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Ricordando Giangiacomo Monti

ISCHIA – Pur non riuscendo a pensare al passato, è già un mese, domani 15, che Giangiacomo (il medico buono, l’amico dell’isola d’Ischia e di tutti gli altri) non cammina più con noi, non ci fa ascoltare la sua voce, non ci dona il suo sorriso, non ci soccorre con le sue capacità di medico. E’ una condizione irreale ma è la realtà. Realtà dura che ci spinge il petto facendoci sanguinare il cuore e la testa mandando in tilt il cervello. Il cuore: chi ha avuto il privilegio di conoscere Giangiacomo (per me Giangi), può dire che se lo trovava in esso senza che occuparlo. Vi si installava e basta. La testa: nella mente di ognuno di noi, Giangiacomo occupava il posto del salvagente, della zattera, della bitta nei momenti di mala sorte. Mai che dicesse di no o che dicesse di essere impegnato o stanco. Approdo naturale del suo essere così, fu l’ingresso al Rotary ove lo conobbi e diventammo Amici. In esso Giangiacomo ha militato con passione, dedizione ed onore, come nel suo stile. Ha ricoperto tutti i ruoli partecipando, in silenzio operativo, a tutte le decisioni. Da presidente organizzò, sempre per il benessere degli altri, la mega manifestazione delle “mille vele” per contribuire alle finanze della fondazione internazionale rotary “Polio Plus” per la definitiva eradicazione nel mondo della poliomelite. Il suo essere rotariano a 360° era noto in tutto il distretto 2100 del sodalizio.  Doverci ora, noi suoi amici, riunire in cimitero o in chiesa per stare con lui è irreale, innaturale anche se, maledettamente, vero. Il percorso terreno per Giangiacomo è stato certamente intenso ma, maledettamente breve. Tutte le mattine alle 7,00 all’imbarco degli aliscafi. Pioggia, vento o mare agitato, venivano sempre dopo i suoi malati. Il dolore della camera operatoria era il suo, come era suo quello dei parenti nell’ansia dell’attesa. Tanti anni da medico di sala operatoria per mali terribili, non erano stati capaci di forgiarlo a quel necessario “distacco professionale” dalla sofferenza altrui. Ed è stata proprio questa sua, naturale, incapacità al distacco, fonte di vita per tanti, a condurlo così prematuramente alla morte. Il suo cuore, evidentemente difettoso nel segnale del troppo pieno, si è riempito oltre misura ed è crepato. Oggi tutti lo piangono ed è giusto che sia così. Io spero che al di là dello sgomento che in questo mese ci ha accompagnato, ci sia qualcuno che, per il ruolo che ricopre, pensi a determinare un motivo, un argomento di aggregazione nel ricordo di Giangiacomo Monti il medico buono dell’isola d’Ischia. Amico di tutti.

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