oblio che l’ha qualificato probabilmente oggi presenta un volume crescente per tornare a circolare nel dibattito pubblico.

Naturalmente non bisognerebbe celebrare questo episodio come una festa popolare, ci mancherebbe, poiché in sé triste come potrebbe esserlo rivolgersi alla Procura di Napoli solo perché i Comuni non rispondono o comunque sorvolano non occupandosi di temi delicati dal punto di vista amministrativo, ma come una specie di rinascita del senso d’indignazione che dopo un lungo oblio che l’ha qualificato probabilmente oggi presenta un volume crescente per tornare a circolare nel dibattito pubblico

Anche per stabilire, forse, il ritorno di qualcosa che non sia esattamente marketing politico o, peggio, il pensiero unico il quale agevolato dal silenzio molte volte tutela più gli interessi di pochi che di molti ed ha la sua controparte nell’enorme fortuna di essere nati sull’isola più bella del mondo e, perciò, viene quasi per conseguenza limitare qualsiasi tentativo di critica relegandola nel rumore di fondo e ai margini di un’attività amministrativa. La quale ha ben altre cose da fare invece di prendere in considerazione, magari escludendone il favore per una migliore, le voci dissonanti d’improbabili e mai spesso riconosciuti comitati di cittadini, pure perché è più congeniale sviluppare lo spirito gregario e la finzione amministrativa o comunque la raccomandazione che in qualche modo i problemi saranno risolti, anche se probabilmente ci vorranno altri trent’anni.

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