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Caso ripetitore, Vito Iacono: «Il sindaco offende l’intelligenza dei foriani»

Sulla vicenda del ripetitore installato in via Casale è intervenuto ancora un volta il consigliere di opposizione Vito Iacono, che criticando aspramente l’operato dell’amministrazione comunale ha dichiarato: «Tutto ciò è sconfortante! “Chiazzate”, “pagliacciate”, “bugie”, “violenze”, “ingiustizie”, “ricatti”: nel tempo ho cercato di definire in diverso modo, a volte anche usando termini eccessivi, i comportamenti e le cose fatte e dette dal sindaco e dalla sua amministrazione. L’ho fatto per richiamare l’attenzione della gente tentando di limitare un’azione devastante per il nostro paese. Ma oggi mi rendo conto che quelle definizioni attengono non i comportamenti di un sindaco, ma il profilo del mio paese e della nostra gente. Sarò impopolare ma è così! Chi legittima con il proprio silenzio o ancora peggio dandogli voce, media compresi, un sindaco nell’offendere la dignità, la sensibilità, l’intelligenza delle persone e la verità delle cose ne diventa esso stesso interprete e complice. E questo vale per le cialtronate vergognose dette e raccolte sulla via Borbonica e per quanto sta accadendo sull’antenna al Casale».

«Ancora una giornata è passata – ha proseguito Iacono – e l’antenna resta ancora là! Nessuno che chiede conto al sindaco circa il mancato rispetto dell’impegno assunto ben cinque giorni fa, anzi gli si consentono dichiarazioni del tipo: “Stiamo facendo tutto il possibile per rimuoverlo”. Ma come la sua amministrazione, come ormai è noto, prima legittima in oltre un mese di complici silenzi quella installazione e ora ha anche il coraggio di dire che stanno facendo il possibile per fare cosa? Ha già dato e poi ha mentito dicendo che non ne sapeva niente. E allora? Ma sì, aspettiamo, diamogli tempo… Più o meno è come la storia del suolo pubblico e di tante altre piccole e grandi miserabili storie di cui vive, anzi muore il nostro tessuto sociale. Ancora una volta si alimenta la caccia al piccione mettendo i cittadini contro e poi… poi vedremo. È difficile immaginare in questo scenario politico, ma soprattutto sociale, la definizione di un nuovo e diverso progetto politico, un nuovo e diverso modo di vivere».

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