CRONACA

Rifiuti, costi e sostenibilità: focus del Rotary Club Isola d’Ischia

DI ARIANNA ORLANDO

Questa la rappresentazione del futuro: il rifiuto è una risorsa, non più un ostacolo. I paesaggi corrotti e contaminati dagli ammassi di rifiuti mangia-spazio stanno esistendo a nostro danno da decenni e da tutte queste decadi sono nutriti e sostenuti dalla sovrapproduzione di materia inalterabile, che si conserva e si fa ereditare nei secoli dei secoli amen. Esiste invece un modo, e in verità ne esistono molti, per reinventare il rifiuto e rifiutarlo nella sua identità di “scarto inutile” per cederlo in trasformazione alla materia rifruibile che, come da millenni accade per il rifiuto naturale, torna alla natura da cui è stato tratto.

La capacità plasmatica dell’uomo infatti si riduce all’invenzione ma tutto ciò che plasma di fatto deriva da elementi già esistenti che si combinano e ricombinano fino a comporre, scomporre, ricomporre, determinare. E ciò che esiste non viene dal nulla ma dal prodotto afferrabile di questa natura tonda che è il mondo. Allora il rifiuto perfetto, quest’oggi, non esiste. Perché tra tutte le forme che l’uomo ha generato, ha prodotto le plastiche e i petrolati, ha prodotto le derivazioni colpevoli dell’inquinamento globale e delle conseguenti crisi climatiche, ha inventato-tra tutte le cose buone e belle-anche quelle cattive come i gas di scarico, come ciò che non si degrada ma rimane in una sorta di eterno stallo e di morte apparente tra il “non lo uso mai più” e la permanenza sulla terra. Allora, i temi della conferenza a cura del Rotary Club Isola verde cui hanno presenziato emeriti relatori provenienti da realtà diverse e convergenti circa l’annosa questio del rifiuto, sono stati essenzialmente votati allo spasimo crescente di questa terra, di questo ambiente che vuole reintegrare il rifiuto, che lo vuole gestire come risorsa.

Ecco il cuore dell’intervento a cura della prof.ssa Valentina Della Corte: generare turismo sostenibile, creare una rete di comunicazione comune capace di vendere, anche dal punto di vista del marketing, un prodotto turistico coerente alle nuove linee generali che prevedono la centralizzazione del green come presupposto necessario alla difesa dell’ambiente. Dal suo canto, la prospettiva tecnica mostrata egregiamente dal tecnico di AEC srl R.Suatti ha dimostrato l’efficienza e il senso di progresso che investirebbe il comune di Serrara Fontana qualora si procedesse all’installazione di un impianto di compostaggio a base di organismi termofili, definitivamente in grado di trasformare il rifiuto in materia seconda, rifiuto riutilizzabile, appunto, come risorsa. Prosegue e conclude gli interventi tecnici a favore di questo indirizzo di percorso la dottoressa Concetta Ferrara, business partner di Be2020,che sulla scia dei colleghi, si esprime a favore della fine del “paradigma del rifiuto”e sostiene l’importanza e la lungimiranza di un evento del genere, quale si discuteva in quell’oggetto del 22 giugno, capace infatti di ridimensionare le forme di Serrara Fontana tanto da convertirla in un esempio di trasformazione positiva per tutta la nazione.

Sposare l’idea della conversione del rifiuto sembrerebbe d’altra parte una iniziativa in linea con le imprese futuristiche e lungimiranti della recente amministrazione comunale alla cui guida svetta il nome e la persona del sindaco Irene Iacono, la quale è intervenuta nel corso della conferenza con istanze presenti, pertinenti, aggreganti e chiaramente identificative di un sindaco capace e dalla conoscenza duttile e declinabile nei vari campi del sapere necessari a una buona amministrazione. La conferenza si è inoltre aperta anche con i saluti del presidente del rotary club isola verde, dott. Antimo Lupoli, che ha descritto l’eccellenza di un’area di azione- quale il Rotary Club è- ove l’attenzione verso il futuro è attiva e pronta; si è conclusa invece con le parole incisive del dottor Gaetano Lamonaca “siamo davanti al futuro”. Se pensiamo alle isole di plastica grandi quanto la Francia nell’oceano Atlantico e se pensiamo a tutti i danni che l’uomo procura quotidianamente all’unico ambiente per lui abitabile, riconosciamo che imprese come questa assomigliano oggi ad atti eroici che vogliono proiettare le generazioni attuali nel futuro prossimo e anche in quello anteriore. E sarà un paradosso che, contrariamente ai colossi di plastica-cemento-materiale potente, capaci di sovrastare il mondo mondo e ridurci a una realtà minuscola, sia stavolta una piccola isola a sollevare la testa dal suo guscio di tartaruga e a pronunciare sillabando chiaramente “futura”.

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