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Barano, chiesa del Carmine come sala: cresce il dissenso

Mala tempora currunt. Non dev’essere un periodo particolarmente felice per i fedeli di Barano legati a doppi fili alla tradizione ed ai riti che hanno fatto la storia del centro collinare. Tre chiese in poche centinaia di metri e tutte risalenti al 1600 fanno di Barano uno dei paesi dell’Isolaverde tra quelli con la più alta concentrazione di luoghi di culto cattolico. Ma non sono giorni fortunati per la Chiesa della Madonna del Carmine che sorge lungo Via Roma, a due passi dal centro. Da tempo, ormai, è quasi come fosse stata declassata d’interesse e anche i riti tradizionali ormai non si svolgono più. Praticamente abolita la tradizionale novena della prima decade di luglio dedicata, per l’appunto, alla Madonna del Carmine che, poi era portata in processione in occasione della festa di San Rocco nel tradizionale corteo per le vie del paese, ormai anch’esso abolito. La statua settecentesca, poi ritornava nella piccola chiesa del “Casale”, che era rispolverata per funzioni ora solo confinate nei ricordi.

I fedeli sono divisi e tra loro cresce il disappunto per la recente decisione del Parroco Don Pasquale Trani di utilizzare il luogo di culto come sala parrocchiale, considerata l’inagibilità dei locali adiacenti alla Chiesa di San Sebastiano, interessata da lavori di messa in sicurezza e ristrutturazione. I banchi ammassati per ampliare l’area centrale e la stessa congrega declassata a sala parrocchiale non sembrano raccogliere particolari consensi. E il paese si divide. Ancora una volta. E non basterà un Gloria al Padre ed un’Ave Maria per cercare le pecorelle smarrite (e sfiduciate).

CHIESA DEL CARMINE, STORIA DI BARANO DA 300 ANNI. La confraternita del Carmine di Barano fu fondata nel 1684, mentre lo Statuto fu approvato da Re Ferdinando IV e dalla Regia Camera di S. Chiara nel 1784. La devozione della Madonna Del Carmine si era molto diffusa a quel tempo nell’isola d’Ischia, grazie alla presenza di frati Carmelitani in Santa Restituta. Anche questa chiesa fu danneggiata dal terremoto dell’83, ma, grazie ai contributi di tutti i fedeli, fu presto riaperta al culto e mantenuta sempre con decoro dalla solerzia dei confratelli. Nella chiesa vi è una bella statua settecentesca della Madonna Del Carmine. In quest’edificio si riunì, molte volte, il parlamento di Barano, in modo particolare quando le adunanze erano importanti e quindi affollate. Abbiamo potuto leggere ed esaminare l’ultimo statuto organico della Confraternita. Per essere ammessi alla confraternita bisognava avere un’età non superiore ai trent’anni, salvo eccezioni, avere buona condotta certificata dal parroco e sana costituzione fisica dimostrata con certificato medico. I Confratelli avevano l’obbligo di pagare una tassa d’iscrizione e dare un contributo mensile, ad ogni Confratello veniva garantito il diritto all'”assistenza a ben morire”. Si poteva essere espulsi dalla Confraternita per cattiva condotta e per non aver pagato la tassa d’iscrizione.

Luigi Balestriere

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Lucia 65

Posso anche essere d’accordo alla decisione di destinare (temporaneamente) la Chiesa del Carmine a sala parrocchiale visto che nn ci sono altre disponibilità, ma la cosa grave è abolire quegli eventi che potrebbero avvicinare in po’ in più i fedeli alla Chiesa. Invece il “buon” don Pasquale nn solo nn è sempre presente in Chiesa, anzi….. per quanto poi “pretende” che i fedeli diano “un obolo” mensile, (a seconda delle proprie possibilità, ma nn meno di 20 euro!!!), mettendo a serio disagio le persone quando le due parrocchiane destinate a fere il giro per riscuotere bussano alle nostre porte!!! Il tutto per i lavori alla Chiesa di san Sebastiano. Perché nn sono stati fatti fare i lavori in base a ciò che aveva messo a disposizione la CEI???? Oltretutto nn si sa neppure per quanti mesi si dovrebbero dare questi soldi!!!!! Trovo esagerate e indelicate le pretese di don Pasquale!!!

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