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«Quest’epidemia ci insegna che non servono barricate, il mondo è una grande famiglia»

Il Monito del Vescovo Lagnese nel giorno del Santo Patrono: «Di tutto c’è bisogno in questo momento fuorché di divisioni, di polemiche pretestuose, di strumentalizzazioni, di discorsi demagogici»

E’ stato un audio messaggio del Parroco Don Carlo a confermare, mercoledì in tarda sera che i festeggiamenti in onore del nostro Santo Patrono si sarebbero tenuti nonostante tutto. E ieri mattina, al Pontificale con tutte le autorità, ci si è raccolti in preghiera e le intenzioni erano tutte rivolte al periodo difficile che sta vivendo l’umanità. La Chiesa non era gremita come sempre in queste occasioni, alcuni hanno desistito per paura, altri non si sono lasciati scoraggiare dalla cronaca di questi giorni e sono andati ugualmente ad onorare il Santo. Assenti i Sindaci di Barano, Serrara Fontana e Casamicciola.«Vogliamo pregare per tutti gli uomini e le donne della terra. In ognuno di noi c’è tanta apprensione per sé e per i propri cari. Cresce la paura; il panico e un senso di smarrimento si diffondono causando danni forse maggiori di quelli dello stesso coronavirus. Abbiamo bisogno di sapere che Dio è con noi e che noi non siamo soli! E di fare di questa esperienza certamente non facile un’occasione di conversione». E’ stata questa l’intenzione del Vescovo di Ischia, Mons. Pietro Lagnese che ha fatto della sua omelia, letta ai fedeli presenti in Chiesa, un monito per provare a vivere serenamente questo momento storico. «Da questa epidemia- ha detto ancora Lagnese – dovremmo imparare una cosa: che i muri, le barricate, i fili spinati, le dogane, non servono; il mondo è una grande famiglia dove se non condivideremo i beni, di qualunque tipo, saremo costretti a condividere il male, di qualunque tipo. Il senso di precarietà che tutti sperimentiamo in questi giorni può aiutarci a capire un po’ di più quelli che soffrono: gli ammalati, i poveri, quanti fanno i conti con la stupidità della guerra, i migranti, i profughi. Penso alla Siria, a ciò che sta accadendo in questi giorni, tra il silenzio omertoso di tanti, ai confini tra la Turchia e la Grecia. Vogliamo pregare per tutti i malati; per quanti sono stati colpiti dal coronavirus nel mondo, in Italia, in Campania. Il Signore dia loro guarigione e consolazione. Possano scoprire che Dio è loro alleato, che sta dalla loro parte e che essi non sono abbandonati; e fare esperienza della potenza del Suo amore». Ha chiesto di pregare Lagnese, di rivolgere una preghiera per i medici e gli scienziati, perché possano trovare al più presto il rimedio per sconfiggere il virus e il contagio.«Vogliamo pregare per tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali e per gli uomini e le donne che nei vari ambiti, civili e militari, operano a servizio del Paese; per coloro che in qualità di primi cittadini, amministrano le nostre città e per tutti i leader politici: il Signore doni loro la luce e la forza per decidere per ciò che è meglio, per garantire al massimo l’incolumità di tutti agendo con prudenza ma evitando allarmismi e panico. Soprattutto doni loro di comprendere che di tutto c’è bisogno in questo momento fuorché di divisioni, di polemiche pretestuose, di strumentalizzazioni, di discorsi demagogici». Un pensiero è stato rivolto alle ferite che ancora fanno soffrire la nostra comunità come quella del terremoto, la sicurezza stradale, l’abusivismo, la questione ambientale e quella del lavoro che manca, «al senso diffuso di illegalità e corruzione, di cui in passato ho già detto, da cui non è esenta la nostra Isola, all’aumento di una violenza non solo verbale alla quale stiamo assistendo negli ultimi anni; all’aumento del senso di disagio e di vuoto di idealità e di valori che percepiamo soprattutto nel mondo giovanile».L’invito rivolto agli ischitani è quello di pregare, un appello che appare ancora più forte dinanzi all’esempio del nostro Santo Patrono nato a Ischia. «Di fronte all’epidemia che sta investendo, seppure in forme diverse, a incominciare dalla Cina, tutto il pianeta, l’Italia intera, e che, da qualche ora, sta interessando anche la nostra Isola, avvertiamo il senso del nostro limite e la consapevolezza che non tutto è possibile programmare, preventivare, gestire e che, al contrario, ci sono cose più grandi di noi con le quali dobbiamo fare i conti e dinanzi alle quali siamo chiamati a mettere da parte ogni delirio di onnipotenza e di autosufficienza».

Foto Giovan Giuseppe Lubrano

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Antonio

Questo vescovo non ha ancora capito che è arrivato il momento di tenere la bocca chiusa…non è affatto il momento di emulare il prefetto!
Attendere la pubblicazione di un decreto, dal quale si evince a propri che vi sono da attuare iniziative serie per la salvaguardia di ognuno, non dimostra affatto buon senso!

LUCIO MORGERA

LA CHIESA COME IN INGHILTERRA
ANCHE I SACERDOTI DEVONO SPOSARSI….BASTA GAY E PEDOFILI
GLI ANGLOSASSONI SONO UOMINI VERI!
MATRIMONIO PER I SACERDOTI E LOTTA AI TERRORISTI EBREI E MUSULMANI!
VIVA L’EUROPA!
VIVA L’ONU!
VIVA L’ITALIA!
VIVA ISCHIA!

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