LE OPINIONI

Quel “like” che fa bene all’autostima

Qualche tempo fa mi è capitato di vedere un episodio di una delle mie serie tv preferite, Black Mirror. La puntata, chiamata Nosedive – Caduta Libera, è ambientata in un mondo i cui abitanti possono, attraverso speciali telefonini, attribuire un punteggio alle persone con cui interagiscono. Il punteggio va da zero a cinque stelle (del tutto simili ai “mi piace” di Facebook e ai “cuoricini” di Instagram) e determina la popolarità di un individuo. Chi ha una media elevata gode di speciali privilegi, motivo per cui tutti gli abitanti sono ossessionati dagli apprezzamenti ricevuti e investono parte della propria giornata a procurarsi dei punteggi elevati. Come avviene spesso nelle puntate di Black Mirror, la fantasia assomiglia in modo inquietante alla realtà. Ogni giorno sono infatti 4,5 miliardi i like scambiati in tutto il mondo. Chiunque conosca i social network sa di cosa parlo: i like sono dei feedback, immediati e semplici, che gli utenti possono lasciare sotto foto e post pubblicati da altre persone.

Sono ormai numerosi gli studi che hanno dimostrato comeilike possano avere un impatto significativo sull’autostima di un individuo.Inutile negarlo, fa piacere a tutti ricevere un apprezzamento, anche se a farlo è uno sconosciuto. Il like è un complimento virtuale, una carezza al nostro narcisismo. Quel cuoricino o quel pollice alzato ci regala un senso di appagamento e gratificazione. Nulla di per sé patologico o preoccupante. Abbiamo tutti il desiderio di piacere, di trovare conferme del nostro valore dagli altri, di sentirci apprezzati e competenti. Potremmo dire che, se utilizziamo i social network, siamo in un certo senso dei narcisisti digitali. La ricerca dei like, però, può esprimersi a livelli diversi: andiamo da un estremo in cui il social viene usato ludicamente, come passatempo e il like rappresenta una piccola e innocente gratificazione. All’altro estremo, i feedback positivi diventano ciò che mantiene in piedi l’ autostima e si corre il rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza patologica.

Sarebbero gli adolescenti, soprattutto, a risentire di questi effetti. Alcuni studi, tra cui quello di Sherman e colleghi (2016), hanno dimostrato gli effetti a livello neuronale dei like ricevuti. Ad essere coinvolti sarebbero i circuiti sottocorticali legati alla ricompensa, alla gratificazione e al piacere. Questo dato è confermato da uno studio condotto dall’Università del North Carolina, che ha evidenziato come ricevere un apprezzamento attraverso un like determinerebbe il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore coinvolto anche nei fenomeni di dipendenza. Non è difficile immaginare quindi che si possa diventare dipendenti anche dai likesui social. Un team di ricercatori dell’Università diQueensland in Australia ha condotto uno studio da cui è emerso che il non ricevere apprezzamenti virtuali determina vissuti di esclusione e svalutazione di sé, fino alla comparsa di una sintomatologia depressiva. La sensazione di essere invisibili, rifiutati, socialmente esclusi ha ripercussioni importanti sull’autostima di alcune categorie di persone.

Ma non basta solo ottenerli: il numero dilike sommati va anche mostrato ed è, nel mondo dei social, indice di popolarità e gradimento. Non a caso una delle nuove professioni, emerse negli ultimi anni, è quella dell’influencer. L’influencerè una persona, dotata di una certa competenza in un campo, che “influenza” la comunità virtuale sui social network diffondendo messaggi promozionali, ovviamente a pagamento, per conto di aziende. Il successo (e il guadagno, spesso astronomico) di un influencer è determinato dalla popolarità e dal gradimento dei contenuti pubblicati e diffusi in rete. Alla luce di questo, è facile capire la portata della piccola, grande rivoluzione che si realizzerà in rete: Instagram, il popolarissimo social network, non consentirà più la visualizzazione del numero di apprezzamenti ricevuti. Questo esperimento, già realizzato in Canada, prevede dunque che anche in Italia il numero di “cuoricini” sia visibile solo al titolare dell’account, ma non ai propri follower o ad altri utenti. Cosa accadrà adesso a tutti i like-addicted, i dipendenti da like? Che effetto avrà sull’autostima degli utenti che contavano su quei feedback positivi per sentirsi accettati, influenti e popolari? Si aprono ora scenari interessanti. Immagino che il primo effetto sarà una riduzione significativa dell’ansia di dover pubblicare contenuti “acchiappa-like” e della preoccupazione circa la reazione degli altri. Diminuirà probabilmente anche la competizione e il confronto con altri utenti e, di conseguenza, i livelli di frustrazione legati al ricevere meno apprezzamenti rispetto ai coetanei. Chissà che questa scelta non determini una maggiore attenzione ai contenuti pubblicati, piuttosto che ai suoi effetti sulla propria popolarità. Non ci resta che aspettare ed osservare.

Articolo della dottoressa Tiziana Di Scala (tel. 3208531292)

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Liberamente” è curata da Ilaria Castagna, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi de L’Aquila, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale di Caserta A.T. Beck

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Tel: 3456260689

Email: castagna.ilaria@yahoo.com

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