CRONACA

Sicurezza stradale, Goffredo: «Nessuna reazione, è il momento di agire» 

L’avvocato e attivista di Ischia Forum lancia l’allarme evidenziando come dopo l’ennesima tragedia della strada e lo stanziamento di fondi nulla si sia ancora mosso

“Dopo la morte di un ragazzo dovrebbe esserci una reazione forte. Almeno dopo la morte di un ragazzo così giovane e innocente dovrebbe esserci. Ma non vi è stato nulla”. L’amara constatazione è di Mario Goffredo, attivista di Ischia forum e legale dei familiari delle vittime di incidenti stradali. Dal 2007 l’isola di Ischia ha dovuto piangere ben 23 morti sulle strade. Una strage insostenibile a cui la Città Metropolitana ha deciso di mettere fine con un piano straordinario complessivo di oltre 70 milioni di euro, di cui oltre cinque milioni e mezzo per la nostra isola.

Le parole al vetriolo:
«La sopraelevata continua a essere una strada della morte, nessun tentativo è stato messo in atto per arginarne la pericolosità: cosa diavolo stiamo aspettando?» 

“Ischia per noi rappresenta il punto di partenza per il piano strategico per la sicurezza stradale”, hanno detto dalla Città Metropolitana. “I fondi ci sono e da Napoli aspettano degli indirizzi dall’isola per capire che cosa fare. Questo, quindi, è il momento di agire. E bisogna farlo in termini di sicurezza”. Questa la ‘ricetta’ di Mario Goffredo che mette sotto la lente d’ingrandimento distrazione, guida in stato di ebrezza, il mancato rispetto del codice della strada e l’incoscienza alla guida possono provocare danni irreparabili a pedoni e automobilisti. “I controlli sono necessari. I posti di blocco hanno una valenza ed efficacia in determinati casi specifici come guida in strato di ebbrezza o eccesso di velocità. Ma da soli non bastano”. E spiega: “Sulla nostra isola sono necessari anche altri tipi di interventi legati alla prevenzione degli incidenti. Un esempio può essere l’installazione di barre sonore che rappresentano un buon correttivo per i guidatori”.

Goffredo propone interventi incisivi affinché “la sopraelevata da strada della sia trasformata in una strada sicura e vivibile”. E per questo il legale propone “Misure che possano coesistere tra loro. Tanto sulla sopraelevata che su tutta la rete stradale isolana”. La proposta parte dall’installazione “di adeguata segnaletica orizzontale e verticale. Segnaletica chiara che su quelle strade facilmente ed erroneamente definitive ad ‘alto scorrimento’ il limite massimo di percorrenza è di 50km/h”. Troppo spesso, di fatti, le strade dell’isola diventano simili ad autodromi dove il rispetto del limite di velocità diventa un optional. “Bisogna muoversi”, è il monito di Mario Goffredo che spiega: ““L’automobile è un’arma che deve essere usata con criterio e con moderazione anche considerando che sull’isola ci sono più veicoli che abitanti.

Non dimentichiamo, infatti, che in estate, specialmente nei mesi di luglio ed agosto, arrivano sull’isola anche 130mila auto. Si crea, così, un collasso che, al di là, dei numeri è percepibile facilmente. Anche per questo la sicurezza stradale deve essere un tema da affrontare adesso. Non possiamo più rimandarlo. Siamo davanti ad un’emergenza improcrastinabile”. La repressione ed i controlli, però, da soli non bastano. “La cultura non è semplice da fare. Parlare di adeguata segnalazione e dissuasione di infrazioni alla guida è un modo per fare cultura e educazione stradale. Accanto ai controlli ed ai dissuasori bisogna tornare a parlare di educazione stradale nelle case e nelle scuole. Solo così potremo affrontare realmente il problema della sicurezza stradale sull’isola”, ha assicurato Goffredo.

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L’attivista di Ischia Forum attraverso i suoi post, sui social, ha creato un dibattito. “La sopraelevata continua ad essere una strada della morte”, ha scritto. “Non mezzo tentativo di dissuadere materialmente dalle velocità inaccettabili che spiriti frustrati danno sfogo su quella strada. Non mezzo segnale. Non mezzo tentativo di arginare la pericolosità di varchi privi di qualsiasi segnaletica e addirittura posti in curva. Ma come primi obbligati immediati interventi di reazione all’ennesima tragedia. A cui devono seguire interventi più incisivi di trasformazione di quella strada della morte in una strada sicura e vivibile. La Provincia ha 5.5 milioni da spendere al riguardo su indirizzo comunale. Cosa diavolo stiamo aspettando!?” 

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