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Sanità, il Rizzoli e la “piaga” della TAC guasta

Continuano i problemi presso l’ospedale di Lacco Ameno: il mancato funzionamento del macchinario costringe l’utenza a girovagare per l’isola o essere costretta a recarsi in terraferma. E allora…

Che la sanità Campana sia allo sbando è ormai un dato di fatto. Che quella ischitana sia alla deriva è una certezza. Purtroppo questo disastro che si perpetua solo ed esclusivamente sulla pelle dei cittadini, non interessa a nessuno. Mancano i servizi, manca l’assistenza, mancano persino i mezzi e le strumentazioni per indagare lo stato di salute dei pazienti isolani. Testimonial d’eccezione di questa catastrofe sanitaria è il PO Anna Rizzoli di Ischia e la sua TAC rotta a giorni alterni, senza soluzione di continuità, da anni. Nello specifico, non sembra trovare pace, né tantomeno una definitiva soluzione, l’annosa questione del potenziamento dei servizi e delle strutture del Presidio di Via Fundera. Ore di attesa e “viaggi della salute” nella migliore delle ipotesi per gli sfortunati pazienti dell’unico ospedale isolano che, da circa una settimana, non possono usufruire dell’impianto per l’esame della TAC perché fuori uso. L’impianto è infatti, di nuovo rotto (era stato riparato non meno di giorni fa) e cosi, chi ha bisogno di essere sottoposto all’esame specifico, deve essere trasferito in strutture convenzionate sull’isola, se tutto va bene, o trasferito in eliambulanza o via mare presso ospedali in terraferma. La riparazione è attesa a momenti nella speranza che questa volta garantisca un adeguato e stabile funzionamento.

DANNI DA SOVRA FUNZIONAMENTO, FIGURIAMOCI IN ESTATE…

Gli esperti parlano della nuova rottura della TAC lacchese come di un effetto legato al sovra funzionamento del macchinario che avrebbe “lavorato” eccessivamente a seguito delle enormi richieste, benché, di fatto, ci troviamo in pieno inverno con una utenza che diremo minima. Non osiamo immaginare cosa accadrà in conseguenza dell’aumento dei pazienti in questo periodo estivo. Se in inverno si parla di una decina di tac al giorno, da aprile in poi si prospettano numeri dell’ordine delle 50 tac giornaliere. Cosa accadrà allora con il boom della stagione turistica? Lo scopriremo solo vivendo è speriamo senza dover ricorrere a cure mediche ed esami ad Ischia.

TAC GUASTA, MA ERA STATA RIPARATA 20 GIORNI FA

Ma andiamo con ordine e raccontiamo i fatti. Arrivano nuove doglianze e polemiche sui lunghissimi tempi d’attesa e soprattutto per la precarietà con cui si affronta la cura in quel del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Anna Rizzoli” di Lacco Ameno. Allo stato attuale ogni indagine tipo può essere effettuata solo se il malato viene trasferito. Per effettuare la TAC, proprio in quanto l’ospedale ne è sprovvisto a causa di malfunzionamento della strumentazione, bisogna recarsi presso la struttura S. Giovan Giuseppe, oppure presso la struttura privata di Forio. Se il caso della TAC rotta appare gravissimo, una storia a se è rappresentata dal problema legato alla risonanza magnetica. Infatti per sottoporsi all’esame, bisogna andare in ospedali continentali. I pazienti, un tempo con ambulanze private, oggi come le ambulanze interne all’ASL del Rizzoli, devo raggiungere l’ospedale “La Schiana” di Pozzuoli per effettuare la risonanza. Il paziente viene prelevato dal PO di Lacco Ameno, caricato in ambulanza e dopo un’ora di traghetto (rigorosamente Caremar per non pagare la traghettata) e una 20ina di minuti in tangenziale raggiunge l’ospedale puteolano dove, salvo ritardi, in altri 20 minuti si sottopone all’esame clinico. Cosi si rimette in ambulanza, raggiunge il porto più vicino ed attende la prima nave Caremar disponibile per rientrare. Vi risparmiamo la problematica legata ai pazienti che in ambulanza non possono restare a bordo del mezzo sanitario per motivi di sicurezza legati ai garage chiuso delle navi traghetto caremar. Cosi al disagio, si aggiunge un altro disagio di un malato ospedaliero costretto ad ore di viaggio, tra pazzi, stai esce di dai traghetti, per un esame che nel mondo civile dura poco più di un quarto d’ora.

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LA SANITA’ E’ UN PAZIENTE CHE LENTAMENTE MUORE

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Come si fa a stare tranquilli in queste condizioni? Pochi medici, apparecchiature rotte, ambulanze che rischiano di restare in panne ad ogni angolo della strada. Un disastro sotto ogni punto di vista. La speranza è il rischio a cui viene esposta l’utenza isolana possa scuotere le autorità aziendali dell’ASL Napoli 2 Nord, la politica e far sì che la struttura ospedaliera ischitana sia potenziata è dotata degli opportuni presidi. L’auspicio è che, davvero, il governatore Vincenzo De Luca metta mano seriamente alla questione isolana e al suo dramma, potenziando un impianto oggettivamente carente e bisognoso di opportune e specifiche azioni. Come sottolineano sempre attraverso le pagine del nostro giornale, la TAC rotta, le estenuanti attese, e spesso anche il ciondolare di chi rema contro l’apparato, rischiano di mettere la pietra tombale su un malato già grave.

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Rossy

Ischia è una bellissima isola e per visitarla ci devi girare intorno. Ecco, girarci intorno è proprio quello che si fa con l’unico ospedale dell’isola, ci si gira solo intorno senza risolvere i problemi. Non c’è niente da fare, il male è di chi lo tiene.

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